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Campioni internazionali

Medvedev numero 2, la sfida ai Fab 3: "Il tennis non finirà con loro"

Daniil Medvedev è il primo giocatore diverso da Djokovic, Federer, Murray e Nadal in top-2 da luglio 2005. All'Equipe racconta la sua ammirazione per i Fab 3, i dominatori dell'era moderna. Ma, dice, "la gente guarderà il tennis anche dopo".

di | 15 marzo 2021

In meno di due anni, la carriera di Daniil Medvedev ha preso velocità. Il russo è il primo giocatore diverso dai Fab 4 a occupare uno dei primi due posti in classifica ATP dal luglio 2005, dai tempi di Lleyton Hewitt. Un traguardo già sicuro prima di conquistare il suo decimo titolo in carriera a Marsiglia battendo in finale Pierre-Hugues Herbert che ha dato una lezione di serve and volley dimostrando che si può fare anche nel tennis di oggi e contro i top player.

"Fa bene all'autostima aver vinto un torneo prima di diventare numero 2" ha detto Medvedev arrivato lì dove non sono saliti campioni Slam come Stan Wawrinka, Juan Martin Del Potro o Dominic Thiem. 

"E' sempre bello quando raggiungi la tua miglior classifica in carriera" ha detto il russo al quotidiano francese L'Equipe dopo la finale. "Non sappiamo se diventerò mai numero 1 o se vincerò tornei dello Slam. Ma ora sono numero 2 ed è un risultato che conserverò per tutta la vita. E' importante, ricompensa tutto il mio lavoro".

Il suo lavoro l'ha portato nel 2019 a giocare sei finali in sei tornei consecutivi, compresa la sua prima in uno Slam allo US Open contro Rafa Nadal. In quell'estate, ha vinto anche il suo primo Masters 1000 a Cincinnati. Ha raggiunto la posizione numero 4 nel ranking ATP, la più alta per un russo dopo Nikolay Davydenko nel 2008.

Nel 2020, il russo ha iniziato la stagione in maniera tutt'altro che convincente ma ha chiuso con il trionfo a Parigi-Bercy e alle Nitto ATP Finals battendo a Londra Djokovic, Nadal e Thiem. Nessuno aveva mai trionfato nel torneo sconfiggendo tutti i primi tre in classifica nella stessa edizione.

La finale dell'Australian Open, pochi giorni dopo aver compiuto 25 anni, e il prolungamento del regime speciale per il ranking ATP hanno contribuito a spingerlo in top-2, sulle spelle dei giganti. Lo precede solo Novak Djokovic, che a sette anni già si vedeva futuro numero 1. 

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"Io non mi vedevo così a quell'età, però quando giocavo contro il muro da piccolo immaginavo di sfidare Federer e Djokovic. Non avrei mai immaginato allora che sarei diventato numero 2. Ma negli ultimi quattro anni ho lavorato per questo" ha detto all'Equipe.

Certo, non è facile quando davanti si hanno tre icone dello sport che vantano, insieme, 58 titoli Slam. Djokovic, Federer e Nadal, ha detto Medvedev, hanno fatto qualcosa di eccezionale, ottenendo record destinati a durare per molti anni.

"Djokovic è arrivato quando Roger e Rafa già vinceevano tutti gli Slam ed è riuscito a raggiungerli: è magnifico - ha detto -. Roger ha una facilità di gioco incredibile. Con altri tennisti parlavamo del suo rientro in campo. Ci siamo detti che, quando torni dopo più di un anno di assenza per infortunio, normalmente non metti una palla in campo e perdi 62 62. Per questo lui è Roger. Nadal è soprattutto Roland Garros. Ha vinto quante volte? Dodici? No, tredici, non si riesce a tenere il conto. Ci si domanda come sia possibile".

Australian Open, day 12: la lezione di Daniil - Le foto

I loro primati, dice, "dureranno finché non vedremo un campione molto più forte degli avversari che inizierà a dominare a 18 anni e andrà avanti fino ai 35. La vita è così. Sento spesso i tifosi o i media chiedersi come faremo, se la gente continuerà a guardare il tennis quando smetteranno loro tre. Ma prima dei Big 3 la gente non guardava il tennis? Non c'erano questi record, ma tutto il mondo amava i tennisti".

Fra cinque anni, Medvedev si vede almeno in top-5. Secondo lui ci sarà ancora Djokovic. "E' talmente forte che lo vedo giocare sempre, un po' come Roger. Magari spero che fra cinque anni riusciremo a giocare meglio di come farà lui. Oltre a Djokovic, [in top 5 vedrei] Zverev, Tsitsipas, Thiem, e spero di esserci anche io".

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