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L’esperienza da sogno di Lisa Pigato a Parma ha acceso i riflettori su una delle più grandi speranze della Next Gen italiana al femminile, insieme a Elisabetta Cocciaretto. Ma non sono sole: con loro Brancaccio, Paoletti, Alvisi, Delai e altre. Di nomi interessanti ce ne sono tanti, e hanno tutte i mezzi per puntare a un futuro di livello
20 maggio 2021
A Parma, in campo a parare le cannonate di Serena Williams c’era Lisa Pigato, ma nella partita da sogno dell’Emilia-Romagna Open la 17enne bergamasca non giocava soltanto per se stessa. Nella sua racchetta erano riposte anche le speranze e la voglia di emergere dell’intera Next Gen italiana al femminile, un gruppetto di under 21 (di cui Lisa fa parte) che promettono bene ma talvolta non ricevono la considerazione che meriterebbero, oscurate dai risultati di quei due ragazzi – Sinner e Musetti – coi quali nemmeno troppo tempo fa condividevano i tornei giovanili, mentre ora li tifano in televisione.
Jannik e Lorenzo hanno già fatto molto e sono ancora all’inizio, ma anche a livello femminile c’è qualche prospetto interessante, alle spalle di quella Elisabetta Cocciaretto, 20 anni compiuti a gennaio, che ha già trovato una dimensione superiore. La marchigiana allenata da Fausto Scolari bussa alle porte delle prime 100 del ranking WTA, ha già vinto partite con la nazionale e altre nel circuito maggiore, e ha tutte le carte in regola per diventare una delle prossime giocatrici di punta del tennis italiano. Nel maschile abbiamo imparato che è anche dalla quantità (tipo i dieci top-100 azzurri del mese scorso) che nasce la qualità, e non sarebbe male riprodurre una tendenza simile a livello femminile, partendo da Pigato e sorelle.
Della teenager bergamasca si è parlato moltissimo nei giorni scorsi, come si era parlato lo scorso anno in occasione del suo trionfo in doppio al Roland Garros, insieme ad Eleonora Alvisi. Anche la pugliese di base a Padova è una classe 2003, che ha fatto molto bene da juniores (è stata numero 36 della classifica mondiale) e ora si dedica soprattutto al circuito “pro”. Un paio di infortuni nel 2019, l’anno successivo al trionfo nei Campionati italiani under 16, le hanno rovinato una parte importante della formazione, ma con la grinta tipica di chi viene dalla sua terra la tennista barlettana non ha mollato di un centimetro, e continua a provarci e riprovarci con l’obiettivo di conquistare presto i primi punti WTA. Nel frattempo, a giugno sarà di nuovo in campo al Roland Garros, dove cercare di rivivere le emozioni della scorsa edizione e raccogliere ancora un po’ di quell’esperienza che solo i tornei juniores del Grande Slam sanno dare, prima di mettersi alle spalle la parentesi giovanile e sgomitare sempre più forte nel tennis che conta.
Insieme a Pigato e Alvisi sarà al Roland Garros anche Matilde Paoletti, la più avanti delle nostre giovani nel ranking under 18, che la vede al numero 27. La tennista umbra ha iniziato a giocare con continuità fra le professioniste in questa prima metà di 2021, centrando un paio di quarti di finale e guadagnandosi un posto fra le prime 1.000 del ranking WTA. Con la sua grande intelligenza tattica, un tennis che in parte ricorda quello di Roberta Vinci (un’altra che tatticamente sapeva il fatto suo…), e un fisico perfetto per il tennis moderno, la 18enne con gli occhiali – dovuti a una particolare sensibilità ai raggi solari – è senza dubbio una delle ragazze che possono fare più strada. Un paio di settimane fa ha tentato per la prima volta di guadagnarsi gli Internazionali d’Italia, sbattendo nel torneo di Formia contro una Lucia Bronzetti in grande spolvero (un’altra da tenere d’occhio), ma avrà certamente tante altre occasioni.
Completa il quartetto delle 2003 prossime al main draw del Roland Garros giovanile la toscana Beatrice Ricci, che il suo unico Slam l’ha assaggiato proprio a Parigi, lo scorso anno. La toscana di Massa si sta facendo le ossa nei tornei ITF, fra Egitto e Turchia, le mete che qualsiasi tennista che punta a fare strada conosce bene, visto che offrono tornei nuovi ogni settimana. Beatrice è ancora a caccia della prima vittoria nel main draw fra le professioniste, ma è solo questione di tempo. Ciò che conta è continuare a lavorare con obiettivi chiari e tanta voglia di fare, seminando adesso per raccogliere fra qualche tempo.
Lasciando le juniores, fra le prime 700 del ranking WTA sono presenti altre tre under-21 del nostro tennis, capeggiate da Melania Delai, la trentina che si è già messa in evidenza spesso, battendo una top-100 (la giapponese Hibino) al suo debutto agli Internazionali d’Italia, lo scorso anno. Classe 2002, la giovane allieva di coach Alessandro Bertoldero ha da poco ritoccato il suo best ranking, salendo al numero 601 della classifica ma soprattutto aggiungendo un’altra serie di risultati a una crescita sempre più interessante. Ultimi i quarti di finale in un 15 mila dollari al Cairo, prima di una settimana di allenamento a Formia con la ct della nazionale Tatiana Garbin e la partenza per altri tre tornei in Grecia. Il primo non è andato secondo le aspettative, ma una delle componenti del tennis più apprezzate da giocatori e giocatrici è la possibilità di avere una chance nuova ogni settimana. L’importante è saperle cogliere, come Melania, sin qui, ha fatto spesso e bene.
Hanno due anni in più, invece, Nuria Brancaccio e Aurora Zantedeschi. La prima si è fatta notare di recente, conquistando una delle wild card per le qualificazioni degli Internazionali d’Italia (così come il fratello Raul) e accendendo i riflettori su una bella storia, che l’ha vista formarsi in Spagna nella stessa accademia dove si allenava David Ferrer, prima di tornare a casa a Torre del Greco (Napoli) per provare a diventare una giocatrice di alto livello. L’esperienza del Foro Italico, dove ha giocato un ottimo primo set contro l’ucraina Marta Kostyuk, le può dare una bella mano nel percorso di formazione, che quest’anno l’ha vista vivere tanti capitoli importanti. Basti pensare che dall’inizio della stagione a livello ITF ha già vinto la bellezza di 36 incontri (fra main draw e qualificazioni), conquistando anche il suo primo titolo fra le professioniste e salendo al n.589. Il primo titolo di Aurora Zantedeschi risale invece al 2019, mentre le due finali giocate quest’anno la veronese le ha perse entrambe. Ma conta poco: vale molto di più la continuità che sta trovando nei tornei da 15 mila dollari, e che se continuerà di questo passo le permetterà di affacciarsi sempre più spesso a eventi di categoria superiore.
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