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Vincente, sorridente e fidanzato con la n.2 del tennis di casa, Ajla Tomljanovic: a Melbourne il brillante esordio di Berrettini ha scaldato il pubblico. L’avversario lo ma messo in difficoltà con il servizio: ”Ho capito come si sentono quelli che giocano contro di me”. La dedica alla famiglia, fratello Jacopo compreso
di Dario Castaldo, da Melbourne | 09 febbraio 2021
La dedica sulla telecamera è stata per mamma, babbo e il fratello Jacopo. Anzi, Japo.
“Stavano guardando la partita – racconta Matteo Berrettini, che sulla Margaret Court si è appena guadagnato il pass per il secondo turno degli Australian Open - è tanto tempo che non ci vediamo vedo e quindi cerchiamo di essere il più possibile vicini”.
Il 24enne romano ha vinto contro Kevin Anderson la gara a chi fa più danni alla battuta (“Allora è così che si sentono quelli che giocano con me quando servo bene” dirà dopo in conferenza stampa), salvando 8 set point nel primo e mettendo gradualmente le mani sul match, senza più concedere palle break al sudafricano e intascando il match col punteggio di 7-6 7-5 6-3 in 2 ore e 23 minuti.
Una prestazione nata sull’onda lunga dell’ATP Cup (in cui ha battuto Thiem, Monfils e Bautista Agut n.d.r.) e che non ha richiesto un dispendio fisico eccessivo: “Ho usato l’energia e la fiducia accumulate la scorsa settimana. Mi son appoggiato alle ottime sensazioni del torneo precedente, anche se questo è un contesto completamente differente” ha spiegato il numero 10 del mondo.
“Ovviamente sono contento di aver vinto in tre set, ma poi a ben guardare nello Slam nel quale ho fatto più strada, ho vinto solo un match in tre (negli ottavi contro Rublev ndr) quindi non è detto che quella di finire in fretta sia una condizione necessaria. L’importante è aver disputato una partita intensa e di livello. La chiave è stata sapere pazientare in attesa delle opportunità sul suo servizio, mantenendo l’energia e l’attenzione sempre alta nei miei”.
L’energia residua, poi, Matteo l’ha trasferita al pubblico di Melbourne, che ha decisamente apprezzato. Il maestro di cerimonie lo ha incalzato sul curioso finale di secondo set, quando l’azzurro ha chiuso il parziale al termine di uno scambio nel quale ha anche colpito il nastro, trovandosi poi nella situazione di dovere e volere chiedere scusa ad Anderson ma anche di dovere e volere festeggiare il punto. E l’azzurro ha strappato una delle risate al pubblico e al suo box, nel quale oltre a Vincenzo Santopadre e al fisioterapista valenciano Ramon Punzano c’era la fidanzata Ajla Tomljanovic.
Berrettini si è trovato perfettamente a suo agio. E non c’è stato neanche bisogno che facesse il giullare come a scuola da bambino o che il presentatore lo stuzzicasse sulla dedica per la famiglia o sulla relazione con la tennista numero 2 d’Australia. Cosa sulla quale avevano già provato a ravanare alcuni tabloid locali nel periodo della quarantena.
Qualche attenzione pruriginosa ma anche tanti peana per una ATP Cup disputata a livelli altissimi, hanno contribuito a plasmare il personaggio, che sta prendendo sempre più piede nell’immaginario dei fans down under. Come se il volto da attore, il sorriso maliardo e lo sguardo sincero di Matteo (al netto dell’orzaiolo sull’occhio sinistro che ha ormai compiuto il primo mese di vita) affascinassero e ispirassero simpatia. “È vero, ho sentito tanti applausi, tante risate. Mi fa piacere che si sia creato un feeling con il pubblico australiano, anche se forse non mi spiego a dovere fino in fondo il perché. Forse dipende dal fatto che non mi capiscono… Scherzi a parte, il contatto con la gente mi è mancato tantissimo. Spero nella prossima ci partita ce ne sia ancora di più e che l’atmosfera sia ancora più elettrica”.
La prossima partita, contro il ventenne ceko Tomas Machac, numero 199 del mondo – passato anche grazie al ritiro dello spagnolo Vilella Martinez in una sfida tra qualificati - rappresenta un’opportunità, ma anche un’incognita. “Ho visto che ha ottenuto buoni risultati a livello challenger e che oggi aveva perso il primo set, ma non lo conosco affatto. Userò la giornata di domani per studiarlo assieme Vincenzo” dice Matteo, prima di aprirsi nell’ennesima espressione di grazia che ha ammaliato gli australiani.