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Il veneto, 31 anni, ha solo sfiorato il professionismo, provandoci più o meno seriamente per qualche anno. Poi si è dato all'insegnamento e al circuito Open, dove vince quasi sempre. Le pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d'Italia lo hanno promosso, riportandolo a Roma. Sarà una chance di vedere da vicino un giocatore fuori dal comune
di Cristian Sonzogni | 28 aprile 2022
Nel mare dei protagonisti delle pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d'Italia 2022, spicca un nome che magari ai più dirà poco o nulla, ma che agli addetti ai lavori, come pure agli appassionati veneti, dice molto. Il nome è quello di Marco Speronello, 31 anni da Montebelluna. Talento precoce e professionista mancato, come lui stesso ha avuto modo di dire un giorno, riassumendo il tutto con una capacità di sintesi e un'autoironia fuori dal comune: “Quando stavo per cominciare, ho smesso”.
Speronello è uno dei qualificati per il torneo che assegnerà le wild card del torneo maschile del Foro Italico, avendo vinto l'appuntamento regionale del Veneto, in finale su Filippo Speziali. Lo guardi, 'Spero', e capisci subito che non è un giocatore come gli altri. Alto poco meno di due metri, magro come un chiodo, braccio sinistro totalmente tatuato, con un look e un abbigliamento da frontman di una rock band, più che da tennista. “In effetti – ha avuto modo di spiegare il diretto interessato – la musica mi piace e vado pazzo per l'heavy metal. La cosa più difficile durante la pandemia è stata quella di rinunciare ai concerti”.
Che giocatore sia, Speronello, è difficile da dire. Se vogliamo giocare coi paragoni importanti, sta idealmente a metà strada tra Alexander Bublik, Petr Korda e Fabrice Santoro (con tanto rispetto per tutti e tre), con più di un momento di lucida follia in un tennis che non conosce confini. Nel senso che non si mette alcun limite, se non quello della propria fantasia. Una storia, la sua, che potrebbe essere accostata a quella di Adelchi Virgili, se non fosse che il toscano ha faticato soprattutto per gli infortuni, il veneto per il tipo di vita richiesta a un professionista. Quando aveva 10-11 anni, il ragazzo di Montebelluna era tra gli osservati speciali della Fit, con Renzo Furlan che ne parlava come di un possibile futuro protagonista. Ma se il talento era ampiamente visibile a chiunque, il lavoro con lui non era esattamente dei più semplici.
Capace di servire a velocità importanti, così come di piazzare diritti vincenti con una semplicità disarmante, 'Spero' difettava tuttavia di disciplina. Così, riuscire a gestirlo diventava una mezza impresa. Ci hanno provato in tanti, ma nessuno ci è mai davvero riuscito. Dopo un esordio tra i pro a soli 13 anni (in un Futures a Bassano del Grappa), tra il 2008 e il 2012 Marco ci ha provato sul serio, a fare qualche esperienza nel circuito. Quando ha approcciato il mondo dei futuri big non ha sfigurato: due vittorie su Marco Cecchinato, un match alla pari con Guido Pella, un set di alto livello con Jack Sock. Il problema era sempre lo stesso: la continuità. Al punto che nella sua bacheca non c'è nemmeno un titolo Itf, un'eresia se pensiamo al suo potenziale.
I momenti più 'alti', tra molte virgolette, sono un successo in doppio insieme a Nicola Ghedin (in un Futures nel 2011) e un altro titolo in coppia, stavolta accanto a Federico Gaio, in un Under 18 di grado 4 in Olanda, anno 2007. Nel 2014 a Trieste aveva giocato la sua ultima partita di singolare nel circuito pro, perdendola contro Lorenzo Sonego con un doppio 6-4. Poi, a soli 23 anni, la decisione di lasciar perdere col progetto del professionismo, dedicandosi all'insegnamento e ai tornei Open. Scelta legittima, che peraltro fanno in molti. Ma che per uno col suo talento suonava come qualcosa contro natura.
Eppure Speronello l'ha sempre vissuta benissimo, facendo suo il pensiero che più volte è stato attribuito a Marat Safin: “Non saranno le vostre aspettative a farmi decidere cosa fare della mia vita”.
Quando stavo per cominciare la mia carriera, ho smesso (Marco Speronello)
Cambia poco, all'interno del discorso, se Marat è stato numero 1 del mondo e il veneto ha toccato il suo best ranking nel corso del 2012: numero 1028 Atp in singolare, 733 in doppio. Marco ha ricevuto una wild card per rigiocare un torneo internazionale dopo sette anni di digiuno, lo scorso anno nelle qualificazioni del Challenger di Verona. E ha ripagato organizzatori e pubblico (come sempre folto, quando gioca lui), con un match tiratissimo (periodico 7-6) perso di fronte alla promessa argentina Thiago Agustin Tirante, oggi 189 Atp.
“Mi è mancata l'abitudine a giocare questi incontri – ha detto – ma in fondo non ero lontano. La cosa migliore del match? La play-list del deejay ai cambi di campo”. Ecco, giusto per far capire che nella sua vita e nella sua testa il tennis è una parte, importante certo, ma mai capace di prendersi tutta l'attenzione.
È per questo che Marco Speronello è diventato un fenomeno da Open, vincendo una valanga di eventi, in sostanza quasi tutti quelli a cui prende parte. Perché scendendo di un gradino, il suo tennis fatto di botte e variazioni è talmente sopra la media da risultare spesso ingiocabile. Le pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d'Italia, che peraltro ha già vissuto in passato, saranno un'altra incursione fugace in quella dimensione parallela che Marco ha sfiorato, ma non ha mai osato vivere.
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