PARIGI - Un volantino trovato per caso che lo invitava a provare una lezione di tennis per bambini. La carriera di Salvatore Caruso è cominciata così, per caso, quando aveva appena cinque anni e mezzo. Non fosse stato per quell'offerta oggi avremmo un laureato in più e un tennista italiano in meno al terzo turno del Roland Garros. Quel ragazzino siciliano nato e cresciuto ad Avola, paesino di trentamila anime nel siracusano che fino a pochi giorni fa era noto solo per il pregiatissimo vino, convinse, anzi costrinse, suo padre ad accompagnarlo e fu come una folgorazione. "Avola alta, diciamo noi in paese. In realtà è una collina di 600 metri", racconta. La racchetta non l'ha mollata più ed eccolo ora all'ombra della Tour Eiffel che attende la sfida con Djokovic, il numero uno del mondo. Sembra una favola, ma è tutto vero. Altroché. Magari ci è arrivato un po' tardi, a 26 anni, ma lui, siciliano fiero delle sue radici, non ha rimpianti.
GLI INIZI
"Ho cominciato a giocare nella mia Avola con il maestro Maurizio Cusumano - racconta - d'accordo con i miei genitori ho frequentato il liceo scientifico pubblico fino alla maturità. Scuola al mattino, il tennis al pomeriggio e i compiti a casa da fare. Il patto era che dopo aver conseguito il diploma mi avrebbero aiutato e sostenuto nella scelta di provare a sfondare nel tennis, perché se non fossi riuscito a sfondare, a diventare un giocatore di buon livello, il pezzo di carta poteva servire. Mio padre Enzo ha un negozio storico di abbigliamento e intimo nel centro di Avola, era del nonno di mio nonno, ecc. Mia madre Lina è insegnante al liceo. Tante volte, da ragazzino, mi sono domandato se quel foglio non fosse una maledizione, una condanna. Ora ho capito, sono più sereno. Se oggi sono quel che sono lo devo ai miei genitori e alle scelte fatte e sono contento così. I miei genitori mi hanno indicato la via senza mai forzarmi, sono stati eccezionali". Ha una sorella maggiore, Rossella, che vive e lavora a Milano: "Ci sentiamo quasi tutti i giorni quando sono in giro per tornei", dice. E un fratello minore, Antonio: "Ha finito il liceo e sta provando anche lui con il tennis. Vediamo cosa succede".
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