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Campioni internazionali

Billie Jean King e il giorno che cambiò il tennis: 50 anni fa nasceva la WTA

Il 20 giugno 1973 Billie Jean King ha riunito oltre sessanta giocatrici al Gloucester Hotel di Londra e ha dato vita alla WTA. Un giorno storico per il tennis e per tutto lo sport femminile. Ecco come è andata quella giornata

di | 20 giugno 2023

Billie Jean King nel 1973 (Getty Images)

Billie Jean King nel 1973 (Getty Images)

“Chiudi la porta e, mi raccomando, non far uscire nessuno”. Non ammette repliche Billie Jean King, nel giorno forse più importante della sua carriera. È il 20 giugno 1973. Ha riunito oltre sessanta tenniste che si stanno preparando per Wimbledon, nell'edizione segnata dal boicottaggio di 79 giocatori della neonata ATP, in una sala del Gloucester Hotel nel cuore di Londra, fra mobili in legno, candelieri, sale da tè.

In cinque minuti da qui si arriva a Hyde Park o al Museo di Storia Naturale. I proprietari, ha scritto King nella sua autobiografia, ambiscono a renderlo l'hotel ufficiale del torneo e offrono alloggio gratis alle tenniste che lo trasformano nella loro base operativa. King ha deciso di riunirle per creare la Women’s Tennis Association, l’associazione delle tenniste professioniste. E ha chiesto all'olandese Betty Stove, che è alta più di un metro e ottanta e sta per compiere 28 anni, di mettersi di guardia alla porta. King ha portato anche i contratti per rendere ufficiale l’affiliazione delle giocatrici alla WTA. Li ha fatti preparare da suo marito, Larry King. Dopo una lunga e intensa discussione, le giocatrici li firmano. Lo sport femminile è cambiato per sempre.

LE PREMESSE

Il percorso per la rivoluzione è in realtà iniziato due anni e mezzo prima, il 23 settembre del 1970. È iniziata con nove pioniere, le Original Nine, guidate sempre da Billie Jean King e da Rosemary Casals, compagne di doppio e di battaglia. A loro si uniscono Nancy Richey, Julie Heldman, vincitrice degli Internazionali BNL d'Italia nel 1969 che è infortunata ma si unisce lo stesso, Valerie Ziegenfuss, Judy Dalton, Kerry Melville Reid, Peaches Bartkowicz e Kristy Pigeon. 

La pietra dello scandalo è il Pacific Southwest Open, torneo che oggi si direbbe “combined” che Jack Kramer organizza a Los Angeles. Considerato il miglior giocatore al mondo nel 1946, Kramer ha posizioni molto tradizionaliste sul ruolo delle donne. Per il suo torneo il montepremi è a die poco sbilanciato: 12.500 dollari a chi vince il singolare maschile, 1.500 a chi vince il torneo femminile in cui non sono previsti premi in denaro prima dei quarti di finale. King vorrebbe boicottare il torneo. Ne parla con Gladys Heldman, la madre di July che aveva incassato 800 dollari per la conquista del titolo agli Internazionali d'Italia l'anno prima.

Gladys, laureata a Stanford come prima della sua classe, ha iniziato a giocare a tennis solo a 23 anni. Ma la sua influenza si è esercitata soprattutto fuori dal campo. Nel 1953 ha infatti fondato la rivista World Tennis Magazine, diventando negli anni una delle figure più influenti nella storia del tennis. Heldman convince King a rinunciare al boicottaggio e mette in campo un'alternativa. Organizza un torneo a otto allo Houston Racquet Club con la collaborazione della Houston Tennis Association e della Texas LTA. Ingaggia le otto giocatrici per un dollaro simbolico e avvia il professionismo femminile nel tennis.

Quel primo torneo garantisce un montepremi di 7.500 dollari: 5 mila li mette Heldman, gli altri il suo amico Joe Cullman, CEO della Philip Morris, colosso delle sigarette che all’epoca si potevano ancora pubblicizzare in televisione. Philip Morris sta avendo grande successo con il brand Virginia Slims, pensato per un pubblico femminile, anche grazie allo slogan “You’ve come a long way, baby”. Grace Lichtenstein sceglierà questa espressione come titolo del suo libro icona sul tennis femminile nei primi anni Settanta. Virginia Slims sarebbe diventato il title sponsor del primo circuito professionistico femminile, il Virginia Slims Tour organizzato con 21 tappe negli USA nel 1971 con un montepremi complessivo di $336.100.

Il primo torneo professionistico femminile lo vince Casals in finale su Dalton, che sarà sospesa dalla sua federazione. Pochi mesi dopo, nell'agosto di quello stesso anno, King e Casals, avversarie nella finale di singolare del Pacific Southwest a Las Vegas, si ritirano entrambe durante il tiebreak del primo set ufficialmente per protesta contro un arbitro e un giudice di linea.

IL TITOLO IX E LA BATTAGLIA PER IL PRIZE MONEY

A dicembre del 1971, alla fine della prima stagione del Virginia Slims Tour, la leader femminista Gloria Steinem fonda la rivista “Ms.”, che è l'espressione onorifica rivolta in inglese a una donna indipendentemente dallo stato civile. ÈAll'epoca usarlo al posto di Miss, per le donne non sposate, o Mrs, per le donne sposate, era considerato rivoluzionario. “Ms.” è la prima rivista femminista negli USA. Inizialmente viene pubblicata come supplemento del magazine New York, poi dal numero di luglio del 1972 come rivista indipendente. Per celebrare la nuova vita della rivista, sulla copertina di quel primo numero compare un'illustrazione di Wonder Woman. Curiosamente, negli anni '40, come Associate Editor degli albi di Wonder Woman lavorò Alice Marble, diciotto volte campionessa Slam.

