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L’Italia del tennis sorride anche a livello Juniores. L’ultima edizione degli Australian Open under 18 ha visto l’azzurra Federica Urgesi trionfare nel torneo di doppio e regalarsi un posto nella storia. Vittorio Magnelli, dal 2018 direttore tecnico nazionale del settore femminile Over 16 e Responsabile del CTN di Formia, la vede così
05 febbraio 2023
L’Italia del tennis sorride anche a livello Juniores. L’ultima edizione degli Australian Open under 18 ha visto l’azzurra Federica Urgesi trionfare nel torneo di doppio e regalarsi un posto nella storia. Marchigiana, classe 2005, Federica ha lasciato Fano a 13 anni per trasferirsi al Centro di preparazione olimpica di Formia e inseguire i suoi sogni. Vittorio Magnelli, dal 2018 direttore tecnico nazionale del settore femminile Over 16 e Responsabile del CTN di Formia, la vede così.
Partiamo dal trionfo di Federica agli Australian Open. Come ha vissuto la sua cavalcata?
“Il primo titolo Slam in Australia di una ragazza italiana mi ha riempito il cuore di gioia. Ho visto tutte le partite da casa e sono contento non solo per lei ma anche per tutti coloro che hanno lavorato duramente per tagliare questo traguardo. Onestamente mi aspettavo potesse andare più avanti nel torneo di singolare perché ha il tennis per poterlo fare, ciò non toglie nulla ovviamente a un risultato di grande prestigio”.
Federica Urgesi al servizio (foto Camel)
Facciamo un passo indietro, alla preparazione che Federica ha svolto a Formia nel mese di dicembre. Quale è stato il vostro approccio allo Slam?
“Considero questi eventi come tornei di formazione, dove l’aspetto principale non è vincere ma apprendere il più possibile. Le nostre ragazze hanno l’opportunità di essere a stretto contatto con le più forti giocatrici del mondo, di vedere come si allenano e come si comportano ogni giorno. Durante l’inverno Federica si è data molto da fare per migliorare tutti i lati del proprio gioco, in particolar modo sui primi colpi come servizio e risposta. Ho avuto feedback positivi sia da Giancarlo Palumbo, il responsabile della spedizione azzurra a Melbourne, che dalla nostra capitana Tathiana Garbin”.
Federica è approdata a Formia nel 2018, quando ancora doveva compiere 14 anni. Quale fu la sua prima impressione?
“Era già una grande lottatrice, dotata di una buona tecnica di base. Aveva bisogno di crescere dal punto di vista fisico e di mettere ordine nel proprio gioco. La palla le usciva e le esce dalla racchetta in modo straordinario, questa è una cosa che ricordo molto bene. Negli anni ha imparato a spingere e a proporsi con un atteggiamento sempre più aggressivo. È questa la strada sulla quale dobbiamo continuare”.
Quanto è importante la figura di Tathiana Garbin per la crescita di Federica e di tutte le nostre ragazze?
“Moltissimo. Quando non è impegnata nelle vesti di capitana o non ha altri impegni nel tour è sempre presente a Formia. Tathiana è un esempio, non solo in qualità di ex giocatrice ma anche come professionista instancabile. Adora il suo lavoro, è bravissima nel saper toccare le corde giuste. Federica negli ultimi quattro anni è stata seguita da Vincenzo Izzo ma il rapporto tra lei e Tathiana è ottimo”.
Nel circuito ITF Federica ha già disputato due semifinali, entrambe a Solarino, nel 2021. Sulla base della sua esperienza ci può spiegare le difficoltà della transizione da junior a pro?
“Il percorso è lungo e ricco di insidie, ci vuole molta pazienza. Naturalmente ogni ragazza ha i propri tempi ed occorre saperli rispettare. C’è chi matura prima, chi matura dopo e chi forse non maturerà mai. La cosa che mi piace sottolineare è che tra i nostri doveri c’è soprattutto quello di insegnare loro ad amare questo sport, ad appassionarsi e a viverlo divertendosi nonostante i brutti momenti. Io passo tutte le giornate in campo ma non mi pesa perché adoro ciò che faccio. È questo il messaggio che vorrei che passasse”.
Il tennis italiano maschile sta vivendo un ottimo momento. Da Sinner a Musetti, senza dimenticare Berrettini e gli altri che stanno arrivando da dietro. Cosa dobbiamo aspettarci in campo femminile?
“Sono molto fiducioso. Personalmente, vent’anni fa, ho avuto la fortuna di far parte del percorso di crescita di Roberta Vinci, Flavia Pennetta e Francesca Schiavone. Dal 1993 al 2000 sono stato responsabile del settore femminile e le ho viste diventare delle grandissime giocatrici. Nei prossimi tre o quattro anni potremmo avere una situazione più stabile, come per tutte le belle cose serve tempo. Anche nel tennis esistono i cicli e il nostro ci ha portato a vedere i trionfi in Fed Cup, una finale Slam tra due giocatrici italiane, il titolo di Francesca Schiavone al Roland Garros e la finale parigina disputata da Sara Errani nel 2012. Le prospettive ci sono, dobbiamo solamente attendere”.
Programmazione e obiettivi: quali tornei giocherà Federica nelle prossime settimane?
“Abbiamo in mente di farle fare un’attività mista. Tra una settimana partirà per Il Cairo, dove disputerà alcuni tornei da Under 18, per migliorare una classifica (36, n.d.r.) che già le consentirebbe di essere in tabellone al prossimo Roland Garros Junior. Ciò non toglie che quando ne avrà la possibilità sarà impegnata anche nei 25.000 dollari e perché no, anche in eventi più importanti. L’obiettivo è quello di crescere, tecnicamente e fisicamente. I risultati, eventualmente, saranno la più naturale delle conseguenze”.
La slovacca Renata Jamrichova e l'azzurra Federica Urgesi con il trofeo del doppio conquistato agli Australian Open 2023