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A 25 anni è numero 124 Atp e 36 della Race. Raul Brancaccio, napoletano nel cuore, cresciuto con la Spagna come esempio tennistico, sta volando verso il suo obiettivo. Dopo una vita passata a fare la gavetta, il 2023 pare davvero poter essere l'anno del suo approdo ad alto livello
08 febbraio 2023
Ognuno cresce secondo il proprio ritmo, secondo le proprie possibilità. Ma un ragazzo che a 25 anni è numero 124 Atp e 36 della Race può davvero definirsi 'in ritardo' sulla tabella di marcia? O piuttosto è la nostra epoca frenetica fatta di tribunali social e incapacità di attendere, a mettere una pressione che – spesso e volentieri – è totalmente priva di senso? La domanda (retorica) la si potrebbe girare a Raul Brancaccio, napoletano nel cuore, cresciuto con la Spagna come esempio tennistico. Dopo una vita passata a fare la gavetta, il 2023 pare davvero poter essere l'anno del suo approdo ad alto livello.
Prima il trionfo esotico in Nuova Caledonia, battendo due personaggi non proprio morbidi come Benoit Paire e Cristian Garin e per giunta sul cemento, che non è (oppure, meglio, non era) la sua superficie preferita. Poi la finale a Tenerife, sempre sul duro, cedendo a Matteo Arnaldi ma pure alle vesciche alla mano destra che gli hanno impedito di dare il massimo. Il tutto, sull'onda di una seconda parte di 2022 già vissuta col piede sull'acceleratore: trionfo (partendo dalle qualificazioni) a San Benedetto del Tronto, qualificazione sfiorata agli Us Open, semifinali a Stettino e quarti a Genova, due Challenger molto simili a degli Atp 250.
Un diritto in allungo di Raul Brancaccio (foto Lolli)
“Ogni giocatore – ha spiegato Raul proprio dopo l'ultimo atto perso a Tenerife – spera di poter entrare un giorno o l'altro nei top 100 Atp. Adesso non sono lontano da questo obiettivo, che sognavo e immaginavo sin da quando ero piccolo. Ma fino a quando lo raggiungerò continuerò a dare il massimo senza fermarmi e senza guardarmi indietro. Non voglio avere rimpianti, so di dover lottare in ogni partita perché è quella l'unica cosa che conta davvero”.
Il ragazzo è in gamba e ha un carattere forte, che traspare dal suo tennis così come dalle sue parole. Cresciuto nell'esempio di David Ferrer, lo stile è quello tipico della scuola iberica, ma con un'evoluzione tecnica che gli ha permesso di mostrarsi oggi come un giocatore completo e affidabile anche sul rapido. O almeno sul duro outdoor. Diritto e servizio solidi, pur senza punte straordinarie, rovescio bimane sicuro e continuo, Brancaccio sa fare tutto e ormai ha capito di potersela giocare con (quasi) tutti, anche con giocatori come Paire, Garin, Delbonis, che fino a poco tempo fa vedeva ancora troppo lontani dalle sue possibilità. La fiducia del resto è cresciuta, di pari passo con i risultati, e adesso l'asticella degli obiettivi deve per forza essere spostata più in alto.
Raul Brancaccio (Foto Sposito)
Nato a Torre del Greco nel maggio del 1997, Raul ha una sorella – Nuria – che ha tre anni meno di lui ed è già 213 Wta. Due primati di famiglia raggiunti lo stesso giorno, lunedì scorso, ma con la sensazione che si tratti solamente di un passaggio verso qualcosa di più importante. Se parliamo di circuito Atp, Raul si trova oggi a soli 4 punti da Matteo Berrettini nella Race to Turin. Una suggestione interessante, quella posizione numero 36, che può fare da stimolo in vista di una crescita ulteriore. Saremo sì soltanto a inizio stagione, sarà merito dei Challenger, sarà che i grandi non si sono ancora del tutto messi in moto. Ma vedersi tra i top 40, per uno che fino a poco tempo fa non era sicuro di valere i cento, è qualcosa che riempie di orgoglio e di buone intenzioni per il futuro prossimo.
Terminato il percorso professionale con Javier Ferrer, fratello di David, il campano è approdato da fine 2022 a Valencia, insieme all'ex pro Daniel Gimeno Traver, nell'accademia che ospita anche (almeno quando si trova in Spagna) Roberto Bautista-Agut. “Sono profondamente innamorato del tennis – ha detto di recente Raul – e per questo non mi pesano i sacrifici che ho dovuto e devo continuare a fare per riuscire a raggiungere i miei obiettivi. Inoltre, voglio essere un esempio positivo per mia sorella, che è più giovane di me e ha un potenziale importante. La sento molto vicina e spero che insieme potremo arrivare ai traguardi che abbiamo sempre sognato”.
L'esultanza di Raul Brancaccio (Foto Sposito)