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Da anni fra le osservate speciali del nostro tennis giovanile, Carla Giambelli ha fatto il colpaccio agli Europei under 16 di Parma, prendendosi i titoli di singolare e doppio. Della brianzola colpiscono la cilindrata, il carattere e la capacità di gestire (bene) i momenti importanti: a 16 anni è un gran punto di partenza
01 ottobre 2024
Nella sua settimana da dea a Parma, che l’ha vista restituire all’Italia un titolo femminile ai Campionati Europei under 16 che mancava da trent’anni esatti, ci sono un paio di momenti che raccontano bene potenzialità, personalità e modo di intendere il tennis di Carla Giambelli. Il primo, nella finale del doppio vinta in coppia con Fabiola Marino, è l’ace servito sull’8-9 del long tie-break decisivo, per cancellare il match-point alle rivali e andare a prendersi la vittoria.
Il secondo, invece, è il modo col quale ha risposto alle difficoltà nella finale del singolare contro la slovacca Sona Depesova, quando quest’ultima le aveva appena cancellato quattro championships-point consecutivi risalendo da 2-6 a 6-6 nel tie-break del secondo set. C’erano tutti i presupposti per combinare la frittata, a maggior ragione a 16 anni, invece Carla non ha fatto una piega. Nel momento più delicato della settimana ha tirato fuori gli artigli sparando un dritto a tutto braccio sulla riga, si è presa un’altra chance e 30 secondi dopo aveva le lacrime agli occhi.
Perché la nuova stellina della racchetta tricolore è così, con un tennis alimentato a personalità e coraggio. Non conosce le mezze misure: o tutto o niente, o dentro o fuori, o bianco e nero, senza quel grigio che nel tennis può essere molto molto importante. Tuttavia, avrà tempo per lavorare su un piano B che non può essere l’estremizzazione del piano A, così come su un atteggiamento in campo non sempre impeccabile.
Ma a 16 anni certi peccati sono concessi e passano in secondo piano di fronte alla materia prima, specie se – come la sua – è di quelle che non lasciano indifferenti, a partire da un fisico che le permette già di fare la differenza, puntando forte sul servizio e spingendo a tutta col dritto. Un fondamentale, quest’ultimo, che determina il suo rendimento. O quasi, visto che in Emilia ha funzionato a intermittenza eppure la 16enne di Concorezzo (Monza e Brianza) si è presa il titolo europeo senza cedere un set. A testimonianza del margine nei confronti di tutte le avversarie, che – fa bene ricordarlo – erano tutte (o quasi) le più forti d’Europa.
Il trionfo europeo ha acceso ancora di più i riflettori su una ragazza cresciuta a pane e tennis, grande passione dell’energico papà Ivan. Un tempo in campo ci andava lui, da amatore, giocando i tornei del Master della Brianza, il circuito più longevo d’Italia. Mentre oggi è l’ombra della figlia, che segue soffrendo dagli spalti, come se in campo ci fosse lui. Le comprò una racchettina quando aveva tre anni, e si accorse subito che la coordinazione era sorprendente. Di lì a poco l’iscrizione alla prima scuola tennis venne naturale, inaugurando un percorso affrontato da subito come un approccio professionistico.
Tanto che oggi la giovane respira tennis da mattina a sera: a 16 anni ha già giocato tornei internazionali in oltre 20 nazioni diverse e cambiato varie basi per l’allenamento; si è presa gli elogi del compianto Nick Bollettieri e per un periodo ha collaborato persino con l’ex top-10 cileno Nicolas Massu, al tempo coach di Dominic Thiem. Oggi, invece, la sua base è al Villa Reale Tennis di Monza, col V-Team di coach Duvier Medina, che per un’intera settimana ha macinato chilometri facendo avanti e indietro da Parma, per non perdersi nessuno dei suoi incontri.Con lui, per la finale sono arrivati anche altri membri del team, la mamma di Carla, i nonni, il fidanzato William Mirarchi (che a sua volta sta lavorando per diventare un giocatore “pro”) e non solo. Tutti desiderosi di vivere insieme a lei una tappa potenzialmente molto importante del suo percorso, e sostenere una ragazza sempre sorridente, che sa farsi volere bene.
La Giambelli era già da qualche anno una delle osservate speciali del nostro tennis giovanile, da quando si laureò campionessa italiana under 11 mettendo per la prima volta in mostra il suo potenziale. E nel 2024 è andata fortissimo: a giugno aveva conquistato lo storico Torneo Avvenire di Milano, e poi ha ottenuto risultati importanti anche a livello ITF under 18, con due anni d’anticipo. A luglio ha vinto un torneo in Olanda (a Hillegom), mentre a settembre se n’è presa un altro in Spagna (a Vic), prima di rispondere alla chiamata dell’Italia per gli Europei under 16. Un passaggio doveroso per mettere gli ultimi tasselli a un percorso under 16 al quale rimangono ancora un paio di capitoli, entrambi molto importanti.
Il primo è il Master del circuito Tennis Europe di fine ottobre a Monte Carlo, dove si è presa un posto grazie al titolo europeo; il secondo sarà invece la Junior Billie Jean King Cup, il prossimo novembre ad Antalya (Turchia), per la quale le azzurrine si sono qualificate attraverso la Summer Cup dello scorso agosto in Repubblica Ceca. Un’opportunità in più per dimostrarsi una delle under 16 più forti del mondo, e poi salutare le under 16 per dedicarsi all’attività juniores e – perché no – concedersi i primi assaggi di professionismo. La cilindrata necessaria per compiere il grande salto non le manca di certo.