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All’Australian Open Andreas Seppi giocherà il suo 66esimo Slam consecutivo, staccando Roger contro il quale proprio a Melbourne si è regalato nel 2015 la più grande soddisfazione in carriera. Solo sei giocatori hanno disputato più Slam dell’altoatesino, che vede il podio sempre più vicino: è il risultato simbolo di una carriera esemplare, per professionalità, lavoro e dedizione
di Marco Caldara | 31 dicembre 2021
Sono passati oltre 26 anni da quel 3 luglio 1995, data del primo incontro fra Massimo Sartori e un biondino di 12 anni magro come uno stecchino, di nome Andreas Seppi. La storia racconta che Alexander Vorhauser, di professione pasticcere e all’epoca presidente del Tennis Club Caldaro, si fosse messo in testa di costruire un top-100 partendo dai ragazzini della scuola tennis, e per riuscirci si affidò a un giovane tecnico vicentino di grandi ambizioni. È andata a finire che allenatore e giocatore lavorano ancora insieme e quel ragazzino è diventato uno dei tennisti italiani più forti di tutti i tempi, pronto a iniziare dall’Australia la sua diciottesima stagione consecutiva nel circuito maggiore.
A febbraio gli anni saranno 38, a casa (a Boulder, sui monti del Colorado) ci sono una moglie e una figlia che presto accoglierà un fratellino o una sorellina, e Andreas è uscito ormai da un po’ dal giro della nazionale, perché oggi altri lo meritano più di lui. Eppure l’altoatesino è sempre lì nella mischia, pronto a lottare per una nuova stagione e prossimo a superare un’altra volta Roger Federer, di nuovo a Melbourne.
La prima volta ci riuscì sul campo, nel 2015, quando al terzo turno dell’Australian Open lo superò in 4 set sulla Rod Laver Arena prendendosi la soddisfazione che ripaga una carriera di lavoro e sacrifici; mentre la seconda sarà simbolica, perché in Australia Andreas giocherà il suo 66esimo torneo consecutivo del Grande Slam, superando i 65 di Roger (serie interrotta) e occupando in solitaria il terzo gradino del podio all-time.
Da Wimbledon 2005, quando si arrese al primo turno nel derby con Davide Sanguinetti, Seppi ha giocato nel tabellone principale in tutti gli Slam successivi, per sedici anni abbondanti, vincendo 63 partite e raggiungendo sei volte gli ottavi di finale (solo a New York non ci è mai riuscito). Un risultato figlio di una longevità senza precedenti nel tennis italiano, ma anche di un’integrità fisica che non si può attribuire solo alla fortuna.
Seppi è sempre stato un professionista vero, attento a curare ogni dettaglio, tanto che solamente gli acciacchi dell’età – in particolare a un’anca, che da anni lo obbliga a delle infiltrazioni – sono riusciti a tenerlo lontano dal Tour per dei periodi. In certe occasioni ha rischiato di vedere la sua striscia interrompersi, in particolar modo all’ultimo Roland Garros quando aveva sostanzialmente annunciato il forfait, ma poi ha cambiato idea e a Melbourne supererà Federer, al quale è legato da sempre da un rapporto di stima reciproca evoluto in una bella amicizia.
Staccato Roger, il prossimo obiettivo sono le 67 (striscia interrotta) di Fernando Verdasco, il che significa che il secondo posto dista appena due tornei: Roland Garros e Wimbledon. Improbabile, invece, che Seppi possa agguantare le 78 del recordman Feliciano Lopez, che peraltro continua a ritoccare al rialzo il suo primato.
Grazie a 66 partecipazioni (ha giocato anche lo Us Open 2004, ma poi non riuscì a centrare il main draw nei due Major successivi) Seppi è anche nella top-10 all-time dei più presenti negli Slam, al settimo posto insieme a Lleyton Hewitt e Novak Djokovic.
A Melbourne dovrebbe agguantare in sesta posizione Philipp Kohlschreiber (fuori di due posti dal tabellone principale), e il podio fa ormai gola. È fissato ai 70 Slam giocati da “Le Magicien” Fabrice Santoro: un traguardo tutt’altro che impossibile per Andreas, e che darebbe ulteriore prestigio a una carriera difficilissima da ripetere in termini di quantità.
L’altoatesino l’ha coltivata col “talento del lavoro”, come ama definirlo Massimo Sartori, a sua volta protagonista di tutti i traguardi raggiunti dal suo storico allievo. Oggi i due vivono a oltre 8.000 chilometri di distanza, e insieme si allenano raramente. Ma nei tornei che contano la presenza di Max non si discute, e non è certo un caso che i migliori risultati di Seppi nel 2021 siano arrivati proprio negli Slam.
L'infinita carriera di Seppi in 12 momenti chiave
Entrato per la prima volta fra i top-100 nel 2005, dopo i quarti di finale al Masters 1000 di Amburgo (avrebbe fatto meglio tre anni dopo, arrivando in semifinale insieme a Federer, Nadal e Djokovic), da allora Seppi è sempre rimasto fra i big. Gli è capitato di uscire dai primi 100 (oggi è n.102), ma solo per una trentina di settimane in tutto, e non è mai andato più indietro della posizione numero 112.
In sintesi, Andreas è nel giro grosso da 18 anni di fila, nei quali ha guadagnato oltre 11 milioni di dollari di montepremi (è al 62esimo posto nella classifica di tutti i tempi) e ha vinto 384 partite nel circuito maggiore. Fognini l’ha superato la scorsa estate (386), e ora entrambi puntano a passare Adriano Panatta (391). Per Seppi sarebbe un altro traguardo significativo, come lo è l’essere l’unico azzurro ad aver vinto un titolo ATP su tre superfici diverse: erba, terra e cemento. Difficilmente il record durerà in eterno, ma intanto è ancora lì. Da quasi dieci anni.
È già da qualche stagione che Andreas ipotizza di dire basta: adora ancora giocare e l’adrenalina della competizione; meno i viaggi, che lo tengono troppe settimane lontano dalla famiglia. Però, fino a quando il suo rendimento lo tiene nei primi 100 (o lì intorno) fa bene a continuare, anche perché lo scorso anno il suo tennis migliore l’ha tirato fuori proprio nei tornei del Grande Slam, dove conta di più, regalandosi due vittorie di grande spessore contro Hubert Hurkacz e Felix Auger-Aliassime.
Non è riuscito a dar seguito né alla prima né alla seconda, perché a quasi 38 anni la capacità di recuperare dopo le fatiche non è più quella di una volta, ma sul match secco sa sempre essere Seppi, ragion per cui qualche bella soddisfazione può regalarsela ancora, partendo dalla sua ennesima trasferta down under. Inizierà con le qualificazioni dell’ATP di Melbourne, per poi proseguire a Sydney o Adelaide e quindi di nuovo a Melbourne, per il suo diciassettesimo Australian Open consecutivo.
Per Seppi, quello australiano è da anni lo Slam amico: quello dove gioca meglio, dove ha vinto più partite (21) e dove fra 2013 e 2018 ha saputo raggiungere gli ottavi per ben quattro volte. Un peccato non sia mai riuscito ad andare oltre, in particolare nel 2015 quando dopo aver battuto Federer si arrese per 8-6 al quinto set contro Nick Kyrgios, malgrado due set di vantaggio e un match-point nel quarto. Si sarebbe vendicato due anni dopo, battendolo 10-8 al quinto, ma ormai la vera chance di arrivare ai quarti di uno Slam era tramontata. Ed è forse l’unico rammarico di una carriera esemplare.
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