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Campioni nazionali

Bronzetti, tutto sulla nuova Top 100 azzurra: "Mi piace se i tifosi soffrono per me"

Intervista alla riminese che per prima volta entra fra le prime 100 del mondo. Ci racconta le sue passioni, tra musica e serie tv, e i dettagli sulla sua racchetta che da sempre incorda da sola. Ha idee chiare anche sulle sanzioni per chi è troppo maleducato e un bel messaggio per le tenniste russe

di | 04 aprile 2022

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"Sono una ragazza tranquilla, umile e con dei valori e a questi ci tengo. Il rispetto, il legame con la famiglia, l'importanza dell'educazione". Si ritrae così Lucia Bronzetti nell'intervista che ci concede a margine dell'esclusiva realizzata con Francesca Paoletti negli studi di SuperTennis per celebrare il suo ingresso fra le prime cento del mondo.

Mostra la forza delle idee chiare, di chi non deve urlare per convincere o farsi ascoltare. Come capita piuttosto spesso, il carattere porta con sé una certa dose di orgoglio con cui fare i conti. "Per quanto riguarda i miei difetti - ammette -, sono un po' permalosa. Mi offendo facilmente, soprattutto se persone a cui tengo mi dicono qualcosa che non mi piace".

Il carattere, la voglia di non mollare e di crederci fino all'ultimo punto, emersa chiaramente a Miami dove è arrivata a un punto dal primo quarto di finale in carriera in un WTA 1000, l'hanno notata anche i tifosi.

"Leggo tanti commenti di persone che dicono che trasmetto grinta e voglia di giocare, mi fa molto piacere: la lotta mi piace tanto, far vedere che ci si crede sempre - spiega -. Le reazioni delle persone che non conosco non mi toccano. Quando perdo c'è qualcuno che mi insulta, ma non hanno importanza". Certo, spiega, "devo migliorare a rete, sulla manualità: questo è un dato oggettivo, non me la prendo se qualcuno lo sottolinea".

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La personalità si vede anche nelle scelte di vita, non solo in quelle di campo. Lasciare la famiglia per venire ad abitare ad Anzio, spiega, "è stata una decisione importante e difficile. Mi sono allontanata dalla mia famiglia, sono andata a vivere per la prima volta da sola, in una zona che non conoscevo per niente. E questo vuol dire dover imparare a fare anche cose semplici, come cucinare o lavare, che prima non avevo mai fatto. Da zero a cento non è stato facile, ma avevo una grande passione".

Anzio, cittadina da 50 mila abitanti sul lungomare laziale, a un'ora d'auto da Roma, nel mondo del tennis vuol dire la sede del Piccari & Knapp Tennis Team, il progetto dei fratelli Francesco e Alessandro Piccari a cui si è aggiunta in pianta stabile nello staff anche Karin Knapp, ex numero 33 del mondo e dal 2017 moglie di Francesco.

La giornata tipo, ci racconta, prevede "sveglia alle 7.15 o 7.30, dipende se faccio prima atletica o tennis. Poi faccio colazione, di solito yogurt, fette biscottate, un frutto. Poi mi alleno, facciamo sempre due ore di tennis e un'ora e mezza di atletica. Pranzo sempre al circolo, mangio carboidrati, secondo e verdure. Al pomeriggio mi alleno un'altra ora e mezza, un'oretta in palestra e quando ne ho bisogno alla fine faccio un massaggio. La sera torno a casa, guardo qualche serie tv, mi preparo la cena e vado a dormire". 

Nel weekend, racconta Lucia, va spesso a casa di Francesco Piccari e Karin Knapp, ex numero 33 del mondo che la seguirà ad Alghero per il preliminare di Billie Jean King Cup contro la Francia del 15-16 aprile. Il rapporto è molto più di un semplice legame professionale. Flavia, la figlia di Karin nata nel 2018 che ha presto attirato tutte le attenzioni durante l'intervista negli studi di SuperTennis, le è affezionatissima. 

