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Dopo un 2021 positivo che lo ha visto sfiorare la Top 20 ed esordire alle Olimpiadi e in Davis, il torinese punta a un ulteriore step: “Lorenzo ha ancora margini, sia fisici che tecnici, e qui sta la chiave: migliorarsi e arricchire il proprio bagaglio”
di Gianluca Strocchi | 20 dicembre 2021
E’ arrivato più tardi di altri, con un percorso diverso, sul grande palcoscenico internazionale e proprio questo gli consente di gustarsi ogni attimo di questa sua avventura, dando sempre e comunque il massimo. Lorenzo Sonego è un gladiatore sul campo, uno degli aspetti che più piace ad appassionati e non, che hanno imparato a conoscerlo sempre più numerosi.
Del resto, dopo aver chiuso la passata stagione al 33esimo posto mondiale, ha compiuto un ulteriore significativo step, arrivando vicinissimo alla Top 20 (best ranking numero 21, raggiunto il 4 ottobre) per poi assestarsi alla casella 27 con cui si appresta a salutare il 2021. Dunque, ancora un anno di consolidamento e progresso – tutt’altro che scontato considerando quanto sia dura scalare certi gradini ad alti livelli – impreziosito anche dalla prima volta alle Olimpiadi, a Tokyo, e dall’esordio in Coppa Davis, due dei traguardi più ambiti da ogni sportivo, nella fattispecie da chi prende in mano una racchetta da bambino. E’ il terzo azzurro in classifica, il torinese, preceduto solo dai top ten Matteo Berrettini e Jannik Sinner, e al “magic moment” dell’Italtennis ha portato pure lui un bel mattoncino.
“Tirando le somme, è stato un 2021 molto buono, anche se con qualche scivolone, originato in particolare dall’ancora poca esperienza di certe situazioni – il giudizio di ‘Gipo’ Arbino, l’allenatore che gli è accanto da quando aveva 11 anni - In particolare mi riferisco alla sconfitta agli Australian Open con Feliciano Lopez dopo essere stato avanti di due set, a quella agli US Open con il tedesco Oscar Otte, dove io purtroppo non ho potuto essere presente, e al match più recente di Coppa Davis con il croato Borna Gojo. In questo ultimo caso Lorenzo ha pagato, oltre alla stanchezza di fine stagione, il peso della pressione: si giocava a Torino, a casa sua, davanti a tantissime persone che erano venute per vedere lui, e c’era in tutti quanti la consapevolezza che quell’incontro fosse determinante ai fini dell’esito di squadra. E questo insieme di fattori lo ha come soffocato, impedendogli di rendere al meglio proprio perché ci teneva tantissimo a fare bene. Sonego ha sempre trasformato la tensione in un’arma, in carica positiva e di adrenalina, evidentemente nel suo percorso di maturazione è giunto a una fase in cui pensa di più e a volte questo sul campo può essere controproducente. Di sicuro è più semplice approcciarsi a un match quando non si ha nulla da perdere, come ad esempio quando muoveva i primi passi nel circuito internazionale, mentre adesso la situazione è ben diversa e dobbiamo imparare a conviverci e a gestirla. Abbiamo analizzato questo aspetto con il suo mental coach Lorenzo Beltrame arrivando a concludere che per esprimersi al massimo Lorenzo deve giocare libero di testa e con spensieratezza, anche se non è sempre facile, specie negli appuntamenti che più contano per un giocatore”.
Il debutto in maglia azzurra, proprio nella sua città, sarà un ricordo indelebile per il ragazzo che stravede per il Toro - giocava attaccante nelle giovanili granata, stessa annata di Aramu e Barreca che con le scarpette bullonate sono arrivati in Serie A -, una delle tante frecce nell’arco di capitan Volandri per un’Italtennis che può far sognare tifosi e addetti ai lavori, a cominciare dal presidente federale Angelo Binaghi.
“L’esordio di Filippo nel nuovo ruolo è stato assai positivo, ha saputo coinvolgere tutti noi allenatori e ha instaurato subito un ottimo rapporto con i giocatori, che fra l’altro hanno legato molto bene fra loro e sono uniti e amici. Certo, l’infortunio di Berrettini ha scombussolato i piani, ma sono dell’idea che il quarto di finale di quest’anno sia solo il primo passo, questo gruppo ha tanti anni davanti e alla luce del valore della squadra possiamo davvero pensare in grande per le prossime edizioni”.
Nel 2021 il giocatore nato l’11 maggio 1995, 191 centimetri d’altezza, ha scritto pagine importanti della sua storia tennistica: a Cagliari ha conquistato il suo secondo torneo ATP in carriera (dopo quello sull’erba di Antalya nel 2019), è arrivato in finale sui prati di Eastbourne, superficie in cui ha raggiunto pure gli ottavi a Wimbledon (stoppato da “King” Roger Federer), e soprattutto si è spinto sino alla semifinale a Roma - primo italiano a riuscirci dopo l’impresa di addirittura 14 anni fa dell’attuale Direttore tecnico FIT e capitano Davis, Filippo Volandri - dopo aver eliminato big come Dominic Thiem e Andrey Rublev, cedendo di misura al numero 1 del mondo Novak Djokovic.
