Roland Garros, una statua per Nadal: "Sta facendo la storia"

A sette mesi dall'ultimo trionfo, Rafa Nadal torna a Parigi da grande favorito. Tanti si aspettano di  di vederlo alzare al cielo la quattordicesima Coppa dei Moschettieri e superare i venti titoli Slam in carriera di Roger Federer. "A Parigi c'è una sola cosa che non conosciamo, chi batterà Nadal in finale" ha detto Patrick Moratoglou.

Essendo testa di serie numero 3, inserito nella densa parte alta con Novak Djokovic e Federer, di sicuro non si ripeterà la stessa finale del 2020 contro il serbo, numero 1 del mondo.

Il percorso di Nadal inizierà contro il 21enne australiano Alexei Popyrin, che il maiorchino ha già battuto un mese fa negli ottavi a Madrid. Vincitore a Singapore, numero 32 nella Race to Turin, Popyrin ha sconfitto in stagione, tra gli altri, Reilly Opelka, David Goffin e Jannik Sinner (per quanto condizionato dall'allergia), possibile avversario di Nadal negli ottavi.

Di fronte alla storia di Nadal a Parigi, comunque, l'identità degli avversari nella sua sezione di tabellone perdono di potere euristico nell'esercizio sempre effimero della valutazione della difficoltà del percorso.

Ogni avversario sa di scendere in campo contro un campione che al Roland Garros ha perso solo due partite in carriera. Quest'anno, ogni avversario saprà di affrontare un po' Nadal e un po' la sua statua, svelata giovedì vicino all'entrata "Grand Public" e al  Jardin des Mousquetaires. 

Inaugurato alla presenza del tredici volte campione di Parigi è del presidente della Federazione francese Gilles Moretton,  l'omaggio realizzato dallo scultore Jordi Díez Fernandez si propone di restituire un'esaltazione del movimento, di fermare il flusso di energia racchiuso in uno dei movimenti più iconici dello spagnolo.

Ha scelto di raffigurare Nadal mentre ha appena terminato di colpire un diritto in salto, con i piedi staccati da terra e la testa voltata verso il braccio sinistro, opposta alla racchetta, portata all'altezza della spalla destra.

Alta tre metri, larga 4,89 e profonda due, la statua ha richiesto 800 chili di acciaio inossidabile, materiale con cui Fernandez, uno dei più grandi scultori contemporanei spagnoli, lavora ormai da oltre dieci anni. Da sempre interessato all'anatomia, ha realizzato figure monumentali e dinamiche come "El Arquero" (Dubai 2010) che raffigura un arciere, oppure il "Monumento a Ildefons Cerdà", l'autore del piano urbanistico che a metà dell'Ottocento cambiò il volto di Barcellona.

Questa, però, è speciale per lo scultore che mai prima d'ora aveva ritratto in un'opera una persona ancora vivente. "Ho realizzato la statua sospesa per far capire quanto velocemente si stia muovendo la palla" ha spiegato all'agenzia di stampa spagnola EFE a proposito del progetto, approvato dal precedente presidente della Federtennis francese Bernard Giudicelli.

Nadal, ha spiegato l'artista, "rappresenta tanti aspetti ma alla fine si riduce tutto alla forza, fisica e interiore". Per esprimerla e raffiguarlo al meglio, Fernandez è anche andato a Mallorca per prendere le misure del corpo dell'atleta e realizzare un primo calco delle mani.

Rispetto alle sue precedenti opere, Fernandez sottolinea anche un'altra significatica differenza. "Realizzare un monumento per un personaggio storico storica serve a perpetuarne la memoria. In questo caso, l'obiettivo è amplificare la figura. Mi concentro sull'emozione che le persone avvertono - ha spiegato Fernandez -. Questa statua non commemora la storia, racconta che Rafa sta facendo la storia".