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Campioni internazionali

Il segreto della rimonta di Nadal contro Medvedev: prender tempo

Il coach e match analyst Craig O'Shannessy ha analizzato gli aspetti tattici della finale dell'Australian Open e individuato l'elemento che ha spostato gli equilibri in favore di Rafa Nadal: lo spagnolo ha saputo aspettare che l'inerzia del match, basata su scambi molto lunghi che non lo favorivano, girasse. Non si è arreso e appena l''avversario gliene ha dato la possibilità è tornato a spingere forte per chiudere il punto più velocemente, come piaceva a lui

di | 01 febbraio 2022

Dopo la celebrazione del record di 21 Slam di Rafa Nadal e le lacrime del deluso Daniil Medvedev, "bambino che ha smesso di sognare", torniamo a freddo sulla finale dell'Australian Open 2022. Lo facciamo guardando al campo, e al fattore decisivo che ha deciso la sfida dal punto di vista tattico. Lo spiega Craig O'Shannessy, coach e match analyst che collabora come consulente per la Federazione Italiana Tennis, nel suo articolo per il sito dell'ATP qui riprodotto in traduzione italiana.

I punti andavano per le lunghe. Ironicamente, il match stava scivolando via velocemente. Ma Rafael Nadal ha orchestrato una clamorosa rimonta nella finale dell'Australian Open per battere Daniil Medvedev 2-6, 6-7(5), 6-4, 6-4, 7-5.

L'incontro è durato cinque ore e 24 minuti ed è finito all'1:11 del mattino. Nel buio della notte, la strategia vincente per lo spagnolo si è alla fine materializzata.

Per Nadal, la lunghezza degli scambi ha avuto la funzione del canarino per i minatori nel corso di tutto il torneo e della finale. Nelle sue prime sei partite, in media i punti duravano 4,05 colpi. Nel quarto di finale vinto contro Denis Shapovalov è scesa a 3,11, nel turno precedente contro Adrian Mannarino a 3,55. Rafa stava chiaramente traendo benefici da uno stile di gioco offensivo mentre marciava un turno dopo l'altro nel torneo sui campi di Melbourne dove sentiva che la palla "schizzava" e non "si fermava tanto" dopo il rimbalzo.

Poi dall'altra parte della rete è comparso Medvedev e tutto il gioco d'attacco è scomparso. Il russo ha neutralizzato lo stile aggressivo di Nadal nel primo set, facendo impennare la durata media degli scambi a 6,27 colpi per punto.

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Nei turni precedenti di Nadal, la più lunga durata media si era registrata al primo turno contro Marcos Giron: 4,75 colpi per punto.

Nel primo set della finale, sembrava che i giocatori si stessero sfidando in slow motion. Medvedev ha giocato al gatto e al topo con Nadal. Gli scambi più lenti e più lunghi hanno bloccato gli attacchi dello spagnolo che nel primo set ha commesso 23 errori gratuiti contro i 10 di Medvedev. Si è trovato a giocare a velocità più bassa e ad altezze diverse, a reagire più che prendere l'iniziativa.

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Il primo set è stato una battaglia, il secondo anche di più, visto che i punti sono durati in media 6,83 colpi. I rovesci slice hanno sostituito i tipici diritti anomali da destra di Nadal. Ben ventotto punti si sono conclusi in nove colpi o più nel secondo set Medvedev ha vinto 7-5 al tiebreak. Scambi molto lunghi, compreso uno da ben 40 colpi all'inizio del secondo set, sembravano la nuova norma della finale.

Nel momento più difficile del match, Nadal si è trovato sotto 2-3 0-40 nel terzo set. Si trovava a un battito di ciglia da un sicuro pericolo. Una volta tenuto quel turno di battuta, ha iniziato a giocare più aggressivo e a determinare maggiormente l'andamento del match.

Così la lunghezza degli scambi è scesa, l'equilibrio del match è passato dalla parte di Nadal e dal rifiuto della sconfitta è nata un'improbabile vittoria.

Lunghezza media degli scambi per set

  • 1° set = 6,27 colpi
  • 2° set = 6,83 colpi
  • 3° set = 5,56 colpi
  • 4° set = 5,03 colpi
  • 5° set = 4,31 colpi

Quanto più Nadal rimetteva in piedi la partita, tanto più la durata media degli scambi si riduceva, un elemento favorevole al maiorchino.

Nel quinto set, ad esempio, si sono visti meno scambi durati più di nove colpi di ogni altro parziale della finale.

Scambi da almeno 9 colpi per set

  • 1° set = 15
  • 2° set = 28
  • 3° set = 15
  • 4° set = 12
  • 5° set = 11

Una delle più grandi strategie tennistiche di sempre richiede semplicemente di restare aggrappati alla partita, prendere tempo. Non mollare la presa quando le cose non vanno in tuo favore.

Perché le cose possono cambiare. Le stagioni possono cambiare. Dopo la notte arriva il giorno. E un 20 può diventare un 21 se rimani attaccato alla partita abbastanza a lungo da capire il problema.

*L'articolo è stato pubblicato sul sito dell'ATP nell'ambito della rubrica "Brain Game". Traduzione a cura di Alessandro Mastroluca


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