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Abbiamo intervistato Simone Tartarini, allenatore di Lorenzo Musetti, impegnato nel Challenger di Potchefstroom, primo in Sudafrica dal 2013. "I controlli son stati severi" ci dice, "ma non c'è ancora una linea comune. Noi staremo fuori dall'Italia almeno fino al 3 aprile".
di Alessandro Mastroluca | 11 marzo 2020
Mentre Indian Wells si cancella, mentre l'Italia diventa zona rossa, mentre la Roma deve rinunciare alla trasferta a Siviglia in Europa League per il blocco dei voli, Lorenzo Musetti è impegnato in Sudafrica. Sì, nel mezzo dell'emergenza coronavirus, il tennis prova a resistere. A Potchefstroom, sede del ritiro della Spagna campione del mondo a Sudafrica 2010, si disputa il primo dei tornei Challenger 50. Distante due ore d'auto da Johannesburg, è la casa dello sport della North West Province. Qui si gioca il primo Challenger sudafricano dal 2013. Musetti è testa di serie numero 8: la 1 è il francese Benjamin Bonzi, la 2 Hugo Grenier. In tabellone anche Dustin Brown. Ma è difficile inseguire concentrazione e normalità, in queste settimane
"La città è bruttina, molta povertà. Giochiamo in un centro universitario carino, ben tenuto, ma l'organizzazione è decisamente molto indietro. Sembra tutto un po' facoltativo, anche il rispetto delle regole" ci racconta Simone Tartarini. "Si fa molto gruppo, siamo un po' una grande famiglia. Siamo andati anche a fare qualche gita safari con Lorenzo per distrarci".