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Campioni nazionali

Julian Ocleppo, tre operazioni e il ritorno al successo

Il trionfo nel 25 mila dollari di Santa Margherita di Pula può essere stato un nuovo inizio per il piemontese nato a Monte-Carlo, 25 anni e un talento comune a quello di papà Gianni, sempre rimasto al suo fianco in questo lungo periodo difficile

26 aprile 2023

Julian Ocleppo Trieste Challenger

Il rovescio di Julian Ocleppo

Un padre – Gianni, ex davisman – in grado di raggiungere il numero 30 Atp. Una carriera ben avviata, nel solco della tradizione di famiglia. Poi, la sorte poco benevola si fa viva. Un intervento, due, tre. L'ultimo, nel marzo del 2022, al gomito. Julian Ocleppo, dopo la pandemia, ha vissuto un calvario sportivo che avrebbe tolto motivazioni a molti, quasi a tutti. Non a lui: proprio domenica scorsa ha vinto il suo primo torneo della sua seconda vita, il 25 mila dollari di Santa Margherita di Pula, dominando in finale Tommaso Compagnucci.

Un nuovo inizio che può rilanciare il piemontese nato a Monte-Carlo, 25 anni e un talento comune a quello di papà, sempre rimasto al suo fianco in questo lungo periodo difficile. Talento che stava sbocciando, nel 2020, mentre il mondo entrava nell'incubo covid: prima una semifinale in singolare nel 125 mila dollari di Bangalore, con una vittoria importante sul bielorusso Ilya Ivashka. Poi la vittoria in doppio nell'altro Challenger a Bergamo, proprio il torneo che – primo al mondo – fu fermato dalla pandemia nella mattinata precedente all'ultimo atto di singolare.

Julian Ocleppo al servizio (foto Getty Images)

L'obiettivo, mentre il circuito è fermo, è allenarsi al meglio per sfruttare il momento positivo e presentarsi in condizione quando il mondo ripartirà. Invece è il polso sinistro a mettersi in mezzo: serviranno due interventi, il primo eseguito da Angel Ruiz Cotorro (il medico di Rafa Nadal) e il secondo in patria, a Torino nel 2021, per risolvere definitivamente il problema. Sistemato il polso, tuttavia, si presenta il problema al gomito destro. Ed è un colpo che si fa sentire ancora più forte. Per convincere Julian a rientrare in sala operatoria ci vuole del tempo, ci vogliono tentativi (falliti) di infiltrazioni e antidolorifici. Poi la decisione, resa pubblica sui social con queste parole.

“Mai avrei pensato a distanza di quasi un anno dall’ultima operazione di ritrovarmi a scrivere un post così. Ma nella vita ci sono cose che purtroppo non puoi evitare, ma che devi affrontare e puoi vincere. Scrivo questo post con un velo di tristezza e paura ma con la consapevolezza di aver toccato il fondo e la determinazione che da qui posso solo risalire. Non è semplice, ad oggi, ripensare a questi ultimi due anni. Tre operazioni, mesi e mesi di stop, preoccupazioni, difficoltà. Tutto questo in un momento difficile per tutti noi, in cui tante certezze sono state messe in discussione. Ma se c’è una cosa che ho imparato in questi due anni difficili è che non è importante come colpisci, ciò che conta è come sai resistere ai colpi, come incassi, e come ti rialzi se finisci al tappeto. Siamo abituati a misurare il successo con le vittorie, e il fallimento con le partite perse. Ma il fallimento non è il contrario di successo, non fare niente è lo sbaglio più grande che si possa fare”.

Julian Ocleppo e Zdenek Kolar, vincitori del doppio nel challenger di Bergamo

Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni difficili è che non è importante come colpisci, ciò che conta è come sai resistere ai colpi, come incassi, e come ti rialzi se finisci al tappeto. (Julian Ocleppo)

Ecco, la chiave: la consapevolezza che non era più una questione di ranking e di vittorie o sconfitte. Era una questione di orgoglio, di tornare un giocatore di tennis a prescindere da quanti ostacoli si erano messi in mezzo nel cammino. “Devo dire grazie a mio padre – spiega oggi Julian – se ho iniziato a giocare a tennis e se sono riuscito a farne un lavoro. Sono contento e orgoglioso delle scelte che ho fatto fin qui, malgrado tutte le difficoltà incontrate nelle ultime stagioni. Gli infortuni fanno parte del percorso, adesso voglio riprendere il cammino che avevo interrotto. La parte fisica è quella che curiamo di più in questo momento, per evitare di avere ulteriori problemi in futuro: a livello mentale ho sofferto tanto, è stato difficile non mollare. Adesso cerchiamo di lavorare al meglio, poi il resto arriverà di conseguenza”.

La classifica Atp vede Julian attualmente numero 750, ma con il ranking live (che include i 25 punti incamerati a Santa Margherita) in grado di portarlo al numero 587. Poco, in rapporto a ciò che il piemontese/monegasco vorrebbe essere, poco anche in rapporto a ciò che è già stato (309 come record personale), ma comunque un punto di ripartenza necessario. “Gli obiettivi a breve termine sono di fare punti sulla terra, più punti possibile, in modo da restare a galla in classifica. Il sogno è sempre quello di entrare nei top 100, ma su questo ci sono sempre mille punti interrogativi. Ciò che mi ha sempre tenuto vivo è sapere che nel tennis può cambiare tutto nel giro di poche settimane. L'importante è non avere fretta, stare sul pezzo, lavorare serenamente”.

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