Mister no
L’attesa dura pochi istanti, quando Claudia torna al telefono per descrivere il suo primogenito. “Curioso, sensibile, generoso e un po’ testardo - racconta -. Anzi ‘capoccione’, per dirlo alla romana. È sempre stato molto attento ai dettagli. Un esempio? Se cambiavo smalto se ne accorgeva subito; notava ogni particolare di ciò che lo interessava, tanto che lo avevo soprannominato ‘spugna’. Aveva una grande vivacità mentale, mentre suo fratello Jacopo era fisicamente instancabile e non smetteva mai giocare, correndo da una parte all’altra della casa”.
Al Circolo Magistrati della Corte dei Conti, prima tappa della sua carriera tennistica, Matteo era soprannominato ‘mister no’. “In un certo senso è come se avesse raggiunto alcune caratteristiche dell’adolescenza in anticipo - prosegue mamma Claudia -. Al circolo, già a 8 anni, rispondeva sempre ‘no’ a tutti. Poi, con calma, parlandoci, si faceva spiegare ogni aspetto dell’argomento in questione e capiva. Anche quando riceveva un ‘no’ come risposta non lo accettava immediatamente, ma voleva una spiegazione convincente e articolata”.
Non ci sono commenti