“Sono i fatti a dire che Lorenzo ha giocato bene, anche sulle diverse superfici, visto che ha vinto in Sardegna sulla terra, è stato finalista sull’erba ad Eastbourne e anche sul duro è stato competitivo. Il momento top? Senza dubbio al Foro Italico, anche per via delle emozioni forti che abbiamo vissuto. Veniva dall’infortunio al dito e al primo turno contro Monfils, cliente da prendere con le molle, sotto 4-3 al terzo gli sono venuti i crampi, ma è riuscito a portarla a casa, per poi far suo il derby con Gianluca Mager, eliminare un top player come Dominic Thiem, due volte finalista al Roland Garros, annullandogli anche un match point, e nei quarti imporsi in rimonta su un altro top ten come Andrey Rublev, reduce dalla finale a Montecarlo battendo tra gli altri Nadal e Ruud. E poi ha tenuto testa per tre set al numero uno del mondo, che agli Internazionali d’Italia proprio non ci stava a perdere ancora dopo lo sgambetto dell’anno prima a Vienna”.
Un anno in cui grazie ai risultati sul campo il piemontese si è fatto conoscere al grande pubblico, che ha potuto apprezzarne anche qualità e interessi extrasportivi.
E’ il caso del ballo, con cui accompagnava gli exploit romani, meglio se latino-americani – quelli con cui, per sua stessa ammissione, ha conquistato la fidanzata Alice Petruccioli, torinese come lui ma conosciuta a Miami -, la musica (Lorenzo ama il reggaeton) tanto da cimentarsi come cantante (a giugno ha lanciato il singolo "Un solo secondo") e la cucina, una passione diventata anche leit-motiv per uno spot insieme allo chef Alessandro Borghese.
“Sonego si è divertito nel duettare con AlterEdo, un amico d’infanzia. Del resto, lui è un bravissimo ragazzo, che non conosce sentimenti come l’invidia - dichiara Arbino - e piace proprio per la sua semplicità e disponibilità.
In questo senso desidero ricordare che siamo testimonial di High Tennis Foundation, progetto che mira a sostenere i giovani talenti di famiglie che non possono permettersi con i loro mezzi di finanziare un’attività full-time. Il progetto, partito da Torino e con un momento estivo al Forte Village in Sardegna, vede impegnate anche figure come Ivan Ljubicic ed Emilio Sanchez come direttore tecnico, e per il 2023 si propone di diventare europeo, coinvolgendo otto ragazzi italiani e dodici di altri Paesi, con la creazione di un vero e proprio campus, della durata di 4 anni”.
Le settimane di off-season sono state poche, eppure Arbino e l’allievo si sono concentrati pure sulla parte tecnica.
“Anche se abbiamo avuto poco tempo, ci siamo soffermati su alcuni concetti, in particolare nell’esecuzione del rovescio gli ho cambiato l’impugnatura della mano destra, che prima usava poco – spiega il 66enne coach -. Sonego sta assimilando con facilità questo passaggio, che consente più controllo, ma agevola anche accelerazione e rotazione, nell’intento di dare sempre più solidità a quel colpo. Si tratta di un arricchimento del suo bagaglio, che deve comunque contemplare tanti aspetti da affinare in un percorso di crescita globale: dalla risposta a una maggior precisione nel diritto, per riuscire ad essere sempre più aggressivo e in propensione offensiva”.
Natale è ormai dietro l’angolo e quindi si avvicina anche il momento di volare Down Under. “Partiamo il 29 dicembre per Sydney, dove Lorenzo disputerà l’ATP Cup insieme a Berrettini, Sinner, Fognini e Bolelli. Poi giocherà il torneo in quella stessa città prima degli Australian Open, quindi nei programmi c’è la trasferta sudamericana, da definire anche in base a quel che succederà nelle settimane precedenti.
Obiettivi per il 2022? Preparare al meglio gli Slam, dove il ranking attuale consente di essere testa di serie, e i Masters 1000, con l’intenzione di avere il più possibile continuità di rendimento. Sarebbe la chiave per un ulteriore salto di qualità e non intendo in termini di graduatoria. Alla base di tutto sta il migliorarsi dal punto di vista tecnico, la classifica poi non è che una conseguenza del livello che si è capaci di esprimere. Lorenzo ha ancora ampi margini, anche e soprattutto dal punto di vista fisico, nel senso che è un po’ indietro come sviluppo, ha 26 anni ma è come se ne avesse 20. E sinceramente spero che questo gli consenta di allungare la carriera, potendo disputare almeno altre sette-otto stagioni di un certo livello”.
Sonego non tradisce mai: l'Italia è ai quarti
Non è uno che si accontenta Lorenzo, né che si tira indietro, specie se poi dentro ha una motivazione speciale: realizzare il sogno nel cassetto di meritarsi un posto alle ATP Finals sotto casa…
Questi e altri personaggi simbolo del 2021 sono al centro delle puntate di "Reloaded", programma di SuperTennis che ogni sera alle 21 rivive il meglio della stagione appena conclusa.
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