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Campioni nazionali

Luca Nardi, tre giorni di vacanza per una stagione “da 7”

A soli tre giorni dalla semifinale al Challenger di Forlì, con la quale ha chiuso la stagione, Luca Nardi è già tornato ad allenarsi per preparare il 2022. “Il mio anno era iniziato male – dice –, ma poi è andato in crescendo. Mi do un 7. Devo crescere al servizio e migliorare tatticamente”. L’obiettivo è raggiungere almeno le qualificazioni degli Slam

17 dicembre 2021

Le vacanze? A 18 anni, quando la priorità è crescere verso l’obiettivo di diventare un tennista di alto livello, può capitare che durino appena tre giorni. È il caso di Luca Nardi, che lo scorso sabato era in campo a Forlì per la prima semifinale Challenger della sua giovane carriera, e già mercoledì è tornato ad allenarsi per preparare un 2022 che – per lui – inizierà subito nella prima settimana dell’anno, di nuovo a Forlì. Sarà una bella opportunità per riprendere da dove ha lasciato, con qualche rimpianto sia per la semifinale persa sia perché il calendario è terminato proprio quando ha trovato il suo miglior tennis della stagione.

“Perdere in semifinale (contro Andrea Arnaboldi, ndr) è stato un vero peccato – spiega –, perché ero avanti e penso di aver mancato una bella opportunità, anche in ottica finale. Come mi è dispiaciuto molto dovermi fermare per il termine della stagione, perché mi sentivo bene in campo e sentivo di poter giocare altri match e altri tornei. Ma qualche settimana di allenamento mi farà bene, e l’attesa prima dei prossimi tornei non sarà così lunga. Giocherò i tre Challenger consecutivi a Forlì. Poi mi allenerò per altre tre settimane”.

Luca Nardi ha chiuso il suo 2021 arrivando in semifinale al Challenger di Forlì. Ha perso in 3 set contro Andrea Arnaboldi

Il 2021 per il talento di Pesaro è stato un anno tutto sommato positivo. Ha faticato nella prima metà della stagione, ma poi è andata meglio e ha chiuso da numero 356 del mondo, oltre 400 gradini più in alto rispetto al punto di partenza. “Come voto – dice – mi do un 7: la mia stagione è iniziata molto male, a causa di alcune questioni personali che mi hanno un po’ limitato, ma poi è andata in crescendo”.

La svolta è arrivata quando ha deciso di interrompere il rapporto con coach Roberto Antonini per tornare con Francesco Sani e Gabriele Costantini, la coppia che lo segue da anni, ed era con lui anche quando nel 2017 vinse fra gli under 14 al Les Petits As di Tarbes, mostrando  al mondo delle potenzialità enormi.

“Fosse stato per me – dice – non mi sarei mai staccato da loro, ma purtroppo era diventata una scelta quasi obbligata. Tornare sotto la loro guida ha dato i suoi frutti: mi conoscono bene, sanno come trattarmi, come rapportarsi con me, quando coccolarmi e quando invece usare il pugno duro. Una situazione che mi dà più tranquillità e più serenità. Il feeling umano fra allenatore e giocatore è fondamentale. Quando non c’è, in campo è tutto più difficile. In più, abbiamo anche l’appoggio della FIT, con Claudio Galoppini”.

Nel 2021 Nardi ha vinto due titoli ITF: un 15mila dollari a Genova e un 25mila dollari a Madrid

Col nuovo-vecchio team, di base al Tennis Club Baratoff di Pesaro dove Nardi è cresciuto sin da bambino, il giovane classe 2003 ha vinto un paio di titoli ITF (un 15mila dollari a Genova, un 25 mila dollari a Madrid) e ha iniziato a togliersi qualche bella soddisfazione a livello Challenger, fino a chiudere con i quarti a Bari e la semifinale a Forlì. “Ho cercato di giocare il più possibile a quel livello, e mi è servito da lezione.

Inizialmente mi capitava di andare ai tornei un po’ sfiduciato, perché mi sentivo fuori luogo, non all’altezza. Ma frequentare con continuità i Challenger mi ha fatto capire che invece posso starci anche senza giocare benissimo. Ho ottenuto buoni risultati, fatto buone prestazioni. Mi auguro di ripartire col piede giusto”.

Nardi con Stefano Barsacchi, il preparatore atletico della FIT che l'ha accompagnato nella trasferta vincente in Spagna

A 18 anni compiuti ad agosto, Nardi è uno dei giovani più promettenti del nostro tennis, ma – a differenza di molti che l’hanno preceduto – ha la fortuna di poter lavorare senza troppi occhi puntati addosso, perché l’attenzione del pubblico è soprattutto su altri.

“Vedere certi connazionali che ottengono risultati così importanti – spiega – è senza dubbio uno stimolo. Mi sprona a fare meglio. Ma in generale non sono il tipo di persona che sente molto la pressione. Ho un approccio molto tranquillo e sereno, e questo mi permette di giocare spesso con la mente libera. E credo che sarà lo stesso qualora dovessi arrivare in alto nella classifica mondiale. Semmai, l’unica pressione che sento è quella che metto a me stesso. In questo ultimo periodo, per esempio, mi sono posto l’obiettivo di impegnarmi al massimo ogni singolo giorno, sotto tutti gli aspetti, senza tralasciare il minimo particolare. Cerco di essere molto esigente con me stesso, augurandomi che facendo le cose nel modo giusto il campo possa ripagare il mio impegno”.

Matteo Berrettini, per fare un esempio, ha sempre detto che avrebbe espresso il suo miglior tennis intorno ai 25 anni, e per quanto si è visto nel 2021 (anche se è sempre in tempo a fare ancora meglio) ci ha preso in pieno. E Nardi? “Mi auguro di arrivare al massimo il prima possibile, ma non ho particolare fretta. Nel tennis non conta chi arriva prima, ma chi va più lontano e riesce a rimanere in alto il più a lungo possibile. L’importante è dare sempre il massimo. Quest’anno mi ha insegnato che possono succedere tante cose in grado di condizionare il rendimento”.

Classifica a parte, per il 2022 gli obiettivi del marchigiano sono due: migliorare nel servizio e lavorare dal punto di vista tattico. “Mi sono reso conto – dice ancora – che per essere davvero competitivo a certi livelli devo crescere al servizio, e ci sto lavorando eseguendo anche delle correzioni tecniche. Per quanto riguarda la tattica, invece, spesso ho troppe idee in testa e finisco per fare confusione. Stiamo provando a mettere più ordine in tutto ciò che faccio”.

A livello di tornei, l’obiettivo sono le qualificazioni degli Slam: “mi auguro – chiude – di poter fare un salto importante in classifica, almeno per raggiungere quel traguardo”. In cifre, vuol dire arrivare intorno alla posizione numero 240: niente di impossibile considerando da dove parte. E soprattutto alla luce delle sue enormi possibilità.

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