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Campioni internazionali

Djokovic non è ancora sazio: "A Wimbledon voglio conquistare altri record"

""Ho ancora fame di vittorie, voglio conquistare altri Slam" ha detto Djokovic in conferenza stampa a Wimbledon. Il serbo aprirà il programma del centrale lunedì contro Pedro Cachin

di | 01 luglio 2023

Novak Djokovic in conferenza stampa a Wimbledon (Getty Images)

Novak Djokovic in conferenza stampa a Wimbledon (Getty Images)

Ha vinto più partite a Wimbledon di tutti gli altri Top 20 messi insieme. Ha vinto più Slam di chiunque altro nella storia del gioco, ha trascorso più settimane di chiunque altro al numero 1 del mondo. Ma Novak Djokovic non è ancora sazio. "Ho ancora fame di vittorie, voglio conquistare altri Slam e altri record" ha detto in conferenza stampa alla vigilia dell'esordio ai Championships. In quanto campione in carica in singolare maschile, avrà l'onore di giocare il primo match della prima giornata sul Centrale. Affronterà l'argentino Pedro Cachin. L'obiettivo è chiaro, vincere il 24mo major in carriera e arrivare a New York, per la seconda volta in carriera, con la possibilità di completare il Grande Slam.

"Finché sento questa motivazione, so di poter continuare a competere ai massimi livelli. Quando non sarà più così, allora penso che dovrò avere un approccio diverso - ha detto il serbo -. Per ora questa spinta c'è ancora. Già pochi giorni dopo il Roland Garros, pensavo a cosa avrei dovuto fare per prepararmi per la stagione sull'erba. E' questa la vita di un tennista, e credo serva questo tipo di mentalità per mantenere questa intensità. Se davvero vuoi avere una chance, vuoi vincere più Slam, devi mantenere questa concentrazione, questa devozione".

Wimbledon ha sempre avuto un ruolo speciale nella vita di Djokovic, fin da quando, ancora bambino, ritagliava le foto del trofeo, le incollava su sagome di cartone e si immaginava campione nel torneo più prestigioso del mondo. Nella sua carriera ha affrontato generazioni di avversari.

Ai Championships ha giocato la prima partita contro Juan Monaco. Ha incontrato Mario Ancic e Marat Safin. Ha incrociato e battuto gli altri Fab Four, Roger Federer, Andy Murray e Rafa Nadal. Ora si misura con i top player del futuro, come Jannik Sinner con cui si è allenato sul Centrale e Carlos Alcaraz, il più giovane numero 1 nella storia dell'ATP.

Il murciano si presenta a Wimbledon in vetta alla classifica con 80 punti di vantaggio. Ma non avendo il torneo assegnato punti nel 2022, quest'anno il guadagno sarà integrale per tutti, anche per il serbo che di punti ne può aggiungere fino a 2000 e può di nuovo tornare numero 1 del mondo (QUI GLI SCENARI).

Wimbledon, cresce l'attesa: la vigilia dei top player

"C'è sempre qualcuno là fuori, e sempre ne arriveranno - ha detto Djokovic, parlando dei suoi avversari -. Carlos è un ottimo ragazzo, molto maturo nonostante abbia solo vent'anni. Ha già raggiunto tanti traguardi, è giovane ma ha già fatto la storia del gioco. Quando gioca nette tanta intensità, molta energia, ma è molto umile, ha una bella personalità fuori dal campo: è un bene per il tennis. E' incredibile quello che sta facendo, per un giocatore della sua età. Naturalmente insieme al suo team, al suo fianco c'è Juan Carlos Ferrero, un ex numero del mondo, e funziona molto bene".

Tuttavia, ha spiegato Djokovic, "non ho bisogno che ci sia Carlos o qualcun altro per trovare motivazioni in più alla vigilia di uno Slam. So che devo vincere sette partite per vincere il titolo, e chi c'è dall'altra parte della rete non fa differenza per me".

Novak Djokovic durante il media day a Wimbledon (Getty Images)

A Wimbledon, Djokovic è oggi il favoritissimo per il titolo. E non solo perché l'ultima sconfitta all'All England Club risale ai quarti di finale del 2017, contro il ceco Tomas Berdych. Eppure, ha sottolineato, non aveva mai giocato un torneo sull'erba prima dei 17 anni. "Quando ho cominciato, ho fatto subito bene. La prima volta che ho giocato a Wimbledon sono entrato in Top 100, quindi questo torneo ha una grande importanza, anche statistica, nella mia carriera" ha detto. Dopo gli ottavi raggiunti da teenager nel 2006, e la semifinale del 2007, ha centrato la prima finale nel 2011 per una festa doppia. Anche prima di battere Rafa Nadal e conquistare il primo titolo nel torneo che aveva sempre sognato, infatti, era matematicamente sicuro di diventare per la prima volta numero 1 del mondo.

 

"Ci ho messo un po' di anni a portare il mio gioco al livello successivo sull'erba, perché mi viene naturale scivolare e su questa superficie movimenti così estremi nin pagano. Ho dovuto imparare come muovermi, come camminare, come giocare, come leggere i rimbalzi. L'erba è oggi la superficie su cui si gioca di meno, mentre 40, 50, 60 anni sull'erba si disputavano tre Slam su quattro. Abituarsi all'erba richiede più tempo, ma negli ultimi dieci anni credo di essermi adattato molto velocemente e i risultati lo dimostrano. Qui a Wimbledon, quando entro sul Centrale si risveglia qualcosa in me e riesco a giocare ad altissimo livello".


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