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Campioni internazionali

Ranking ATP, la generazione post-Fab 4 fa volare l'Italia

Quattro italiani nati dopo il 1990 hanno raggiunto la Top 20 nel ranking ATP. Solo gli Stati Uniti ne possono vantare di più. La geografia del tennis maschile di vertice nelle generazioni arrivate dopo Djokovic, Federer, Murray e Nadal

di | 17 febbraio 2023

L'era dei Fab Four ha chiuso gli orizzonti della gloria a tanti giovani giocatori. I numeri parlano chiaro. Sono solo 39 i tennisti nati dopo gli anni Novanta capaci di entrare in Top 20 nei Pepperstone ATP Rankings, la classifica ATP che si basa sui migliori risultati nelle ultime 52 settimane. I dati raccontano anche la centralità crescente dell'Italia, che ne ha espressi quattro. 

Il migliore in questo gruppo rimane Matteo Berrettini (classe 1996). Primo italiano finalista a Wimbledon, primo a raggiungere almeno i quarti in tutti gli Slam, ha toccato un best ranking di numero 6 dopo la semifinale all'Australian Open 2022. Da quando esiste il ranking computerizzato, nel 1973, solo Adriano Panatta è arrivato più in alto in classifica (numero 4 nel 1976).

Segue, in termini di best ranking, Jannik Sinner, come Berrettini capace di raggiungere almeno una volta i quarti in tutti gli Slam. L'altoatesino è entrato in Top 10 nel 2021, anno in cui è stato il primo italiano in finale nella storia del Masters 1000 di Miami e il primo teenager a trionfare in un ATP 500 (a Washington).

Nel gruppo rientrano anche Marco Cecchinato (1992), numero 16 del mondo dopo il trionfo a Buenos Aires nel 2019, e Lorenzo Musetti (2002), entrato in Top 20 a gennaio dopo la United Cup (best ranking numero 18).

In questa particolare classifica solo gli Stati Uniti hanno espresso più Top 20 ATP tra i giocatori nati dopo gli anni '90. Si tratta di Taylor Fritz (1997), numero 7 del mondo, Jack Sock (1992), che ha chiuso il 2017 da numero 8 ATP grazie al titolo al Masters 1000 di Parigi-Bercy; Frances Tiafoe (1998), salito al numero 14 dopo la semifinale allo US Open 2022; Reilly Opelka (1997, best ranking 17) e Tommy Paul (1997, best ranking 18).

E' una conferma della bontà del lavoro avviato in Italia. Una testimonianza degli effetti positivi generati dalla sana competizione interna, dall'organizzazione di eventi sul territorio, dal proficuo inter-scambio di professionalità e conoscenze tra la Federazione e i team privati.

Insieme all'Italia, sono quattro anche i russi nati dopo il 1990 saliti in Top 20. Guida il quartetto Daniil Medvedev (1996), primo numero 1 ATP diverso dai Fab Four dai tempi di Andy Roddick nel 2004.

Solo altre sei nazioni ne hanno espresso più di uno: Australia e Canada 3, Argentina, Polonia, Spagna e Gran Bretagna (2).

Spicca, in questa classifica, la centralità dell'Europa, anche se faticano scuole un tempo di riferimento per densità e qualità di giocatori di vertice, su tutte la Francia e la Spagna. Nella nuova geografia del tennis, l'Italia ha invece un ruolo sempre più centrale. E vista l'età media degli attuali Top 200, che abbiamo analizzato qui, questa tendenza sembra destinata a crescere ancora.


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