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Campioni internazionali

Monica Seles, 30 anni dopo: l'agguato che cambiò la storia

30 aprile 1993, Amburgo: va in scena il primo – e grazie al cielo unico – agguato a un'atleta su di un campo da tennis. L'autore dell'assalto, Gunter Parche, è scomparso lo scorso anno ma solo pochi giorni fa la stampa tedesca ne ha dato notizia. Monica, invece, ha sostanzialmente chiuso in quel momento una carriera poi ripresa nel 1995, ma con tanti problemi

30 aprile 2023

Ancora oggi, resta una delle giornate più famose della storia del tennis. Siamo nel 1993, 30 di aprile: Monica Seles incontra nei quarti di finale del torneo di Amburgo la bulgara Magdalena Maleeva. È avanti per 6-4 4-3, si cambia campo. Chi sta davanti alla televisione in quel momento non si accorge di nulla, perché l'inquadratura non è su di lei. Eppure si sente un grido, mentre l'immagine seguente è quella di Monica in piedi che si tocca la schiena. È appena andato in scena il primo – e grazie al cielo unico – agguato a un'atleta su di un campo da tennis. L'autore dell'assalto, Gunter Parche, è scomparso lo scorso anno ma solo pochi giorni fa la stampa tedesca ne ha dato notizia. Monica, invece, ha sostanzialmente chiuso in quel momento una carriera che poi sarebbe ricominciata, ma con caratteristiche ben diverse da quelle con cui era stata avviata.

Sì perché la ex numero 1 Wta aveva fatto qualcosa di mai visto, nel mondo del tennis femminile. Un record di precocità che oggi si fatica anche solo a immaginare. Quando non aveva ancora compiuto 20 anni, la ragazza nata a Novi Sad aveva già trionfato in otto tornei del Grande Slam. Unico grande assente: Wimbledon. Per il resto, c'era già tutto: tre titoli in Australia, tre a Parigi, due a New York. Più una finale sui prati di Church Road nel 1992, con Steffi Graf a fermarla. Ecco, Steffi. Proprio per favorire la tedesca – almeno così avrebbe sostenuto il diretto interessato di fronte alle domande della polizia – l'assalitore avrebbe escogitato il piano di aggressione, con un coltello nella schiena destinato alla prima rivale della sua preferita. Quella rivale capace seriamente di togliere le luci dei riflettori dal palcoscenico che la Graf si era costruita fin lì.

Monica Seles, dagli Slam alle lacrime

Un piano che, purtroppo, in parte riuscì. “Ero cresciuta sul campo da tennis – avrebbe raccontato anni dopo Monica – ed era sul campo da tennis che mi sentivo sicura, tranquilla. Quel giorno ad Amburgo mi fu tolto tutto: la mia innocenza, il numero 1, il mio lavoro, ogni cosa. Solo mio padre, in quel momento, aveva la capacità di dirmi parole che mi potessero aiutare”. Proprio dopo la scomparsa del padre, la situazione emotiva di Monica peggiorò ulteriormente. E quando trovò il coraggio di parlarne, ammise tutte le difficoltà di quegli anni: la depressione, la fatica nel ricominciare, i problemi col cibo. Rientrata piuttosto in fretta – nel 1995 – la serba poi naturalizzata americana si sarebbe presa un nono Slam, in Australia nel 1996. Ma lungi dall'essere un ritorno al passato, quello si rivelò una specie di canto del cigno.

Accanto a lei, da sempre e in particolare dopo l'aggressione, c'era un'amica. Si tratta di Gabriela Sabatini, la preferita del pubblico del Foro Italico e l'unica – pare – ad aver votato per congelare il suo ranking al numero 1 nel momento del suo rientro nel circuito. Diverse altre colleghe, all'epoca, semplicemente non riuscirono a entrare in empatia con l'aggredita, non capirono il momento. La Wta, nonostante tutto, concesse a Monica di rientrare con il ruolo di co-numero 1, accanto a Steffi Graf. Ma tutti sapevano che quella magia dei primi anni di carriera si era spenta per sempre. “Per me – avrebbe detto poi la serba – ricevere quel supporto da Gabriela fu molto importante, mi sentii meno sola. Al tempo non c'erano i social, i cellulari. Ognuno il dolore se lo teneva dentro. Penso che oggi gli adolescenti e le persone con difficoltà come quelle che ho incontrato io abbiano più possibilità di uscirne. Per me fu dura”.

Oggi Monica Seles è una donna di quasi 50 anni (li festeggerà nel mese di dicembre) che ha fatto pace con se stessa, con il suo passato, con chi l'ha sostenuta e con chi avrebbe dovuto sostenerla. È sposata con Tom Golisano, uomo d'affari americano che ha 32 anni più di lei. Si occupa di beneficenza, di sostegno all'educazione, ma soprattutto di parlare ai giovani per far sì che non soffrano ciò che ha sofferto lei. Lei che ancora oggi, forse, rivive quell'incubo di 30 anni fa, quando un coltello piantato nella schiena fece gelare il sangue al mondo del tennis. Riscrivendo una storia che in quel momento sembrava destinata a trovare una regina assoluta di nome Monica.

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