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Trevisan riscalda con il suo sorriso e con la sua bella storia un Roland Garros freddo e umido, giocato ad ottobre a causa della pandemia. E fa vedere fin dove può arrivare con il suo grandissimo talento. La sua marcia su Parigi, dalle qualificazioni ai quarti, è un sogno che diventa realtà. Della tennista di Firenze si è parlato anche a “2020 Reloaded” su SuperTennis
di Tiziana Tricarico | 16 dicembre 2020
C’è stato un tempo in cui voleva solo scomparire: ora ha tanta voglia di riprendersi il palcoscenico, da protagonista. In un Roland Garros atipico a causa della pandemia, giocato ad ottobre in una Parigi fredda ed umida, Martina Trevisan trova l’ispirazione giusta per realizzare il suo sogno. Dalle qualificazioni infila sette vittorie di fila ed arriva nei quarti di finale, fermandosi solo davanti ad Iga Swiatek, futura regina Slam.
Il suo sorriso riscalda il cuore degli appassionati, non soltanto italiani: tutti vogliono sapere la sua storia. E lei la racconta con semplicità, con la serenità di chi ha raggiunto nuove consapevolezze. Ma anche con la soddisfazione di chi sta raccogliendo, finalmente, i frutti di lavoro e sacrifici (dell’exploit di Trevisan in terra francese si è parlato anche nella 17esima puntata di “2020 Reloaded” su SuperTennis).
Oui, Je suis Martinà. Quel diritto mancino in avanzamento con il quale è in grado di verticalizzare il gioco e chiudere eventualmente al volo, cosa non troppo comune nel tennis rosa, ha fatto innamorare tutti.
Ed è stato il leit motiv della campagna in terra francese. Il segreto di questa “esplosione” sta anche però - e molto - nell’aspetto mentale, con la complessità emotiva della ragazza toscana trasformatasi in un punto di forza, in un serbatoio dal quale attingere energie positive.
Non c’è posto migliore di Parigi per sognare. Sulla terra francese Trevisan è protagonista di una favola meravigliosa, fatta di rimonte clamorose, match-point annullati e sette partite vinte di fila.
Martina, n.159 del ranking, supera tre turni di qualificazione - a spese di Vickery, Muhammad e Sharma -, all’esordio si aggiudica il derby tricolore contro Giorgi, n.75 WTA, firmando la prima vittoria nel main draw di uno Slam, fa ancora meglio battendo in rimonta la “baby” statunitense Gauff, 16 anni, n.51 WTA, e poi compie un vero e proprio miracolo annullando due match-point alla greca Sakkari, n. 24 del ranking e 20 del seeding al terzo turno. Quindi alla luce di tutto questo la vittoria in due set negli ottavi contro l’olandese Bertens, n.8 WTA e quinta favorita del seeding, semifinalista nell’edizione del 2016, sembra quasi “ordinaria amministrazione”. Anche se il pallonetto che si stampa sulla riga al terzo match-point non lo è.
“Sto vivendo un sogno ma io credo nei sogni. Non riesco a credere di essere nei quarti di Parigi. So che ho fatto un gran lavoro fino ad ora. Il messaggio è resta concentrato sui tuoi sogni e non mollare mai la tua vita, le cose che vuoi e quello che desideri raggiungere”, dice la 26enne di Firenze che diventa la decima qualificata a raggiungere i quarti al Roland Garros nell’Era Open (l’ultima era stata la kazaka Yaroslava Shvedova nel 2012).
L’ultima azzurra a conquistare un posto tra le migliori otto a Parigi era stata Sara Errani nel 2015.
Sul palcoscenico del “Philippe Chatrier” però la favola si conclude perché la polacca Iga Swiatek, n.54 WTA, a 19 anni ha fretta di arrivare.
Per le imprese ci vuole anche un pizzico di fortuna e magari non aspettare ore ed ore in uno spogliatoio prima di scendere in campo alle 9 di sera con umidità e freddo che la metà basta.
Martina parte anche bene (3-1) ma la tennista di Varsavia si aggiudica 11 dei successivi 12 giochi volando in semifinale.
