Dal nuoto al tennis
La storia di Martina nasce a Pavona, piccola località a 30 km da Roma, dove la Di Giuseppe vive tuttora. Una storia di sofferenza e perseveranza, di dubbi e ritrovate certezze. “Ho cominciato a giocare a tennis - spiega lei - con il maestro Aldo Vadrucci a Santa Maria delle Mole all’età di 6 anni. Il mio primo sport, in realtà, era stato il nuoto, ma quando uscivo dalla piscina vedevo tutti questi bambini impugnare la racchetta e ho voluto provare anche io. Per un paio di anni ho praticato entrambe le discipline sino a scegliere, come attività agonistica, proprio il tennis. Sono cresciuta con il professor Capineri e Silvano Papi al Verde Roma. Il mio gioco, fatto di slice di rovescio, smorzate, accelerazioni e tocco, arriva da lì. Il ‘prof’ ha sempre creduto molto in un insegnamento completo e variegato, che oggi è diventato il mio bagaglio tecnico”. A livello giovanile Martina è inarrestabile, tanto da conquistare la Lambertenghi (i campionati italiani under 12) e arrivare in finale ai nazionali under 14. Dopo una breve parentesi con Floriano Salvoni, Martina si trasferisce, poco prima dei 18 anni, al 'Le Palme' da coach Francesco Elia, con cui irrompe nel circuito professionistico. “Il primo match l’ho giocato a Civitavecchia, mentre il primo punto Wta è giunto all’Itf dell’Antico Tiro a Volo di Roma. La mia storia tennistica è poi proseguita con l’approdo al Parioli, dove sono cresciuta molto grazie a Vittorio Magnelli, al mio preparatore atletico Gianluca Pasquini e a tutto lo staff del circolo”.
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