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Le Original Nine, le nove giocatrici guidate da Billie Jean King che giocarono il primo torneo professionistico femminile, entreranno nella Hall of Fame nel 2021. Otterranno lo stesso riconoscimento l'ex numero 1 del mondo Lleyton Hewitt e il leggendario coach Dennis van der Meer
di Alessandro Mastroluca | 26 febbraio 2021
Le Original Nine, Lleyton Hewitt e Dennis van der Meer, il coach che ha ideato lo Standard Method of Instruction per l'insegnamento riconosciuto ufficialmente in 125 nazioni, entreranno nella Hall of Fame nel 2021.
Quando si parla delle Original Nine, il riferimento è alle giocatrici che il 23 settembre 1970 hanno firmato per un dollaro simbolico dando vita al primo torneo professionistico solo femminile nella storia del gioco. Due le stelle di quel gruppo: Billie Jean King, futura prima presidente della WTA, e Rosemary "Rosie" Casals, che il torneo l'avrebbe vinto. Casals, nella Hall of Fame dal 1996, ha conquistato 112 trofei in doppio, compresi quattro US Open e cinque Wimbledon vinti in coppia con Billie Jean King.
Delle Original Nine fanno parte anche Nancy Richey, Julie Heldman, Valerie Ziegenfuss, Judy Tegart Dalton, Kerry Melville Reid, Jane "Peaches" Bartkowicz e Kristy Pigeon.
Richey, 28enne al momento di quella prima storica firma, aveva già vinto due Slam (Australian Open 1967, Roland Garros 1968). In carriera ha conquistato 69 titoli in singolare, 50 nell'era pre-Open e 19 dopo, e toccato il best ranking di numero 2. Ha ottenuto quattro Slam in doppio, ha concluso la carriera dopo lo US Open 1978, il primo a Flushing Meadows.
Heldman, infortunata in quel settembre del 1970, ha comunque firmato. Anche perché la decisione storica di organizzare quel primo Virginia Slims Invitational la prende sua madre Gladys, influente direttrice della rivista Tennis World Magazine e amica di Joe Cullman, CEO della Phillip Morris di cui faceva parte il brand delle sigarette Virginia Slims, sponsor del torneo e del primo circuito tutto femminile.
Zeigenfuss, allora ventunenne, ha raggiunto gli ottavi in tre tornei dello Slam (US Open 1969 e 1975, Roland Garros 1972), quattro semifinali in doppio nei major e la finale del torneo Virginia Slims a Oklahoma nel 1972, sconfitta da Rosie Casals.
Dalton, australiana specialista del serve and volley, è la finalista del primo Virginia Slims Invitational. Aveva già centrato la finale a Wimbledon nel 1968: perse contro King dopo acer eliminato Margaret Court, sua compagna di doppio in cinque degli otto major conquistati in doppio. Ha continuato a giocare fino all'Australian Open del 1977, lasciando il tennis a 40 anni.
Reid, allora 23enne, vinse quell'edizione. In carriera ha conquistato 22 titoli e giocato altre 40 finali, compresi i primi Virginia Slims Championships, torneo che anticipa le WTA Finals, nel 1972. Si giocava a Boca Raton, con un montepremi senza precedenti di 100 mila dollari.
Bartkowicz è entrata in quelle che sarebbero diventate le Original 9 a ventun anni. In carriera ha trionfato a Cincinnati e Toronto, giocato due quarti di finale allo US Open, e non ha mai perso una partita in singolo o doppio quando ha rappresentato gli USA in Fed Cup e in Wightman Cup.
Pigeon è la più giovane delle Original 9. Ventenne al momento della rivoluzione, già campionessa junior allo US Open e a Wimbledon, ha abbandonato il tour nel 1975. Si è laureata in arte e biologia a Berkeley. Nel 1991 ha fondato Sagebrush Equine Training Center for the Handicapped, uno dei principali centri degli Stati Uniti per l'ippoterapia.
"Le giocatrici di oggi vivono la nostra visione" ha detto Billie Jean King celebrando l'anno scorso i cinquant'anni dalla storica iniziativa. "Nel 1970, e nei primi anni successivi, nessuno credeva che il tennis femminile sarebbe diventato uno sport globale, ricco come è oggi. Ma è così, e le giocatrici continueranno a ispirare le nuove generazioni".
Lleyton Hewitt, un ribelle da Slam
Aveva una visione anche Lleyton Hewitt. “Crescendo, volevo raggiungere tre obiettivi: vincere uno Slam, la Davis e diventare numero 1 del mondo”. Li ha soddisfatti tutti quando il 19 novembre 2001, a 20 anni e 8 mesi, è diventato il più giovane numero 1 di sempre, batte anche il primato di Ellsworth Vines, n.1 a 21 anni nel 1932.
Aveva già vinto allora il suo primo Slam, lo US Open del 2001 su Pete Sampras, a cui sarebbe seguito il trionfo a Wimbledon nel 2002, sull'argentino David Nalbandian, in una finale senza serve and volley. Ha conquistato altri 28 titoli, a partire dal torneo di Adelaide del 1998: nella sua città natale vinse il titolo a sedici anni, da numero 550 del mondo.
Nel 1999 ha debuttato in Coppa Davis. Ha sconfitto Todd Martin negli ottavi, dominato in tre set Yevgeny Kafelnikov in semifinale. Ha perso i due singolari in finale, ma l'Australia ha comunque battuto la Francia. Attuale capitano di Davis, ha partecipato da giocatore ad altre tre finali: le due perse contro Spagna e Francia nel 2000 e 2001, il trionfo del 2003 sempre contro la Spagna.
Numero 1 del mondo a fine anno per due stagioni, 2001 e 2002, gli stessi in cui ha trionfato alle ATP Finals, Hewitt ha segnato la stagione di passaggio tra Pete Sampras e Roger Federer. E lasciato intravedere la strada che il tennis avrebbe intrapreso negli anni a venire, premiando la risposta più del servizio e l'atletismo più dell'elegante gioco d'attacco.
Prezioso nella storia del gioco il contributo di Dennis Van der Meer, che ha allenato campioni come Billie Jean King e Margaret Court, è il coach dei coach. Nato in Namibia, con il suo inseparabile fischietto ha trasformato la storia del gioco. "Pochi hanno fatto così tanto per alzare lo standard del tennis" ha detto il coach Dick Gould. "Ha reso migliori tante persone e tanti allenatori".