Chiudi
Storia di uno psicodramma in tre atti tra un lancio di palla ballerino e crampi assortiti, entrambi sintomo di una tensione incontrollabile. Quando vincere fa paura
di Tiziana Tricarico | 30 settembre 2020
Più che un match di tennis uno psicodramma in tre atti quello andato in scena sul Court 14. Sara Errani e Kiki Bertens le protagoniste: lo scenario, rischiarato da un timido sole, il secondo turno del Roland Garros. I temi: il lancio di palla di Sara al servizio, i crampi di Kiki alla fine. Drammatici.
Alla 33enne romagnola, n.150 WTA, promossa dalle qualificazioni, non basta nemmeno un match-point: alla fine esce di scena e dal campo - anche piuttosto inc…..a - sconfitta 76(5) 36 9-7, dopo tre ore ed 11 minuti di lotta, dall’olandese Kiki Bertens, n.8 del ranking e 5 del seeding, semifinalista nello Slam francese nel 2016.
Sara ha sempre battuto Kiki nelle cinque sfide precedenti, ma le due non si affrontano da quattro anni. L’azzurra all’esordio, in quello che era il suo 100° match Slam, aveva lasciato appena tre giochi alla portoricana Puig, n.90 WTA, sconfitta per la prima volta in carriera (al quinto confronto).
Anche contro Bertens la partenza è fulminea: 3-0 con doppio break. La 28enne di Wateringen ne recupera uno, complice qualche problema dell’azzurra con il lancio di palla, ma Errani, con le unghie e con i denti, nel sesto gioco salva quattro palle-break (la terza con un drop-shot di diritto micidiale) e sale 4-2. Kiki accusa il colpo e cede di nuovo la battuta (5-2) ma si rimette in corsa con Sara che paga tutta la tensione nel movimento del servizio che improvvisamente si imballa (5-5).
Errani gioca molto meglio in risposta ed arriva un altro break (6-5) ma poi - purtroppo per lei - deve servire, e a furia di “time violation” incassati e servizi dal basso rimette in corsa l’olandese. Decide un tie-break che Bertens comanda fin dall’inizio assicurandoselo per 7 punti a 5.
Sara accusa il colpo e cede la battuta - per la quarta volta di fila - in avvio di seconda frazione: per sua fortuna il servizio diventa un optional anche per Kiki. Dal due pari finalmente Errani tiene la battuta per tre turni di fila (salvando un totale di 10 palle-break nei primi due), Bertens no e così l’azzurra può pareggiare il conto dei set (6-3).
Nel terzo parziale Errani continua a spingere, reattiva e rapida a dispetto delle due ore di partita. E’ lei la prima a tentare l’allungo (3-2), ma la Bertens si riprende subito il break (3-3). Sara ci riprova (4-3) con Kiki che al cambio campo si fa massaggiare la coscia sinistra. Nonostante i crampi Bertens recupera (4-4) ma poco dopo, con un doppio fallo, cede di nuovo la battuta (5-4).
Piange dal dolore Kiki per i crampi ora anche al braccio destro e poco può fare la fisioterapista: Sara però non ne approfitta (5-5). Stesso copione nei due game successivi, con Bertens che annulla anche un match-point con un diritto vincente (6-6).
Parigi, però, è l’unico Slam senza tie-break (meglio: jeu décisif) nel set finale e quindi si va avanti ad oltranza. Errani ha ancora la possibilità di servire per il match avanti 7-6 ma finisce per perdere gli ultimi tre giochi con Bertens che chiude al terzo match-point (9-7). E poi si sdraia sul campo.
“Sarita”, alla 12esima presenza a Parigi dove ha giocato una finale (2012), una semifinale (2013) e due quarti (2014 e 2015), se ne va con gli occhi lucidi senza nemmeno guardare in faccia la sua avversaria: ma Kiki ha bisogno della sedia a rotelle per uscire dal campo, in lacrime. Cala il sipario: non ci resta che piangere.
Non ci sono commenti