Chiudi

-
Campioni internazionali

Parole da Slam - Zverev: “Finché ci sono i big 3 per noi è dura”

Da sempre ha avuto la nomea di non fare bene nei major: “Ma adesso la tendenza è cambiata, e poi quando questa storia è cominciata io avevo appena 19, 20 anni. Finché ci sono i big three per noi è dura”. Federer: "Avrei potuto perdere, ho avuto fortuna"

29 giugno 2021

Alexander Zverev

Tutti mi ha sempre rimproverato di non fare bene negli Slam. Vero, però avevo anche 19, 20 o 21 anni. Ero molto giovane. Giocare bene in certi eventi è molto più difficile rispetto agli altri tornei. Sì, vincevo i Masters 1000 o magari anche le Nitto ATP Finals, ed ero numero 3 al mondo. Tra i più giovani, sono stato il primo a riuscirci. Ma adesso stanno arrivando i risultati anche nei major, direi dagli Australian Open 2020. E adesso tutti mi dicono: ok, ma quando ne vincerai uno? E quando succederà mi chiederanno e quando ne vincerai 10? C’è sempre qualcosa su cui questionare”. Succede anche ai big three, che ne hanno vinti praticamente 20 per uno: “Tutti e tre sono i più grandi di sempre, c’è da sperare che continuino a giocare a lungo anche se per noi è più difficile vincere gli Slam”.

Zverev, oltre che in campo, ha voluto fare in fretta anche in conferenza: “Tra 10 minuti me ne devo andare perché c’è Germania-Inghilterra agli Europei di calcio e non me la voglio perdere (ride, ndr). Io e gli altri tedeschi ci siamo già messi d’accordo per vederla insieme nella mia stanza, perché ho una specie di piccolo appartamento dove possiamo stare tutti. Se non ci sono io salta tutto, quindi alle 5.00 (alle 18.00 italiane, ndr) devo essere in hotel. Spero che sia una bella partita, e spero che vinciamo noi. Non sarebbe male se finisse ancora ai rigori. La Germania non ha giocato un gran girone, però è in grado di migliorare molto col passare dei turni. Spero proprio che succeda così”.

Federer: “Avrei anche potuto perdere”

La faccia di Roger Federer è comunque un po’ scossa. Lo scampato pericolo non basta a rilassare del tutto i lineamenti: “Alla fine avrei potuto tranquillamente perderla questa partita”, ammette candidamente dopo il ritiro all’alba del quinto set del francese Mannarino. “È stata davvero dura, mi ha costretto ad adattarmi al suo gioco, il che non è per niente semplice a dire il vero. Ho fatto molta fatica a riuscirci. Quel suo rovescio bimane da fondocampo è davvero particolare e difficile da interpretare”.

Solo un infortunio avversario dunque ha spianato la via allo svizzero. “Non è mai bello vincere così, sono un po’ a disagio e mi sento pure molto fortunato in questo momento. Non sono molte le volte in cui vinci una partita come questa per walkover nell’arca di una carriera”.

Nemmeno di una lunga come quella di Roger Federer. “Eppure questo è un bel modo per ricordarti che a volte le cose succedono più in fretta di quanto potresti aspettarti. Ovviamente mi spiace per Adrian e gli auguro di recuperare il prima possibile e che non si tratti di un problema lungo da risolvere”.

Resta il fatto di aver ritrovato il contatto con Londra, con Wimbledon e con l’erba dell’amato campo centrale. “L’atmosfera è fantastica, come sempre. Vedo che tutti si divertono, anche se c’è molta pioggia in questi giorni. Beh, in fondo è normale anche questo”, scherza Roger. “Ovviamente anche e soprattutto in un momento così bisogna ringraziare tutti quelli che ci permettono di essere qui a vivere questi momenti nonostante la difficoltà del periodo storico in cui viviamo. Giocare questo torneo senza pubblico sarebbe stato un vero delitto, un peccato troppo grosso. Sono molto felice che l’atmosfera sia tornata molto più simile a quella che si vive normalmente. E non vedo l’ora di poterla vivere un’altra volta durante il prossimo incontro”.

