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Ecco le storie, personali e di coppia, delle formazioni ormai matematicamente sicure di avere in mano il biglietto per le Nitto ATP Finals di Torino. Ci sono Ram (numero 1 del mondo) insieme a Salisbury, i migliori della Race Koolhof e Skupski, e infine Rojer con Arevalo. Scopriamo i loro segreti
07 ottobre 2022
La corsa per un posto alle Nitto ATP Finals si fa sempre più serrata. Dando uno sguardo alla Pepperstone ATP Doubles Team Rankings, la classifica basata sui migliori risultati stagionali delle coppie di doppio che determinerà le otto qualificate all’ombra della Mole Antonelliana, è facile che si intreccino gli occhi e ci si perda in calcoli decisamente complicati.
Dalla sesta alla tredicesima posizione troviamo ben otto coppie in meno di 1000 punti, con quattro tornei (tra i quali un ‘500’ e un ‘1000’) da disputare (la simultaneità, ovviamente, impone delle scelte): è bagarre. C’è chi invece, in virtù degli straordinari traguardi già tagliati nell’arco della stagione, può sorridere e prenotare con tutta la calma del mondo un aereo per Torino. Sono tre le coppie già qualificate, coppie che profumano di storia e di record al di là dei titoli sistemati in bacheca.
Doppio sincronizzato, le foto più belle
Ci sono Jean Julien Rojer e Marcelo Arevalo, gli eroi del Roland Garros. Il 40enne olandese, nato a Curacao (l’isoletta maggiore dell’arcipelago più meridionale delle Piccole Antille, nel paradiso dei Caraibi), è divenuto il più anziano campione in un Major nella specialità della cosiddetta Era Open. Arevalo è stato il primo tennista centroamericano a trionfare in un torneo dello Slam. Nelle due settimane parigine hanno annullato un totale di otto match point, prima di esplodere di gioia sotto il tetto chiuso a causa della pioggia dopo la vittoria in finale su Ivan Dodig e Austin Krajicek. Rojer è un personaggio unico, uno di quelli che fanno bene al tennis e allo sport in generale. Papà Randall, dentista, e mamma Nazira, maestra, hanno sempre voluto il meglio per lui e suo fratello Jamil.
È così che Jean-Julien si è avvicinato al tennis, vedendo Jamil giocare sul campo in cemento (uno dei pochi dell’isola) vicino casa. Curacao non dista molto da Miami, ed è lì che JJ si trasferisce presto per allenarsi e disputare i primi tornei under. Quindi l’arrivo a Los Angeles, dove presso la UCLA studia sociologia e continua a giocare a tennis guadagnandosi in due occasioni il titolo di All-American (uno dei riconoscimenti universitari più prestigiosi). Oggi Jean-Julien è marito e padre. Ha vinto tre Slam (al Roland Garros di quest’anno vanno aggiunti Wimbledon 2015 e US Open 2017) e parteciperà per la settima volta al ‘Torneo dei Maestri’. Lo farà con il terzo partner diverso dopo il pakistano Aisam-ul-Haq-Qureshi e il romeno Horia Tecau, con il quale vinse nel 2015.
Certi di un posto a Torino anche il britannico Joe Salisbury e lo statunitense Rejeev Ram. I primi due doppisti del mondo si sono resi protagonisti di un entusiasmante back-to-back agli US Open diventando la prima coppia a trionfare per due anni consecutivi sui campi di Flushing Meadows dal 1996, quando l’impresa riuscì ai leggendari ‘Woodies’ (Todd Woodbridge e Mark Woodforde). Londinese di origine controllata, Joe è la “scheggia impazzita” della coppia. Anche sulle palle impossibili, lui c’è. Rajeev, il saggio di Denver (Colorado), è l’uomo di esperienza. E che esperienza.
Lunedì 3 ottobre è diventato il più anziano numero 1 nella storia della specialità, superando l’australiano (naturalizzato sudafricano) Bob Hewitt, che nel 1976 si piazzò sul gradino più alto del ranking a 36 anni. Doppista a 360° dal 2017, da giovane Ram ha giocato per la University of Illinois, vincendo il titolo nazionale nel 2003. In carriera ha conquistato 25 titoli tra i quali spiccano 3 Major, tutti ottenuti dividendo il campo con Salisbury.
“È una storia incredibile – ha dichiarato Ram in un’intervista rilasciata al sito ufficiale ATP – e ogni giorno sono sempre più grato per aver avuto una carriera così lunga. Negli ultimi tre o quattro anni io e Joe ci siamo sentiti davvero al massimo della forma ed è per questo che siamo riusciti a conquistare i titoli più importanti. I record? Non amo parlarne, ma sono la dimostrazione che si può anche attendere a lungo. Ciascuno di noi ha il proprio percorso e le cose assumono un sapore più dolce quando si necessita di più tempo per poterle ottenere”.
La quarta qualificazione consecutiva alle Nitto ATP Finals è sintomo di continuità e di grande affiatamento, in campo e fuori. “La coppia viene prima di tutto – ha aggiunto il 18esimo americano della storia in testa alla classifica -, abbiamo intorno a noi un team in cui crediamo e di cui ci fidiamo. Il lavoro di squadra ha fatto e continuerà a fare la differenza”.
Infine ma non da ultima, la coppia che a Torino vivrà l’emozione del ballo dei debuttanti. L’olandese Wesley Koolhof ed il britannico Neal Skupski, che nella Pepperstone ATP Doubles Team Rankings guardano tutti dall’alto in basso, sono stati i primi a qualificarsi aritmeticamente per le Nitto ATP Finals. Il 33enne di Zevenaar, cresciuto nel mito di Andre Agassi, viene da una famiglia di sportivi. Papà Jurrie è un ex calciatore e ha vestito la gloriosa maglia degli ‘Orange' nell’era del dopo Cruijff. Mamma Monique, invece, ha fatto parte della nazionale di hockey su prato dal 1983 al 1987. Wesley le Finals le conosce, avendo già vinto l’ultima edizione londinese (quella del 2020) accanto al croato Nikola Mektic. Mentre per il tennista di Liverpool sarà la prima volta. Come coppia quest’anno hanno già conquistato sei titoli, tra i quali i Masters 1000 di Madrid e di Montreal.
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