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Campioni internazionali

Attenti al "piccolo" Nishikori

Yoshihito Nishioka ha sconfitto Lorenzo Musetti a Parma e sfiderà Sebastian Korda. Ammirava Nadal, ma Nick Bollettieri gli ha consigliato di ispirarsi a Marcelo Rios. La carriera e le curiosità

di | 27 maggio 2021

Yoshihito Nishioka (Marta Magni Images/MEF Tennis Events)

Yoshihito Nishioka (Marta Magni Images/MEF Tennis Events)

Yoshihito 

Nishioka, 170 centimetri e 64 chili, tutto reattività e anticipo, schemi lineari da applicare con precisione geometrica, ha seguito la stessa strada di Kei Nishikori. Anche lui infatti, come Nishikori, frequenta l'accademia di Nick Bollettieri grazie all'aiuto dell'ex presidente della Sony, Masaaki Morita, che si sobbarca i costi di viaggio e alloggio. Ogni anno, Morita sovvenzionava un giovane giapponese con la stessa formula.

“Ci dava un obiettivo da raggiungere entro l'anno – ha raccontato Nishioka -, se l'avessimo raggiunto saremmo rimasti anche l'anno successivo, altrimenti saremmo dovuti tornare a casa”.

Da piccolo, sognava di giocare come Rafa Nadal o Fernando Verdasco. Ma per un ragazzo con la sua struttura fisica, gli fa capire Bollettieri, non possono essere modelli utili.

“Non sei alto, non sei forte, perciò dovresti usare la tua tecnica e la tua velocità e imparare a giocare come Marcelo Rios” gli dice il coach dei numeri uno che ha visto dodici suoi “allievi” raggiungere la vetta dei ranking ATP e WTA.

 

Nishioka, mancino come il cileno che numero 1 è rimasto per una sola settimana in carriera, inizia a studiarlo, a guardare le sue partite su Youtube, “Ho imparato molto su come costruire il punto” ha ammesso, come riportava il sito dell'ATP in un'intervista del 2019.

In quel periodo si fa notare anche perché cerca di parlare con chiunque, benché conosca ancora poco l'inglese. In questo è diverso da Nishikori, più timido e riservato, che era stato compagno di camera del figlio di Brad Gilbert. Il giovane Nishioka cerca un modo per imparare la lingua del tennis e farsi degli amici.

 

Al resto pensa il campo. Nel 2014 vince il primo Challenger a Shanghai e l'oro ai Giochi Asiatici, il primo per il Giappone nel singolare maschile di tennis dal 1974.

Yoshihito Nishioka (Marta Magni Images/MEF Tennis Events)

L'anno successivo supera per la prima volta un turno in uno Slam (US Open) e festeggia il secondo Challenger, a Toyoya. Il terzo lo vince nel 2016 una settimana dopo Wimbledon, a Winnetka senza perdere un set, battendo in finale Frances Tiafoe. Così entra per la prima volta fra i primi 100 del mondo. Ad Atlanta, batte Daniel Evans, Alexandr Dolgopolov e Horacio Zeballos per raggiungere la prima semifinale ATP in carriera. Perde in tre set contro Nick Kyrgios ma si fa un nome, che riecheggia a inizio 2017 dopo il successo ad Acapulco su Jack Sock, il suo primo contro un Top 20.

 

Una settimana dopo essere salito al numero 58 della classifica, allora suo best ranking, si rompe il legamento crociato anteriore sinistro a Miami e salta tutto il resto della stagione 2017. Ricomincia dai Challenger nel 2018, per poi riaffacciarsi sul circuito e conquistare il primo titolo ATP a Shenzhen, da numero 171 del mondo, dopo essere passato dalle qualificazioni.

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Nel torneo, salva due match point a Denis Shapovalov, capace l'anno prima di battere Rafa Nadal a Montreal, supera in semifinale il suo idolo Verdasco e in finale Pierre-Hugues. Dopo la finale, ha chiesto al pubblico di ricordare il suo nome. “Sono Nishioka, non Nishikori” ha detto. Avrebbe poi battuto il giocatore asiatico con la miglior classifica di sempre a Cincinnati nel 2019, prima di raggiungere i quarti di finale.

 

Con la seconda finale ATP, persa a Delray Beach l'anno scorso contro il suo opposto Reilly Opelka, il più alto Top 100 con i suoi 211 centimetri, Nishioka ha festeggiato il best ranking di numero 48.

A Parma, ha dimostrato di sapersi destreggiare anche sulla terra battuta, più di quanto le sole sette partite vinte nel circuito ATP prima di questa settimana lasciassero intendere.

Più di qualche segnale era già arrivato al Roland Garros del 2019, quando ha forzato al quinto set Juan Martin Del Potro che si è inchinato di fronte al minuto ma tenace guerriero giapponese dopo averlo sconfitto al termine di un match combattutissimo.

La sua è una rivincita per gli Schwartzman, per i Goffin, per tutti quelli che non possono contare sui centimetri, sempre più determinanti nel tennis moderno.

“Abbiamo la velocità, la tecnica, dobbiamo essere dei lottatori – ha detto Nishioka -. Dobbiamo usare queste qualità perché non abbiamo la potenza per contrastare giocatori più grossi e potenti. Non possiamo tirare venti servizi vincenti a partita. Per vincere dobbiamo individuare quali sono i punti di forza e dove sono le debolezze dei nostri avversari”.

Yoshihito Nishioka (Marta Magni Images/MEF Tennis Events)


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