Barty: “Fisicamente sto bene, è la strada giusta”

“Contro Carla Suarez Navarro, che è una persona splendida, è stata davvero una grande battaglia. Ha giocato una grande tie-break nel secondo set, anche perché è una che dà sempre del filo da torcere, è una lottatrice. Lo ha dimostrato anche fuori dal campo. Alla fine del match gliel’ho detto, ‘è un piacere dividere il campo con te’, si merita soltanto il meglio. Persona eccezionale, molto amata e rispettata nello spogliatoio. Anche le persone sugli spalti le hanno tributato un’accoglienza fantastica”. Come del resto fantastica è l’atmosfera sul Centre Court. “Si vivono momenti bellissimi, è stata la mia prima volta sotto il tetto chiuso, è stato incredibile. Val la pena fare tutte le bolle del mondo pur di vivere emozioni così. Per giocare qui, farei di tutto". 

Scatti sull’erba: Carla e l’applauso più lungo

E per ritrovare l’erba: “Era un po’ che non ci giocavo, però non ho subito così tanto negativamente la disabitudine. Mi viene naturale giocare su questa superficie, si tratta di uscire là fuori e dare il meglio che si può. Oggi mi è sembrato di servire molto bene e di controllare con decisione il campo. Eppure prima di scendere in campo era quasi un po’ nervosa, non sapevo bene come avrebbe reagito il mio corpo. Certo, sapevo anche che con il mio team abbiamo fatto tutto il possibile per arrivare qui al meglio, però qualche dubbio o paura resta sempre. Per fortuna ho espresso il tennis che volevo. Ho giocato una partita solida e adesso so che siamo sulla strada giusta per fare bene in questo torneo”.

Sempre importante, particolarmente in un anno olimpico: “Sono molto orgogliosa di poter rappresentare il mio Paese ai Giochi. Ce la metterò tutta per rendere fiera l’Australia. Tutte le volte che gioco per la Nazionale e indosso il verde-oro, beh è una sensazione fantastica, adoro farlo. Poi le Olimpiadi hanno una storia così lunga e importante e noi australiani abbiamo un’ottima tradizione. Non vedo l’ora”.

Carla Suarez Navarro: “Wimbledon mi ha fatto un grande regalo”

“Wimbledon mi ha fatto un grande regalo. Non avrei potuto chiedere nulla di meglio, giocare uno dei miei ultimi match proprio in questo stadio, contro la numero 1 del mondo, e per giunta con il tetto chiuso". Così si espressa Carla Suarez Navarro dopo la sconfitta in tre set contro l’australiana Ash Barty. Un anno fa le era stato diagnosticato il linforma di Hodgkin, poi lo stop, la battaglia e il ritorno sul campo, per chiudere la carriera come vuole lei.

“Giocare un’altra volta qui è stata una cosa fantastica, mi sono davvero divertita. Credo che oggi io sia la giocatrice più felice del torneo, non c’è dubbio. Gli applausi di tutti i tifosi, e anche di Ash Barty, mi hanno fatto molto piacere”.

Sugli spalti c’era anche la mamma: “Era la seconda o la terza volta per lei qui a Wimbledon, ma fa sempre così: lei filma tutto col telefono. Lei è sempre stata al mio fianco, in tutti questi mesi difficili. Credo che sia fiera di me, la ringrazio per ciò che ha fatto per me ogni giorno”.

Sorpresa del livello di gioco espresso? “Per me l’erba è più tosta rispetto al duro o alla terra, però non direi di essere stupita del mio livello”. La testa va subito all’ultimo torneo della carriera: “La chiuderò agli Us Open, sarà il mio ultimo torneo, non ho cambiato idea”.


Non ci sono commenti
Loading...