Chiudi

-
Campioni internazionali

Troppo Nadal per Travaglia

Il dodici volte campione del Roland Garros sbarra la strada al terzo turno al marchigiano mostrandosi in crescendo di condizione: "Il mio miglior match fin qui, anche il servizio ha funzionato bene e sono stato davvero aggressivo"

di | 02 ottobre 2020

Stefano Travaglia

Il diritto di Stefano Travaglia (foto Getty Images)

A volte anche una sconfitta, sebbene pesante, può essere il punto di svolta di una carriera. Anche se può sembrare un paradosso, è questo lo spirito con cui Stefano Travaglia deve prendere la brusca battuta d’arresto a cui è andato incontro per mano di Rafael Nadal nel terzo turno del Roland Garros (la prima volta in uno Slam per il marchigiano): 61 64 60 il punteggio con cui, in un’ora e 35 minuti, lo spagnolo, numero 2 del mondo e del seeding, ha staccato il pass per gli ottavi di finale, centrando la vittoria numero 97 a Parigi a fronte di sole due battute d’arresto, la quinta senza concedere alcuna palla break.

Di fronte al re del rosso il 28enne di Ascoli Piceno, numero 74 ATP, ha inizialmente pagato dazio all’emozione della prima volta sul Centrale “Philippe Chatrier” incassando un parziale di 9 punti a 0, con Nadal a portarsi rapidamente sul 3-0, quando l’azzurro ha rotto finalmente il ghiaccio. Ma è stata davvero asfissiante la pressione del campione spagnolo - a caccia del 13° trionfo parigino che gli consentirebbe di eguagliare il record di 20 trofei Slam di Roger Federer -, durante lo scambio sempre dentro il campo o al massimo sulla riga di fondo, capace di mettere insieme una striscia di 12 punti consecutivi che gli è valsa il 61 in 23 minuti, ottenuto con un diritto lungolinea impressionante dopo una risposta di Travaglia sui suoi piedi.

Dopo questo battesimo del fuoco, scrollate di dosso le paure, il marchigiano ha tenuto i suoi turni di battuta fino al 3-3, quando il maiorchino ha giocato un game pressoché perfetto come attenzione e intensità, costringendo ai chilometri l’italiano fino al break decisivo che gli ha spianato la strada per la conquista della seconda frazione.

Tranquillizzato dal margine di vantaggio, Nadal con il suo completo celeste con motivi anche di rosa e bianco ha lasciato andare ancora di più il braccio, mentre “Steto” un po’ scoraggiato ha offerto minore resistenza nel terzo set, andando incontro a un “bagel” che comunque non cambia la sostanza di un’avventura parigina assai positiva per il pupillo di Simone Vagnozzi. E gli applausi del pubblico del “Chatrier” sono una soddisfazione che deve servigli anche da stimolo.

Il rovescio di Rafael Nadal (foto Getty Images)

Stefano Travaglia colpisce di diritto (foto Getty Images)

I numeri dicono che il mancino di Manacor ha piazzato 28 vincenti a fronte di 13 errori non procurati, con il 73% di prime di servizio in campo (78% di conversione e addirittura l’82% con la seconda palla), mentre sono stati 13 i vincenti di Travaglia, incappato in 24 gratuiti. “Penso di aver disputato il mio miglior match di questa edizione del Roland Garros – conferma Rafa commentando il successo - e quindi ne sono contento. Sono riuscito a servire bene e a mettere pressione sui miei colpi, comandando sempre lo scambio e attaccando anche più del solito. Quanto conta avanzare senza spendere troppe energie? Non so dirlo adesso, lo scopriremo. Ci troviamo quest’anno in una situazione molto strana, dopo tanti mesi di stop, in particolare per me che non giocavo un torneo dagli Australian Open. Il mio obiettivo è proseguire in questo modo alzando il livello partita dopo partita”.

L'esultanza di Rafa Nadal a fine match (foto Getty Images)

Però le preoccupazioni esternate alla vigilia riguardo a durezza delle palline, clima freddo e umido e conseguente lentezza dei campi per ora sono accantonate per il campione in carica, che sulla strada per i quarti troverà il figlio d’arte Sebastian Korda (papà Petr è stato numero 2 del mondo a fine anni Novanta e finalista proprio a Parigi nel 1992), numero 207 ATP, partito dalle qualificazioni, che nel “derby” tra qualificati ha travolto per 64 63 61 lo spagnolo Pedro Martinez, numero 105 del ranking. All’esordio all’ombra della Tour Eiffel, suo secondo Major dopo gli Us Open del mese scorso, il 20enne nato a Bradenton (Florida) si è spinto fino agli ottavi, regalandosi l’opportunità di misurarsi con il “signore della terra”. Scusate se è poco.

SINGOLARE MASCHILE


Non ci sono commenti
Loading...