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Campioni internazionali

Coach Mouratoglou: "Sistema Italia? Invidiabile"

L'allenatore di Serena Williams non resta indifferente di fronte al grande momento del tennis italiano. "Ci sono tanti Paesi in questo momento - dice - che invidiano i vostri risultati e il vostro sistema"

di | 14 ottobre 2020

Patrick Mouratoglou, coach di Serena Williams

Patrick Mouratoglou, coach di Serena Williams

Nemmeno uno dei coach più popolari e vincenti al mondo può restare indifferente di fronte al sistema Italia. Patrick Mouratoglou, guida di Serena Williams e di altri campioni sul fronte maschile (Baghdatis, Dimitrov, Tsitsipas), è incantato dalla valanga azzurra che si sta abbattendo sul circuito Atp.

L'ha spiegato con la sua consueta chiarezza, la stessa che gli ha consentito di essere uno degli allenatori più apprezzati dai giocatori, durante il Festival dello sport, l'evento organizzato a Milano dalla Gazzetta dello sport.

“Penso che la Federazione italiana – spiega il tecnico francese – abbia fatto un grande lavoro negli ultimi anni. Prima di tutto, l'Italia ha già dei grandi giocatori nei top 20 Atp come Matteo Berrettini e Fabio Fognini, ma ci sono pure alcuni nuovi arrivati come Lorenzo Musetti e Jannik Sinner che hanno un enorme potenziale. Quindi il vostro futuro appare davvero radioso. La Fit ha il merito di aver messo il vostro tennis in questa posizione, in cui molti altri Paesi vorrebbero trovarsi. Certamente Musetti e Sinner devono ancora lavorare per arrivare in alto, ma hanno il potenziale per diventare top players, quindi per il tennis italiano i prossimi anni saranno decisamente brillanti, siete in una situazione ideale”.

Musetti e Sinner sono i due teen-ager che tornano più spesso nelle analisi del coach transalpino. Due giocatori diversi ma ugualmente promettenti. “Jannik ha già ottenuto risultati importanti anche contro alcuni top players – continua Mouratoglou – e possiede un tennis moderno ed efficace. Un tennis robusto che poggia su un fisico elastico, esattamente ciò che serve oggi per vincere ad alto livello. In questo senso, basta vedere Novak Djokovic ed è tutto chiaro. La perfezione oggi è un atleta di circa un metro e ottanta, ma con un fisico asciutto, perché non ci si può permettere di essere eccessivamente robusti quando sono richiesti continuamente dei cambi di direzione”.

“Fisicamente Jannik può crescere ancora, mentre sotto il profilo tecnico può migliorare molto nel servizio. La sua qualità principale, tuttavia, è che non ha nessuna paura, a prescindere dall'avversario che si ritrova di fronte. Inoltre ha il vantaggio di avere Riccardo Piatti al suo fianco: un grande professionista che lo sostiene e che lo segue fin da quando era piccolo. Musetti per certi versi è più italiano, nel senso che ha un gioco fantasioso, con tante variazioni di ritmo e la capacità di inventare. Allo stesso tempo però sta imparando a rendere il suo tennis redditizio e questo è fondamentale. Bisogna saper affiancare la creatività alla concretezza, lui ci sta riuscendo e sono sicuro che arriverà lontano”.

La perfezione, oggi, è un atleta di un metro e ottanta, ma con un fisico asciutto e resistente

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Ma cosa serve, a un ragazzo che arriva nel Tour nell'anno 2020, per sfondare nel mondo dei pro?

“Deve avere ben chiari i suoi obiettivi e le sue ambizioni. Solo chi ha una visione di se stesso nel lungo periodo può davvero puntare ad avere successo. Lo sport in fondo è una cosa semplice: si tratta di competere e saper vincere. Poi la guida è la passione, devi essere al cento per cento focalizzato su ciò che stai facendo. Immaginiamo per un attimo due giocatori di pari livello, uno è concentrato sempre al 100 per cento, l'altro solo al 50. Ebbene, alla lunga questo divario si allargherà costantemente fino a diventare incolmabile, pur partendo dalla medesima base".

"Alla fine di una giornata di lavoro, la chiave è cercare di capire quali progressi hai fatto e quanti ne puoi fare ancora. E chi ha passione in ciò che sta facendo farà più progressi degli altri, su questo non ci sono dubbi. Il tennis richiede molto e dà pure molte delusioni, perché se ci pensate la maggior parte dei giocatori perde tutte le settimane, di conseguenza bisogna avere una voglia di emergere molto forte. Per diventare un campione, che è lo step successivo, ciò che fa davvero la differenza è dunque la forza mentale. La mia filosofia è capire le esigenze di ogni giocatore, ognuno è diverso e il coach deve capirlo. Non tutte le regole valgono per chiunque". 

Lorenzo Musetti (foto @LaPresse)

Il 2020 è un anno particolare per via della pandemia, con tanti tornei in sofferenza e un calendario rivoluzionato. Ma nel complesso, il mondo del tennis, come esce da questa situazione? 

“Ci sono diversi livelli. Il primo è quello dei grandi tornei perché i top players devono competere. Ma il problema è stato ed è tuttora che lo sport dipende dai singoli governi. Se vuoi organizzare un evento in Italia e il governo dice che non puoi, devi cancellarlo. Penso che Atp e Wta abbiano messo in calendario quanti più tornei possibile. Il che era molto difficile da fare perché finanziariamente, senza pubblico, con tv e sponsor che stanno soffrendo, gestire la parte economica del mondo del tennis è diventato complicato. Quindi la maggior parte dei tornei sta perdendo denaro e dovrà cercare di limitare i danni. Ma la cosa più preoccupante, ed è il secondo livello, riguarda i giocatori oltre il numero 100 al mondo, tanto nel Tour Atp quanto in quello Wta. Sono i giocatori che nella maggior parte dei casi non hanno soldi da parte e per i quali non guadagnare ha rappresentato una situazione molto difficile da affrontare. Sono contento di aver visto che i governi del tennis hanno raccolto fondi da destinare a loro perché sono convinto che tutto il movimento debba prodigarsi per aiutare questi giocatori proprio adesso, senza aspettare perché altrimenti rischia di essere troppo tardi e molti rischiano di smettere”.

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