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Alla vigilia dell’impegno con la Nazionale a Bratislava per la sfida contro la Slovacchia, valida per il turno preliminare di Billie Jean King Cup (venerdì e sabato), Martina parla di questo inizio di stagione illuminato dal “best ranking” e dell’orgoglio di giocare in Nazionale
di Tiziana Tricarico | 13 aprile 2023
La top-20, un traguardo che prima di lei hanno raggiunto solo altre sette giocatrici italiane: Schiavone (n.4), Errani (n.5), Pennetta (n.6), Vinci (n.7), Farina (n.11), Reggi (n.13) e Cecchini (n.15). Un “best ranking” siglato lunedì 3 aprile grazie ai quarti raggiunti sul cemento di Miami, i primi in carriera in un WTA 1000, che rende fiera Martina Trevisan.
Non più soltanto “woman ON red”, con le due imprese al Roland Garros - quarti nel 2020 (per giunta partendo dalle qualificazioni) battuta solo dalla futura regina Swiatek, addirittura semifinale nel 2022, fermata da Gauff - ed il primo titolo WTA conquistato a Rabat lo scorso anno, ma giocatrice capace di diventare molto pericolosa anche sul cemento: chiedere a Sakkari (United Cup) o Ostapenko (Miami) per informazioni.
La 29enne mancina di Firenze - allenata da coach Matteo Catarsi (preparatore atletico Donato Quinto) - è pronta a scendere in campo per la Nazionale nella trasferta di BJK Cup a Bratislava, dove venerdì e sabato, sul veloce indoor della “NTC Arena”, l’Italia guidata da Tathiana Garbin affronta la Slovacchia con l’obiettivo di staccare il pass per le Finals di novembre.
-Un bilancio su questa prima parte di stagione…
“Ci sono stati un po’ di alti e bassi a dire la verità, ma sono molto contenta di quello che sto facendo. E’ bello essere in top 20 ma la classifica, nel bene e nel male, la guardo poco. Certo, se penso da dove sono partita, è un grande motivo d’orgoglio, anche considerando il fatto che non ci siamo riuscite in tante”.
-Ora c’è l’impegno con la Nazionale…
“Sono sempre stata molto felice di rappresentare l’Italia. La maglia azzurra mi regala emozioni forti, sia in campo quando gioco sia quando sono in panchina a tifare per le mie compagne. Mi piace tanto far parte di questo gruppo: ci conosciamo tutte molto bene e stiamo insieme anche a cena o nel tempo libero. Giocare in squadra tira fuori il meglio di me, come è successo anche in United Cup”.
-Obiettivi per quest’anno?
“Nel tennis, come in ogni sport, devi guardare sempre avanti ma so che ho già fatto tanto. Mi piacerebbe fare bene a Roma e al Roland Garros perché sono i due tornei che amo di più. Come mai gioco così bene a Parigi? Non lo so, è una questione di sensazioni. Speriamo che valga il detto ‘non c’è due senza tre’, e magari perché no anche ‘tre senza quattro’…”.
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