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Martina Trevisan ha perso la semifinale del Roland Garros, ma sarà per la prima volta tra le prime trenta del mondo. Rispetto ai quarti di finale del 2020, la toscana ha giocato un tennis ancora più brillante e ha saputo gestire meglio i momenti chiave delle partite. "Mi sto godendo di più il momento" ha detto, felice della ritrovata passione per il tennis. Questa è la sua storia
di Alessandro Mastroluca | 02 giugno 2022
Martina, grazie lo stesso. Grazie per le emozioni, per un sogno, per una rivoluzione portata e compiuta anche se non torni a casa con la Coppa dei Moschettieri. Nella città dell'amore, Martina Trevisan fa innamorare per quel sorriso da copertina, che racconta una felicità mostrata con orgoglio nella luce di oggi dopo le ombre di ieri. Fa innamorare per quel suo tennis che è lo specchio dell'anima, sa essere divertente, non banale, luminoso e leggero. Fa innamorare per la dedica al padre, o meglio al "babbo" come ha scritto sull'obiettivo della telecamera dopo la vittoria nei quarti di finale.
Si ferma in semifinale contro Cori Gauff. Una partita non bella, frenate entrambe dalle fantasie di una grande occasione di quelle che capitano una volta sola. Gauff vince, giocando meglio nel finale con il punteggio più stabilmente in suo favore. Il pubblico, che ha assistito alla celebrazione di Billie Jean King e delle sue battaglie per l'uguaglianza di genere nello sport, assiste a un'altra giovane leader della lotta per l'inclusione, contro ogni forma di razzismo. "Peace, end gun violence" scrive sulla telecamera. E' la più giovane finalista Slam dai tempi di Maria Sharapova a Wimbledon 2004. Ma dopo la partita parla delle stragi nelle scuole negli USA e ammette che, con episodi così gravi che colpiscono l'attenzione, una partita di tennis non può preoccuparla più di tanto.
Parigi sarà un nuovo inizio anche per lei, che ha saputo reggere alla pressione enorme di chi avrebbe voluto vederla conquistare tutto e subito dopo l'annuncio del suo talento sorprendente, il successo a quindici anni su Venus Williams a Wimbledon.
Sarà un nuovo inizio anche, forse soprattutto, per Martina Trevisan che entrerà per la prima volta fra le prime trenta del mondo e sarà numero 1 d'Italia. Il suo tennis oggi la racconta in pieno, chi la vede in campo, osserva un'atleta, una giocatrice pienamente consapevole del suo ruolo e del suo percorso. Un punto fermo in una vita da romanzo.
Martina inizia a giocare a quattro anni al CT Perignano, appena fuori Pontedera, provincia di Pisa. La sua è una famiglia sportiva: la mamma lavora come maestra di tennis nel circolo, il padre Claudio è stato calciatore professionista, 3 anni in Serie B con la Sambenedettese, il fratello maggiore Matteo, tennista come lei, è stato numero 1 junior vincendo anche Wimbledon under 18 in doppio.
Fin da piccola, Trevisan è considerata una futura star del tennis. Sviluppa il suo gioco a Santa Croce sull’Arno, con il maestro Matteo Catarsi che oggi la segue come coach, per poi passare al TC Prato.
Campionessa italiana under 12, 14 e 16, Trevisan vince diversi titoli giovanili a squadre e nel 2009 raggiunge la posizione numero 57 nel ranking junior grazie anche alle semifinali in doppio al Roland Garros e a Wimbledon Under 18. In questa specialità, festeggia quell'anno il primo titolo ITF in doppio in coppia con Anastasia Grymalska a Pesaro.
Mentre in campo tutti si aspettavano meraviglie, in famiglia emergevano seri problemi che ha raccontato nel citatissimo articolo-confessione "Metamorfosi" pubblicato su "The Owl Post". "Dentro le mura di casa non si respirava un’aria serena ed io passavo molto tempo ad allenarmi. Anche quando avrei sicuramente avuto bisogno di fare altro. Anche quando avrei preferito avere qualche ora in più per fare un giro con le amiche o per riposarmi. Dentro di me sentivo di avere una sorta di responsabilità. Come se la mia ferrea dedizione al gioco avesse in qualche modo potuto curare le ferite della famiglia intera".
