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Il giornalista Jon Wertheim ha scritto sui social che Joseph Gilbert non allenerà più Jenson Brooksby. Il numero 38 del mondo ha iniziato a lavorare con lui a sette anni
di Alessandro Mastroluca | 02 febbraio 2023
"Jenson Brooksby e Joseph Gilbert non lavorano più insieme. Brookaby è un giocatore molto interessante da allenare, e in tanti potrebbero beneficiare dalla capacità di Gilbert di sviluppare il gioco al massimo". E' sorprendente il tempismo della decisione, annunciata attraverso il profilo Twitter dell'autorevole giornalista di Sports Illustrated John Wertheim, che si abbina al forfait per la sfida di Coppa Davis contro l'Uzbekistan.
Il 22enne di Sacramento, infatti, ha appena superato il numero 3 del mondo Casper Ruud all'Australian Open. Il norvegese è l'avversario con la miglior classifica che abbia mai sconfitto. Numero 38 ATP, Brooksby si è fatto notare per la prima volta nel 2021. A Newport, infatti, è arrivato per la prima volta ai quarti, poi in semifinale e in finale in un torneo ATP. Allo US Open, poi, è diventato il più giovane statunitense nei quarti dai tempi di Andy Roddick nel 2002. L'anno scorso ha giocato due finali, a Dallas e Atlanta e raggiunto il best ranking di numero 33.
Brooksby ha lavorato con Gilbert fin da quando ha sette anni. Il coach l'ha visto per la prima volta quando Jenson era solo un bambino che colpiva per ora contro il muro. "Era più piccolo dei coetanei, non così veloce né coordinato. Ma adorava giocare, aveva buone mani e poteva concentrarsi per ore" ha raccontato Gilbert. E tanto gli è bastato.
Solido giocatore di college, una volta entrato alla Boise State university ha capito che la sua vera vocazione non era giocare ma insegnare. Così a 21 anni sceglie la sua strada e a 26 è già direttore di un club di Sacramento. Inizia così a seguire un giovane prospetto locale, Collin Altamirano, che nel 2013 avrebbe vinto gli USTA National Hardcourts, i campionato USA sul cemento, e il titolo NCAA per la University of Virginia.
Due anni prima, nel 2011, Gilbert ha aperto la sua JMG Tennis Academy. Il suo giocatore ideale doveva avere due caratteristiche: la capacità di concentrarsi per lunghi periodi di tempo e un grande amore per la competizione.
La sua è una filosofia basata sulla pazienza e sulla ripetizione degli schemi. Sul gioco, più che sul semplice atletismo. La potenza o la velocità non si insegnano. Il movimento con i piedi, l'utilizzo degli angoli, invece, sì.
Gilbert scommette su Brooksby. Ha in mente una strada e costruisce il suo lavoro con un obiettivo chiaro: non avere debolezze.
Brooksby, che suona il pianoforte nel tempo libero, ha giocato pochi tornei a livello junior. Per questo, il raggiungimento dell'obiettivo di un tennis completo in ogni zona del campo ha richiesto un metodo non proprio ortodosso, speculare al suo tennis tanto peculiare.
"Joe fa le cose semplici, cerchiamo di imparare il più possibile da ogni partita - diceva Brooksby nel 2022, come riporta Tennis.com -. Non è questione di potenza per me, ma di capire come colpire ogni singolo colpo, di stare attento ai piccoli dettagli, di eseguire quello che prepariamo in allenamento".
Occhio a Brooksby, aspirante guastafeste
E la preparazione non si limita agli schemi più basici, come la combinazione servizio-diritto, ma coinvolge un ampio ventaglio di strategie. Il suo è un tennis che assorbe la potenza di palla degli avversari, che induce a giocar male eppure in qualche modo attira l'attenzione proprio per il suo essere lontanissimo dai canoni tecnici ed estetici a cui i tifosi sono abituati.
Gilbert nella sua lunga gestione non ha risolto tutti i limiti tecnici, soprattutto al servizio, né di interpretazione della partita. Lo spirito competitivo di Brooksby, infatti, è apparso troppe volte condizionato dalle emozioni negative. Sarebbe stato questo il punto su cui lavorare per il 2023, spiegava Gilbert l'anno scorso. Ora dovrà essere qualcun altro a seguire quel piano.