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Dall'Australia, dodici mesi fa, era di fatto cominciata la sua carriera tra le big. Oggi Lucia Bronzetti entra fra le top 50 Wta ed è pronta per raggiungere nuovi traguardi. Partendo dalla splendida finale in United Cup, che porta anche la sua firma
di Cristian Sonzogni | 09 gennaio 2023
Per descrivere la United Cup dal punto di vista di Lucia Bronzetti, è utile partire da un post social, quello pubblicato dal suo coach Alessandro Piccari, presente pure lui in Australia per l'evento di inizio stagione: 'United Cup nel cuore', con un'emoticon a rendere il concetto e una foto dell'abbraccio tra allenatore e giocatrice. Sì perché Lucia, che la maglia azzurra l'aveva già indossata in Billie Jean King Cup, era quella meno in vista del gruppo tricolore. Lei che nel 2022 ha fatto passi da gigante, ma che rispetto a Martina Trevisan, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti non aveva ancora potuto prendersi le grandi attenzioni dei media.
Lo ha fatto, mostrando un'ottima attitudine, in quella che è risultata essere la partita decisiva per portare l'Italia in finale, con gli azzurri avanti per 2-1 sulla Grecia, rinvigorita dal successo di Stefanos Tsitsipas su Matteo Berrettini. In quel momento, una giocatrice meno solida avrebbe accusato il colpo. Perché hai voglia a dire che questa United Cup era meno sentita di altri eventi, ma poi il campo in realtà ha detto il contrario: ha detto che tutti ci tenevano ad arrivare in fondo a questa competizione nuova eppure già entrata nei cuori di molti appassionati, così come di molti giocatori.
Il peso in più, per Lucia, era rappresentato dal fatto di trovarsi di fronte una rivale che l'aveva battuta negli unici due precedenti, peraltro piuttosto recenti: agli Us Open 2021 e nella finale del 125 mila dollari di Vancouver lo scorso anno. Valentini Grammatikopoulou dunque sapeva cosa fare, per dare fastidio alla romagnola. Ma malgrado questo è scattata male, ha dovuto inseguire per tutto il match ed è sempre rimasta con la testa sott'acqua, senza mai riuscire a far girare la partita. Merito soprattutto di una Bronzetti perfetta sotto il profilo dell'atteggiamento. Mai timorosa e sempre propositiva. “Spingi, spingi sempre”, le urlavano dalla panchina Vincenzo Santopadre e Alessandro Piccari, e lei ha messo in pratica il suggerimento con pochissime pause.
Del resto Lucia, proprio sull'atteggiamento, ha costruito la sua gavetta nel circuito Itf, dove è rimasta sostanzialmente fino a tutto il 2021. Quell'anno i primi segnali di un possibile salto di qualità, con tre quarti di finale a livello Wta, poi il 2022 da favola: la qualificazione e il secondo turno agli Australian Open (con partita da ricordare di fronte ad Ashleigh Barty), ottavi a Miami, semifinale a Rabat, finale a Palermo. Una crescita costante che le è valsa un approdo tra le top 60 e in maglia azzurra, da numero 2 del movimento femminile tricolore.
Sapevo che non sarebbe stato facile, ma sono contenta del mio approccio e anche del mio gioco (Lucia Bronzetti).
“Sapevo che sarebbe stato difficile per me – ha spiegato Lucia con la sua solita dose di timidezza come accompagnamento – ma mi sono piaciuta, per la mia reazione alle difficoltà e anche per il gioco. Sono felice del mio torneo”. A essere felici, eccome, anche tutti coloro che la seguono nel Team Piccari.
Ora che – con le tre vittorie di United Cup – è diventata top 50 Wta, ora che ha superato un altro step e fatto segnare il suo primato personale, Miss Bronzetti è pronta per fare altri passi avanti. Sempre con i piedi ben piantati a terra, senza dare nulla per scontato. Ma con un tennis moderno e concreto che è in grado di portarla a fornire ottime prestazioni ovunque. Anche sul cemento degli Australian Open, dove in fondo è cominciata – appena dodici mesi fa – la sua vera carriera nel mondo delle big.