Il tennis diventa un peso. "Ero una quindicenne che voleva vivere come una quindicenne, recuperando, magari con gli interessi, tutto ciò che sentivo di aver perduto negli anni precedenti. Senza tante regole. Senza preoccuparmi di far tardi perché il giorno dopo avevo una partita. Senza il bisogno di nascondere i miei muscoli allenati dentro a maglie di taglie comode”. Nel dicembre del 2009 all’ ITF da 10.000$ di Vinaros, Spagna, perde al secondo turno contro l’olandese Elise Tamaela, n. 672 del mondo, oggi apprezzata coach. E dice basta, per cinque anni.
“Lasciare il tennis agonistico in quel momento era la soluzione. Devo ringraziare una psicologa che mi è stata molto dietro” ha raccontato a SuperTennis, nell'intervista concessa a Enzo Anderloni nel 2020.
In quegli anni il nemico si chiama Anoressia. "I nuovi equilibri su cui poggiava la mia famiglia mi avevano destabilizzata. A papà era stata diagnosticata una malattia degenerativa e questo lo ha reso sempre meno presente nella mia crescita. Non è stato facile vedere mamma ricostruire la sua quotidianità con una nuova persona accanto, che aveva sempre fatto parte della mia vita, ma sotto un’altra luce. Ero arrabbiata con lei e non conoscevo altra arma per ferirla che non il suo amore per me. Combattevo contro tutto ciò che rappresentava il mio passato da atleta, sul quale tutti avevano riposto grandi speranze ed ambizioni, dimentichi della persona che dietro quell’atleta soffriva" ha raccontato in Metamorfosi. "Nella mia testa, come in un paradosso, avevo l’impressione che solo sparendo le persone sarebbero riuscite a vedermi davvero, ad interessarsi. Ad occuparsi di me”.
Le mille emozioni di Martina Trevisan
Gradualmente, però, il richiamo del tennis torna. Finito il liceo, si mette a dare qualche lezione al Tennis Pontedera. In quel periodo, sotto il tatuaggio sul braccio destro di un cuore che si trasforma in una rosa fa aggiungere una scritta: “Ad maiora”. "Avevo ripreso con la racchetta. Ero rientrata nel mondo del tennis. Era una specie di augurio che mi ero fatta, verso cose migliori. Verso cose più grandi” diceva nell'intervista già citata a SuperTennis.
I tempi sono maturi per un ritorno sulle scene. E' il maggio del 2014. "Stavo andando a fare una lezione a un corso adulti e quel giorno Giancarlo Palumbo, che è il responsabile del Centro tecnico FIT di Tirrenia, era venuto al Tennis Pontedera per un lavoro legato alla Macroarea" ci ha raccontato. Vuole riprovarci con il tennis, gli chiede se può fare base a Tirrenia per allenarsi. Il centro, peraltro, dista venti minuti da casa di Martina. La accolgono a braccia aperte. In maggio arriva il primo risultato, registrato dalla Wta: quarti di finale all’ITF da 10.000 dollari di Caserta partendo dalle qualificazioni.
Quel che un tempo ha chiamato dolore, è soltanto un discorso sospeso. Martina Trevisan ricomincia a giocare. A fine 2014 è numero 571 del mondo. Nel 2017 si qualifica per la prima volta in un torneo WTA, a Gstaad e Bastad, senza mai superare il primo turno. Nel 2019 gioca il primo main draw di un Premier a Charleston e raggiunge il secondo turno: batte Kichenok, perde contro Bertens. A fine stagione è numero 153 in classifica. In mezzo, ha vinto nove titoli ITF.
Nel 2020 si qualifica all'Australian Open e debutta nel tabellone principale di uno Slam . Scatta qualcosa, cambiano orizzonti, tempo e modi di vedere. "Le qualificazioni erano state tre partite difficili, anche a livello emotivo. Fare il passo di riuscire a entrare in tabellone è stato importante" ha raccontato. Al primo turno cede contro Sofia Kenin, che avrebbe vinto il titolo. Ma per un set lei e Martina giocano alla pari.
Il segreto di questa esplosione, raccontava allora coach Catarsi, sta nella trasformazione della sua complessa storia emotiva in un punto di forza. “Martina ha fatto un percorso già da un po’ di tempo focalizzato sull’aspetto mentale e sull’autostima. In Australia è scattato qualcosa" ha detto. L'ha aiutata molto anche il mental coach Lorenzo Beltrtame.
