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Campioni next gen

Alexandra Eala, la 15enne prodigio benedetta da Nadal

Classe 2005, la filippina Alexandra Eala ha vinto il primo titolo fra le professioniste alla Rafa Nadal Academy di Manacor, dove si allena da tre anni. Sogna di diventare la prima giocatrice del suo paese a raggiungere il circuito Wta, grazie a una forza mentale e un atteggiamento che promettono grandi cose

02 febbraio 2021

“Congratulazioni Alex per questo momento importante della tua carriera. Siamo tutti molto felici per te. Continua a lavorare con questo atteggiamento”. A catalizzare l’attenzione sul primo titolo fra le professioniste di Alexandra Eala ci ha pensato niente meno di Rafael Nadal, che ha dedicato un post su Instagram alle 15enne filippina, una delle più grandi promesse mondiali della racchetta. Un’investitura, quella di “Rafa”, figlia di due ragioni: la prima è che la ragazza ha vinto un Itf da 15 mila dollari sui campi della sua Rafa Nadal Academy di Manacor, e la seconda – e più importante – è che è proprio lì che “Alex” si allena.

Lo fa da quando nel gennaio del 2018 gli scout dell’accademia ne notarono le grandi qualità in occasione del successo al Les Petits As di Tarbes, offrendo a lei e al fratello Michael una borsa di studio per trasferirsi alle Baleari. Una proposta impegnativa ma accettata immediatamente, e che ha dato i suoi frutti per entrambi. Michael non sembra destinato a diventare un fenomeno, ma intanto si è da poco guadagnato grazie alla racchetta la possibilità di entrare al college in Pennsylvania, mentre la sorellina ha le carte in regola per riportare le 7.641 (!) isole delle Filippine nel mappamondo mondiale della racchetta.

Il post Instagram di complimenti da parte di Rafael Nadal

A fine Anni ’90 era arrivato fra i primi 100 ATP Celic Mamiit, mentre più recentemente ha raccolto ottimi risultati in doppio Treat Huey, vincendo otto tornei ATP. Ma nel femminile non c’è mai stata una sola giocatrice capace di affacciarsi al circuito maggiore WTA. Finalmente, anche se il suo percorso è solo all’inizio, sembrano averla trovata nell’ultima arrivata in una famiglia di sportivi: la madre di Alexandra è stata nazionale di nuoto (e bronzo nei 100 dorso ai Giochi del Sud-est Asiatico nel 1985), mentre lo zio è un pezzo grosso del basket filippino.

“Sapere di essere una delle poche giocatrici filippine che punta davvero a fare grandi cose – ha spiegato la giovane originaria di Quezon City – mi rende molto orgogliosa di me stessa. Spero un giorno di poter essere forte a sufficienza da ispirare le giovani generazioni ad avvicinarsi al tennis, per provare a diventare giocatrici proprio come me”.

Nella sua crescita, Alexandra si è sempre ispirata a Nadal, così come a Simona Halep e Li Na, ed è anche per quello che alla proposta di trasferirsi alla corte del 13 volte campione del Roland Garros ha detto subito di sì, anche se significava volare a 11.000 chilometri (e sette ore di fuso orario) dalla famiglia.

“È stata una decisione difficile – ha raccontato –, anche se sapere di avere mio fratello al mio fianco ha reso tutto più semplice. Vivere lontana dai miei genitori mi ha aiutato molto a crescere come persona. E lavoro ogni giorno per diventare più forte sul campo da tennis”.

Fino allo scorso anno la sua giornata era divisa fra tennis e studi, poi gli ottimi risultati del 2020 l’hanno convinta a concentrarsi al cento per cento sulla racchetta, e l’inizio fra le professioniste è decisamente promettente.

Seppur quello di Manacor fosse soltanto il suo sesto torneo in carriera fra le grandi, non si può dire che il successo della mancina asiatica fosse del tutto inaspettato. Perché di avere i mezzi per essere subito molto competitiva lo aveva già mostrato a ripetizione a livello giovanile, arrivando al numero 2 del ranking mondiale under 18 grazie al titolo in doppio all’Australian Open e alla semifinale in singolare al Roland Garros.

Non era scontato, se mai, che riuscisse così presto a lasciare il segno fra le grandi, invece ci ha impiegato davvero poco. Nella sua cavalcata vincente a Manacor è stata determinante la maratona vinta nei quarti di finale contro la francese Monnet (6-7 7-6 6-4), prima di una nuova rimonta in finale contro la spagnola Yvonne Cavalle-Reimers, domata per 5-7 6-1 6-2. Il tutto sotto gli occhi di Gabriel Urpi, l’ex coach di Flavia Pennetta che oggi dirige il settore femminile della Rafa Nadal Academy, e di Matilde Muñoz, che si occupa a tempo pieno della crescita di Alexandra.

La vittoria di Alexandra Eala nell'ITF di Manacor

“Questa vittoria – ha detto la ragazza –  è un passaggio importantissimo della mia carriera, ed è frutto del duro lavoro svolto durante l’off-season insieme al mio team. Il titolo è anche per loro. Spero sia solamente l’inizio della mia carriera, ma intanto voglio godermelo come si deve. Sono molto felice di quanto fatto durante la settimana ma anche dei risultati ottenuti negli ultimi mesi”. Ad appena 15 anni – ne compirà 16 il prossimo 23 maggio – la giovane è già fra le prime 1000 del ranking Wta, al numero 942. E salirà ancora non appena la classifica sarà aggiornata, in virtù dei quarti di finale raggiunti la settimana seguente a quella del successo.

Un’immediata prova di quella maturità che, a detta dell’ex capitano filippino di Coppa Davis Karl Santamaria, è fra le sue qualità principali. “Mentalmente – ha spiegato – Alexandra non sembra affatto una quindicenne. Ha una forza mentale, un atteggiamento e una capacità di rimanere sempre nella partita che non hanno nulla a che vedere con una ragazza della sua età. Sono armi importantissime che le permetteranno di fare tanta strada”. Quanta? Non si può dire. Ma il battesimo fra le professioniste è di quelli che fanno sognare. Anche grazie alla benedizione di Nadal.


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