“Sono felice lo stesso - sottolinea Martina -. E’ stata una partita davvero dura. Lei è una giocatrice emergente, ha un sacco di energia positiva. Le condizioni erano pessime. Ma va comunque bene: certo, sono un po’ triste per la partita ma resta il fatto che per me sono state due settimane incredibili. Oggi ho chiuso un capitolo importante della mia vita: da domani ne inizieranno altri”.
Probabilmente l’azzurra non ne aveva più da spendere ma può comunque salutare Parigi con il suo sorriso più bello. Ha dimostrato che qualcosa è cambiato, che può iniziare a scrivere una nuova, bellissima storia. A cominciare da un best ranking impensabile alla vigilia del torneo: numero 83.
Un sorriso ritrovato quello di Trevisan. “Giocare a tennis mi divertiva…fino a quando non mi sono divertita più”: le parole significative tra le tante utilizzate da Martina per raccontare la sua vita, da crisalide a farfalla, in un articolo/confessione (“Metamorfosi”) pubblicato qualche mese fa su The Owl post.
Da talento prodigio capace di vincere tutti i titoli italiani giovanili e di raggiungere le semifinali in doppio junior al Roland Garros e a Wimbledon alla decisione di smettere presa a fine 2009: fino a quella di ricominciare daccapo, a marzo 2014.
In mezzo, la vita di un’adolescente che al grande talento accordava (ed accorda) un altrettanto profonda sensibilità. Insomma un giro sulle montagne russe emotive, e soprattutto fisiche, che la metà basta: la necessità di vivere come una 15enne qualsiasi, la malattia del padre, i nuovi equilibri famigliari, il desiderio di un corpo diverso, la voglia di scomparire (“30 grammi di cereali ed un frutto la sera”), l’anoressia. Ma anche la capacità di chiedere aiuto, la volontà di uscire dal buio, di ritrovare sé stessa, fino a riprendere di nuovo la racchetta in mano: prima per insegnare agli altri il suo grande amore per il tennis, poi per competere di nuovo. E per tornare a divertirsi.
Inizia ad allenarsi al Centro FIT di Tirrenia e nel giro di un paio di stagioni arriva a ridosso delle prime 200, quindi anche quel muro è superato ma segue una fase di “stallo”.
Poi arriva il “click”, in Australia a gennaio, con la prima qualificazione al tabellone principale di uno Slam. A Melbourne non riesce ad andare ancora avanti ma semplicemente perché al primo turno va a sbattere contro Sofia Kenin, la giocatrice che di lì ad un paio di settimane solleverà al cielo il trofeo….
Ma è nella trasferta Down Under - secondo Matteo Catarsi, il coach che la segue da anni - che affondano le radici delle fantastiche settimane parigine della mancina di Firenze.
“Dopo Melbourne ha preso consapevolezza di poter competere con tutte e al Roland Garros ne ha avuto la conferma: era da tanto tempo che aspettava questo momento. Del resto a tennis ha sempre saputo giocare molto bene: da junior in nazionale gareggiava alla pari con tutte le più forti under 16 dell’epoca”.
Martina Trevisan agli Australian Open 2020 (foto Getty Images)
Dopo l’Australia sono arrivati i quarti nel “100mila” del Cairo ma anche un paio di sconfitte in match lottatissimi nelle “quali” di Acapulco e Monterrey. Alla ripresa dopo il lockdown ha fallito la qualificazione a Palermo (dove però è arrivata in finale nel doppio con Cocciaretto) e a Roma: a Parigi ha iniziato la sua avventura perdendo il primo set con la statunitense Vickery, poi si è messa in modalità “Martina da favola”….
Ed ora che anche il muro delle top 100 è stato abbattuto, grazie al best ranking - numero 83 - firmato il 12 ottobre proprio dopo la conclusione dello Slam francese, si può davvero guardare lontano. Senza più porsi limiti.
2020 RELOADED - GUARDA LA DICIASSETTESIMA PUNTATA: Martina Trevisan, from Paris with love
IL TEMA DEL GIORNO
"2020 Reloaded" vi consentirà di ripercorrere con cadenza quotidiana i momenti chiave della stagione appena conclusa: dalle imprese azzurre ai record di Djokovic e Nadal, dal ritorno di Azarenka alle sfide di Osaka, dall’assenza di Federer alla crescita di Sinner.
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