Pochi mesi dopo, però, bisogna fermarsi di nuovo. Il mondo scopre il terrore della pandemia, il COVID-19. Dopo la sospensione, Trevisan riparte dai Campionati Italiani Assoluti a Todi. Arriva in finale ma si fa male, soffre quello che ha definito un principio di stiramento al muscolo semi-membranoso della coscia destra. Riposa una decina di giorni e torna in campo per il WTA di Palermo, il primo evento sportivo del circuito maggiore dopo la pandemia: il torneo della ripartenza mondiale. E arriva in finale in doppio con Elisabetta Cocciaretto.
L'autunno porta una sconfitta nelle finali di Serie A, il TC Prato perde il derby toscano contro Lucca, e una amara a Roma contro Misaki Doi, numero 80 del mondo. Ma la farfalla Martina è pronta a spiccare il volo.
Il suo appuntamento con la storia è a Parigi. Passa tre turni di qualificazione al Roland Garros e al primo match in tabellone principale batte Camila Giorgi che si ritira per infortunio durante il secondo set. "C’era qualcosa di diverso. Era cambiato qualcosa. Mi sentivo, e mi vedevo in campo, diversa" ha detto a SuperTennis nel 2020. La sua prima vittoria Slam è la sua rivoluzione. E come si diceva durante la rivoluzione sessantottina iniziata in una Parigi quasi altrettanto uggiosa, ce n'est qu'un debut. E' solo l'inizio.
Gli occhi di Martina non smettono di brillare e di sorridere. Trevisan batte in rimonta Cori Gauff, 16 anni, n.51 del ranking. Annulla due match-point alla greca Maria Sakkari, numero 24 del mondo al terzo turno. Negli ottavi supera in due set Kiki Bertens, n.8 WTA. Diventa la decima qualificata a raggiungere i quarti al Roland Garros nell’Era Open: l’ultima era stata la kazaka Yaroslava Shvedova nel 2012. E' la prima italiana ai quarti a Parigi dopo Sara Errani nel 2015.
Nel suo primo quarto di finale nel circuito maggiore, Trevisan si ferma contro l'allora sorpresa del torneo, e futura vincitrice, la polacca Iga Swiatek, oggi numero 1 del mondo. Grazie a questo risultato entra per la prima volta tra le prime 100 WTA e chiude la stagione da numero 85: fino a quel momento è la sua classifica migliore nel ranking di fine anno.
Martina e Parigi, una storia d'amore
Il 2021 non porta grandi exploit, a parte la finale nel WTA 125K, l'equivalente di un Challenger, a Karlsruhe, e le due raggiunte a livello ITF. Ma il 2022 regala grandissime soddisfazioni. Trevisan supera le qualificazioni all'Australian Open e passa il primo turno, ma cede alla spagnola Paula Badosa. Dopo la stagione australiana, arriva ai quarti nel W60 di Grenoble e al secondo turno al WTA di Lione. Il successivo quarto di finale al WTA 125K di Marbella fa da preludio al suo cammino trionfale a Rabat.
Il suo percorso nel “Gran Prix Sar la Princesse Lalla Meryem”, torneo WTA 250 dotato di un montepremi di 251.750 dollari, inizia contro la cinese Xiaodi Yu, n.295 WTA. La toscana ottiene poi contro Garbine Muguruza (n.10 al mondo) la sua seconda vittoria in carriera contro una top10, batte l’olandese Arantxa Rus nei quarti (n.75 WTA) e Lucia Bronzetti nella sua prima semifinale WTA. Nella prima finale, domina la statunitense Claire Liu 6-2 6-1. Trevisan è la 26ma italiana in finale in un torneo WTA e firma il 76esimo successo per un'azzurra nel Tour. Il titolo le consente di migliorare il suo best ranking e salire al numero 59 alla vigilia del Roland Garros.
Parigi è di nuovo il suo luogo dell'anima. Trevisan non si ferma. Batte la britannica Harriet Dart al primo turno, la polacca Magda Linette che aveva eliminato Ons Jabeur al secondo, l'australiana Daria Saville (nata Gavrilova) al terzo. Torna nella seconda settimana dello Slam parigino e firma un altro successo contro Aliaksandra Sasnovich. E' la prima non testa di serie che arriva ai quarti senza aver affrontato nemmeno una testa di serie dal 2000, ma allora le favorite del seeding erano solo 16 e non 32 come ora. Nei quarti raggiunge le dieci vittorie consecutive, battendo la canadese Leylah Fernandez, numero 18 del mondo e testa di serie più alta rimasta nella parte bassa del tabellone. E' la sua quinta vittoria contro una Top 50. E' la porta verso un nuovo viaggio, con orizzonti ogni giorno più grandi.
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