Alla fine del 1971, Billie Jean King diventa la prima donna a guadagnare 100 mila dollari nell’arco di una sola stagione. Riceve i complimenti del presidente Richard Nixon ma l'anno successivo incasserà 15 mila dollari meno di Ilie Nastase, che ha vinto il torneo maschile, per il titolo allo Us Open.

Non avrebbe voluto giocarla, quell'edizione del torneo. Le giocatrici del Virginia Slims Tour avevano infatti approvato il boicottaggio dello US Open perché assegnava 25 mila dollari al vincitore del torneo maschile e 10 mila alla campionessa del singolare femminile. Gladys Heldman però le ha convinte a desistere, e dare più tempo al direttore del torneo Billy Talbert di trovare I soldi necessari. Prima del torneo King ha incontrato Talbert nel capanno degli arbitri vicino a Forest Hills, che fino al 1977 ha ospitato lo US Open prima del trasferimento a Flushing Meadows. Ha promesso che le giocatrici avrebbero giocato l'edizione 1972, ma boicottato lo US Open 1973 senza l'equiparazione dei montepremi. E ha calato l'asso: ha trovato uno sponsor, il deodorante Ban (marchio Bristol-Myers) disposto a investire 55 mila dollari. Così lo US Open 1973 sarebbe diventato il primo Slam a offrire lo stesso prize money per il singolare maschile e femminile.

 

Nel 1972 King ha anche seguito i lavori per l'approvazione di una nuova legge, il Titolo IX, che raccoglie emendamenti cruciali all'Higher Education Act del 1965 e vieta ogni forma di discriminazione basata sul sesso in qualsiasi programma o attività educativa che riceva finanziamenti federali, comprese le borse di studio sportive.

Le conseguenze di questo processo si vedranno, nel mondo del tennis, nel 1973. “Non avevo idea – ha detto Grace Lichtenstein – che il 1973 sarebbe stato un anno così rivoluzionario. Allora è iniziato davvero il tennis professionistico femminile”.

Billie Jean King: una regina rivoluzionaria

“Seduta in quella stanza al Gloucester Hotel sentivo che stavamo per fare la storia – ha ricordato Francoise Durr -. O almeno speravo che l'avremmo fatta. Abbiamo chiuso la porta, ci siamo dette che non saremmo uscite di lì senza aver dato vita a un'associazione di qualche tipo. Alcune erano più nervose di altre. La mia amica Betty Stove, che era alta e possente, stava di guardia. E nessuna ha lasciato la stanza. Naturalmente Billie Jean King era la forza principale, ma accanto c'eravamo io e Rosie Casals. Sono contenta che abbiamo mantenuto la calma, e dopo ricordo un forte senso di achievement. Quando sei in campo giochi per te stessa, ma ci siamo sentite molto felici di aver preso la decisione di creare la WTA in gruppo. Gli uomini guadagnavano di più, era arrivato il momento di dimostrare che potevamo farlo anche noi".

Come è andata lo racconta ancora Billie Jean King nella sua autobiografia, 'Tutto in gioco'. “Domandai di alzare la mano a chi volesse votare sì. Il voto fu quasi unanime. Eravamo diventate la Women's Tennis Association”.

Il WTA Tour nasce come una fusione del Virginia Slims con il Grand Prix, il circuito in larga parte europeo della International Lawn Tennis Federation. La WTA diventa l’organizzazione che lo gestisce. Per viene scelta Peachy Kellmeyer, un'ex giocatrice che nel 1966 ha fatto causa contro la norma che impediva alle ragazze di ricevere borse di studio sportive. Quella causa ha creato le basi per l'approvazione del Titolo IX. Kellmeyer manterrà l'incarico dal 1973 al 1976, poi diventerà direttore esecutivo della WTA, la numero 2 dell'associazione dietro il CEO. Così King può finalmente permettere a Betty Stove di aprire la porta della sala, e urla ai giornalisti nell'atrio del Gloucester Hotel: “Abbiamo un'associazione!”.

Al momento di riunire le giocatrici, King ha già firmato anche un altro accordo importante. Ma l’ha voluto tenere segreto almeno fino a dopo i Championships, conclusi con il quinto dei suoi sei trionfi in carriera. King ha definito i dettagli per disputare un’esibizione con Bobby Riggs, 55enne ex campione di Wimbledon e scommettitore accanito che a maggio aveva battuto in un’altra partita simile Margaret Court.

Riggs è convinto che il posto delle donne sia “la camera da letto, poi la cucina, in quest'ordine”. King accetta la sfida. Per vederla, il 20 settembre 1973 ben 30.472 spettatori riempiono le tribune dell'Astrodome di Houston. In quel momento è il pubblico più numeroso di sempre per una partita di tennis. Altri 50 milioni, provati in quegli anni dalla logorante guerra in Vietnam e dagli sviluppi dello scandalo Watergate, sono davanti alla tv. Perché quella partita non è solo una sfida sportiva, è un manifesto del cambiamento. 

“E’ incredibile quante persone da allora mi abbiano avvicinato – ha detto King -. Tanti uomini con gli occhi lucidi mi hanno detto che da giovani hanno visto la partita e, ora che hanno una figlia, la crescono diversamente grazie a quell’esperienza”.

La locandina del film La Battaglia dei sessi del 2017 con Emma Stone nel ruolo di Billie Jean King e Steve Carell in quello di Bobby Riggs

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