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Il pugliese, classe ’97, ha dimostrato a più riprese di avere un tennis da primi 100 al mondo, ma l’inseguimento è ancora in corso. “Ma oggi – dice – sono motivato a dare ogni giorno tutto ciò che ho”. Col team di lavoro ideale e un ex top-10 come mentore, il traguardo è alla sua portata
23 aprile 2023
Volendo limitarsi a una lettura dei freddi numeri, l’avvio di stagione di Andrea Pellegrino non è stato dei più esaltanti, con più sconfitte che vittorie e soli due incontri portati a casa in una lunga trasferta di cinque settimane in Sudamerica. Ma il tennis è uno sport complesso e non sempre i risultati dicono tutto. “È vero – dice il 26enne pugliese numero 173 ATP –: i risultati non sono stati così positivi, ma io mi sento bene. Ho fatto una buona preparazione, e credo che mi permetterà di giocare bene durante la stagione europea sulla terra battuta”. In effetti, nelle ultime settimane il suo rendimento sta migliorando e non è un caso, anche perché questo è storicamente il suo periodo, quello in cui gioca meglio e vince di più, tanto che entrambi i titoli Challenger conquistati in carriera (Roma Garden 2021, Vicenza 2022) se li è presi fra fine aprile e maggio.
“In termini di classifica – dice ancora – l’obiettivo è di arrivare fra i primi 100 del mondo. Non lo vedo un traguardo impossibile”. Ha ragione, anche perché di top-100 ne ha battuti tanti e anche di qualità, segno che il livello per stare fra loro c’è. Manca qualcos’altro, ossia quella maledetta continuità che è il problema di moltissimi. “Per stare in alto – continua – bisogna ottenere un genere di risultati per più tempo rispetto a quanto io ci sia riuscito sin qui. È importante saper giocare ogni settimana a un buon livello, esattamente ciò su cui sto cercando di migliorarmi. Per me è sempre stata la cosa più difficile: magari non sempre mi sono sentito motivato per dare ogni settimana il cento per cento, mentre ora, partendo dall’allenamento, sto provando ogni giorno a raggiungere il massimo di ciò che ho. È uno sforzo mentale importante, difficile, ma con l’età sono maturato e mi sento pronto per sostenerlo”.
Fra gli ingredienti del suo nuovo approccio c’è un team di lavoro col quale lavora ormai da un paio d’anni a Sinalunga (provincia di Siena), con Giovanni Galuppo come coach e Mauro Atencio come preparatore atletico. Per un periodo si era inserito nel progetto anche l’ex top-100 Luca Vanni, che poi però ha scelto di seguire un’altra strada. “Con questo team – spiega – mi trovo davvero bene. Il tempo aiuta: inizi a conoscere di più chi hai di fronte e quindi riesci a lavorare molto meglio. All’inizio è complesso, ma se il feeling arriva diventa tutto più semplice. È un aspetto molto importante del nostro mondo. Puoi anche assumere il coach più vincente al mondo, ma se dal punto di vista umano tra te e lui non scatta la scintilla, diventa difficile che le cose funzionino. Spesso si vive insieme 24 ore al giorno, nelle quali per assurdo la parte di campo è la più semplice. Quella complessa è fuori, nella gestione della relazione umana. È questo il motivo per il quale tanti giocatori cambiano allenatore di continuo”.
Un problema che per lui non si pone e gli sta permettendo di concentrarsi solo su sé stesso, sulla sua crescita e sui tornei. La settimana prossima sarà al Garden di Roma, per provare a rivivere le emozioni del primo titolo Challenger di due anni fa, poi volerà a Cagliari per il Super Challenger, quindi ha buonissime chance di tornare a Roma. “Mi auguro – continua – di riuscire a entrare nelle qualificazioni degli Internazionali d’Italia (al momento è fuori di qualche posto, ndr), e poi vedrò se ci sarà la possibilità di giocare anche il doppio”.
Non è la sua priorità, ma serve anche per il singolare e di recente gli ha dato addirittura un titolo nel circuito maggiore ATP, a Santiago del Cile con Andrea Vavassori. “Ottenere risultati nel Tour e arrivare a giocare gli Slam di doppio – spiega – non mi dispiacerebbe. Quest’anno ho deciso di giocarlo molto di più: mi diverte e mi permette di migliorarmi. L’ho sentito sulla mia pelle. La priorità rimane il singolare e giocare ogni settimana anche il doppio rischia di diventare stancante, ma almeno nei tornei più importanti mi piacerebbe farlo”.
Fra i sostenitori del Pellegrino giocatore, non solo a parole ma anche con i fatti, c’è Fabio Fognini, che l’ha voluto nella sua agenzia di management Back to Next lanciata nel 2022. In mezzo a tanti giovanissimi, il giocatore di Bisceglie è uno dei soli due over-23, segno che in lui il ligure ha visto qualcosa di importante. “Io e Fabio – spiega Andrea – siamo molto amici e ci sentiamo spesso, tanto che continuo a vederlo in primis come una persona vicina dal punto di vista umano. Mi ha sempre detto di credere tanto nelle mie possibilità, e me lo ripete ogni volta che ci alleniamo insieme. Gli piace il mio gioco e questo mi fa molto piacere. Ho sempre provato a sfruttare la sua amicizia per farmi dare qualche consiglio: su come giocare, su come gestire questo o quell’aspetto e via dicendo. Fabio ha un’esperienza enorme: grazie a tutto ciò che ha vissuto nell’arco della sua carriera può dare una mano molto preziosa ai ragazzi più giovani”.
Un aiuto può arrivare nella gestione del rapporto coi social, in particolare coi troppi insulti – nel 99,9% da parte di scommettitori frustrati per una giocata andata male – che oggi i tennisti di tutti i livelli ricevono dopo ogni incontro perso. Uno dei problemi dei quali si parla troppo poco. “Gli insulti e le minacce che si vedono pubblicamente sono una parte – spiega Andrea –, ma posso garantire che in privato ne arrivano il triplo. Si tratta di poveretti che non hanno la minima idea dei sacrifici che facciamo, e ci accusano di perdere apposta tramite profili falsi, senza nemmeno il coraggio di mettere il proprio nome. Poi magari sono le stesse persone che incontri a un torneo e vengono a chiederti una foto. Ma se devo essere sincero questi commenti non mi toccano, anzi a volte mi fanno solamente ridere. Tanto che nemmeno li cancello, perché per me hanno zero importanza”. Il messaggio che vuole trasmettere è chiaro: di tempo da perdere appresso alle stupidaggini ne ha gran poco. C’è un inseguimento alla top-100 al quale dedicare tutte le energie. Fisiche e mentali.
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