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"Il mio fisico non è più all'altezza e le mie priorità sono cambiate" ha detto all'Equipe. E' uno dei cinque francesi capaci di raggiungere la Top 5 nella classifica ATP nell'era Open
di Alessandro Mastroluca | 07 aprile 2022
Jo-Wilfried Tsonga ha detto stop. Il francese, che compirà 37 anni il prossimo 17 aprile, ha scelto la scena del suo ultimo torneo. Vuole giocare ancora una volta il Roland Garros, poi calerà il sipario su uno dei quattro moschettieri del tennis francese negli anni Duemila (Gaël Monfils, Richard Gasquet e Gilles Simon completano il quartetto).
Numero 220 del mondo oggi, Tsonga ha bisogno di una wild card per entrare in tabellone a Parigi. Ma dopo questo annuncio, l'invito appare praticamente scontato. La Federtennis francese di certo non vorrà negare un posto nel main draw di quello che diventerebbe il suo ultimo torneo in carriera a uno dei Bleus di maggior successo nel circuito ATP dai tempi di Yannick Noah.
Tsonga, una vita all'attacco
Tsonga, numero 5 del mondo per 12 settimane nel 2012, è uno dei cinque francesi capaci di salire in Top 5 nel ranking ATP nell'era Open dopo Yannick Noah, Henry Leconte, Guy Forget, Cedric Pioline e l'attuale capitano di Coppa Davis Sebastien Grosjean.
Amatissimo dal pubblico di casa, ha vinto davanti ai suoi tifosi dieci dei suoi titoli in carriera: quattro volte a Metz, tre a Marsiglia, una a Lione, Montpellier, Parigi-Bercy. Qui ha centrato il suo primo Masters 1000 in carriera, il più prestigioso dei suoi trionfi. Ne seguirà un secondo, a Toronto 2014, torneo memorabile in cui ha battuto Novak Djokovic, Roger Federer e Andy Murray.
"Roland, je t'aime" ??@tsonga7 has announced he will retire after this year's Roland-Garros. See you very soon, Jo! ?? pic.twitter.com/ZaveBd3G7I
— Roland-Garros (@rolandgarros) April 6, 2022
Giocatore da grandi palcoscenici, capace di esaltarsi con il suo tennis energico contro i più forti, Tsonga è uno dei tre giocatori (insieme a Del Potro e Murray) ad aver sconfitto almeno una volta tutti i Fab 3 - Djokovic, Federer e Nadal - quando occupavano la posizione di numero 1 nel ranking ATP. E uno dei tre, con Berdych e Wawrinka, ad aver sconfitto tutti i membri dei Fab 4 (ovvero i tre grandi più Murray) almeno una volta negli Slam.
Proprio contro uno di loro, nella semifinale dell'Australian Open del 2008, Tsonga ha svelato un potenziale da campione, mai del tutto realizzato, dentro un fisico da pugile ingentilito da un sorriso da pubblicità. Il dominio della scena e la potenza nei colpi in quel match, che gli ha aperto la strada verso la prima e unica finale Slam in carriera, sembravano promesse di gloria. Ma quel fisico potente è diventato via via più fragile, un peso non semplice da portare negli ultimi anni.