Bronzetti usa anche la stessa Babolat di Karin Knapp, la Pure Aero. "Me la incordo da sola, ho la macchina manuale. Mi ha insegnato mio padre, l'avevamo presa inizialmente per risparmiare e quando mi sono trasferita l'ho portata con me. Incordo a 22-22 Kg, poi ovviamente mi regolo in base ai tornei" spiega.

Nel borsone, racconta, non ha portafortuna o amuleti particolari. Solo racchette, scarpe, ricambi e gli integratori che, ammette, "non prendo tanto e bene: dovrei assumerne di più".

Con la sua voce sottile che nasconde una tenacia da grande combattente, Bronzetti racconta una semplicità non artefatta, una normalità tutta sostanza e pochi fronzoli pienamente in linea con lo stile di gioco che esprime in campo.

I suoi gusti musicali, racconta, si concentrano sulla musica pop contemporanea, italiana e straniera. "Mi piace ascoltare di tutto, tranne il rock, il jazz, queste cose qua" racconta. Non ha ancora chiesto consigli o playlist a Lorenzo Musetti, che tende a preferire il rock classico. "Ma a Indian Wells lo sentivo che ascoltava musica 'normale'" ci racconta con una risata.

Per certi versi, è "pop" anche nelle scelte di serie tv. La sua preferita è "La casa di carta", una delle più viste di sempre su Netflix di cui è in uscita un remake coreano.

Ha apprezzato anche Prison Break e nell'ultimo viaggio ha guardato King Richard, il film su Richard Williams, padre di Venus e Serena, interpretato da Will Smith premiato con l'Oscar. Anche se nella serata rovinata dallo schiaffo al presentatore Chris Rock per una battuta infelice sull'alopecia di sua moglie, l'attrice Jada Pinkett Smith.

Serena ha fatto molto discutere quando ha commentato la squalifica di Alexander Zverev dal torneo di Acapulco per la racchettata con cui ha quasi colpito l'arbitro dopo una sconfitta in doppio. "Se l'avessi fatto io, a quest'ora sarei già in galera" ha detto, lasciando intendere un doppiopesismo, un diverso trattamento tra uomini e donne quando si tratta di punire comportamenti anti-sportivi. Un tema, quello del poco rispetto, emerso di nuovo con forza tra Indian Wells e Miami. Era successo a Kyrgios dopo la sconfitta contro Nadal in California, è successo a Jenson Brooksby in Florida. Addirittura Andy Roddick ha pubblicato un video-tutorial decisamente ironico su come sbattere le racchette per evitare che rimbalzino in maniera imprevedibile. 

Bronzetti non si è mai trovata, ha spiegato, in situazioni così eclatanti. "Se le mie avversarie si arrabbiano un po', per me meglio così perché vuol dire che le sto mandando fuori di testa - ammette -. Tuttavia, parlando più in generale, in certi casi ci vorrebbero sanzioni più rigide. Bisognerebbe far capire che non te la puoi cavare sempre pagando solo una multa. Ad esempio trovo corretta la decisione di squalificare Zverev ad Acapulco, perché a tutto c'è un limite".

Nella sua ultima partita a Miami si è arresa dopo tre ore di battaglia e dopo aver mancato un match point contro la russa Daria Gavrilova, naturalizzata australiana e in campo con il cognome del marito Luke Saville (tennista Aussie), che ha indossato un top blu e una gonna gialla. Un abbinamento non casuale: sono i colori della bandiera ucraina. 

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Mentre il ministro dello sport britannico vorrebbe dai russi dichiarazioni scritte di neutralità e anti-putinismo per poter giocare Wimbledon, Bronzetti da atleta non è d'accordo con le esclusioni.

"Penso che le giocatrici fondamentalmente non facciano parte di tutto questo, la colpa non è loro. Non è giusto togliere loro il privilegio di competere - dice -. Quando affronto una tennista, penso soprattutto a come gioca, non a chi è. Ovviamente è una situazione molto complicata, soprattutto le tenniste ucraine stanno soffrendo tanto come Svitolina. L'importante è far loro capire che ci siamo, che le sosteniamo. Sarebbe molto importante che lo facessero, ancora di più, le giocatrici russe".

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