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Campioni internazionali

Raducanu sceglie coach Green: perché può essere la mossa giusta

Raducanu cambia il quinto coach in sedici mesi. Via anche Tursunov, si affida a Jez Green che ha trasformato un teenager Andy Murray in un campione Slam.

di | 12 ottobre 2022

Emma Raducanu cambia il quinto coach in sedici mesi. La numero 1 britannica, che ha di fatto chiuso la sua stagione con il forfait al WTA di Cluj-Napoca e giocherà solo le finali di Billie Jean King Cup a Glasgow, aveva iniziato da poco una collaborazione con Dmitry Tursunov. Ma l'ex Top 20 russo ha deciso di proseguire in altre direzioni anche se, come spiegano la BBC e il quotidiano The Telegraph, la diciannovenne avrebbe voluto continuare a lavorare con lui. Dopo Wimbledon, durante la collaborazione, Raducanu ha vinto otto delle 15 partite giocate e centrato la semifinale a Seoul, la prima a livello WTA dal trionfo allo US Open del 2021.

Tursunov, fino allo scorso giugno coach della ex numero 2 del mondo Anett Kontaveit, ha incontrato anche non pochi problemi nell'ottenere i visti per seguire le sue giocatrici nei tornei. Il divorzio dal russo rappresenta un ulteriore segnale di poca stabilità nella stagione di Raducanu, ferma per un infortunio al polso. Nell'ultimo anno e mezzo, infatti, aveva già lavorato con Nigel Sears, Andrew Richardson e Torben Beltz prima della parentesi con Tursunov.

A questo punto, l'obiettivo per i prossimi due mesi è mettere a punto una preparazione atletica che possa consentirle di vivere un 2023 più continuo. Per questo ha scelto di affidarsi a Jez Green, figura chiave per trasformare Andy Murray da interessante prospetto a campione Slam. Durante il periodo in cui hanno lavorato insieme, Murray ha vinto US Open, Wimbledon e l'oro olimpico. Poi Green è passato all'angolo di Tomas Berdych, Alexander Zverev, Karolina Pliskova e ora Dominic Thiem.

Green potrebbe darle quella struttura fisica all'altezza delle esigenze del WTA Tour e consentirle maggiore continuità di rendimento. Dopo l'exploit a Flushing Meadows l'anno scorso, le 10 vittorie in due set tra qualificazioni a main draw allo US Open 2021, ha perso 19 partite su 36 e si è ritirata quattro volte. Nelle ultime settimane ha abbandonato la semifinale del Korea Open a Seoul contro Jelena Ostapenko per un problema al gluteo sinistro e si è poi cancellata dai tornei di Cluj-Napoca e Guadalajara per un forte dolore al polso destro.

Green-Raducanu, tre motivi per cui può essere la scelta giusta

Ci sono almeno tre motivi per cui la scelta di Jez Green potrebbe rivelarsi vincente per la britannica. Intanto, conta l'esperienza passata con Andy Murray che ha cominciato a lavorare con lui quando era poco più di un allampanato teenager con una folta e capricciosa chioma di capelli rossi. 

Green e Murray hanno iniziato a lavorare insieme nel 2007, due estati dopo che lo scozzese si era arreso ai crampi a Wimbledon contro David Nalbandian. Un'estate più in là batteva Richard Gasquet ai Championships recuperando da sotto di due set e mostrando ai fotografi con fierezza un bicipite gonfio e definito.

Poi c'è il resto del curriculum di Green, che parla da solo. Ha lavorato con grandi giocatori, ha esaltato tennisti e tenniste con un fisico delicato su cui agire non in direzione della forza quanto sul piano dell'elasticità e della durata. Vale anche per Raducanu, oggi una teenager dal fisico ancora esile, che necessita di un efficace e personalizzato programma di allenamento.

Il trionfo allo US Open aveva illuso tanti ma le condizioni di gioco e le palline leggere hanno probabilmente permesso a Raducanu di esaltare i punti di forza e nascondere le debolezze. Ma non in tutti i tornei gli scambi sono così brevi e nel lungo periodo la poca resistenza si è rivelata un fattore cruciale per Raducanu. E' una delle principali lezioni della sua prima stagione completa nel WTA Tour.

La scelta di Green lascia intendere anche che Raducanu stia imparando dai suoi errori. La britannica ha pagato un approccio eccessivamente caotico e non strutturato nel corso del 2022 a tutti i livelli. Simon Briggs sul Telegraph ha citato anche l'esempio del passaggio dalle corde in poliestere a quelle in budello nel bel mezzo della stagione sulla terra rossa.

Una decisione sorprendente, almeno tanto quanto la scelta di non avere un preparatore atletico full time nel suo staff ai tornei ma limitarsi a lavorare occasionalmente con Gareth Shelbourne, che conosce da quando era junior, in Inghilterra nelle pause fra gli eventi. Aver cambiato piano e optato per Green è indicativo. Il preparatore non appare certo una figura intenzionata a rimanere in disparte, per cui averlo assunto indica anche una diversa predisposizione al lavoro sulla parte atletica da parte di Raducanu.

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Non è da escludere che il lavoro si concentri soprattutto sui movimenti in campo. Secondo Green, infatti, "il lavoro atletico o con i pesi è un accessorio per i movimenti in campo". In questa dichiarazione in un'intervista per il podcast Control the Controllables podcast c'è tutto il Green-pensiero. "Quando ero più giovane, ho passato tre anni a studiare in slow motion i migliori giocatori del mondo per vedere cosa facevano con i piedi - ha detto Green -. Quando hai capito i suoi pattern, gli schemi con cui si muove in campo, intorno a questi costruisci la forza e la resistenza".

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