Chiudi

-
Campioni next gen

Cazaux, l'enfant prodige oltre il tweener

Alla sua prima apparizione in un main draw Atp, a Ginevra, il 18enne transalpino ha sorpreso tutti battendo il connazionale Mannarino. I suoi sogni? Prima di tutto il Roland Garros, poi la Davis e le Olimpiadi. "Perché vincere con la maglia della Francia - dice - ha tutto un altro sapore"

di | 21 maggio 2021

Il numero 4 del ranking mondiale Juniores, insieme alla finale dell'Australian Open dei giovani, in avvio di 2020. Poi un ingresso nel mondo dei pro decisamente incoraggiante, con una finale al terzo torneo disputato. Quindi, la pandemia a ritardare tutto, e adesso un'esplosione che sembra sempre più vicina. Arthur Cazaux è la nuova piccola stella di Francia, e la bella prestazione nell'Atp 250 di Ginevra, con la vittoria contro un connazionale esperto e talentuoso come Adrian Mannarino, è un biglietto da visita importante per fare un salto in alto a caccia del tennis che conta.

Nato a Montpellier il 23 agosto 2002, Cazaux è il tipico prodotto del vivaio d'Oltralpe, dotato di un bagaglio tecnico completo e di una buona dose di fantasia. Quella che gli è servita, contro Mannarino, per confezionare il tweener vincente che ha fatto il giro dei social. Ma in realtà il simpatico Arthur, sguardo vivace quanto il suo tennis, è uno che basa la sua idea di gioco principalmente sulla concretezza, malgrado i 18 anni gli consentano ancora qualche uscita dagli schemi studiati con il suo coach Boris Vallejo

“Di recente – spiega l'allenatore – ha avuto l'opportunità di allenarsi spesso con professionisti di valore come Ugo Humbert, Lucas Pouille, Corentin Moutet, Richard Gasquet, e questo gli ha garantito una dose extra di esperienza e di fiducia che prima non aveva. Ha tutto per emergere: un ottimo fisico, una buona attitudine mentale, un gran servizio. Tutte armi con le quali mette in difficoltà anche rivali teoricamente più quotati. Ambire ai top 100 è naturale, ma è un primo step e lui ha molta fame”.

Del resto, non arrivano per caso risultati come quello di Ginevra. E, già in precedenza, Arthur aveva raccolto scalpi importanti, come quello di Sebastian Korda nelle qualificazioni di Madrid. E adesso? Adesso c'è il Roland Garros, perché Cazaux è uno dei giocatori premiati dalla Federtennis francese con la wild card per lo Slam parigino. Una seconda chance, dopo quella dell'ottobre 2020, quando il francesino si trovò subito di fronte il futuro fenomeno Aslan Karatsev, finendo al tappeto per 6-1 7-5 con qualche rimpianto lasciato sul terreno nel secondo parziale. Sempre al Bois de Boulogne, il 18enne transalpino aveva giocato l'ultimo Major Juniores, ugualmente lo scorso anno, perdendo al terzo turno contro l'olandese Guy Den Ouden. Un pizzico di delusione, all'epoca, durata lo spazio di un paio di giorni, prima di rendersi conto che il bello doveva ancora arrivare.

"Gioco a tennis da sempre con un grande obiettivo: vincere il Roland Garros. Quando mi sveglio e vado ad allenarmi, penso a questo traguardo"

Alto 1,83 per 72 chili di peso forma, Cazaux gioca aggressivo da fondo, con un rovescio bimane solido quanto il diritto e una capacità di accelerare non comune tra i coetanei. Ciò che colpisce di lui, tuttavia, sono gli occhi. Gli occhi di un teen-ager che sta vivendo la sua favola e se la vuole godere fino in fondo, senza nessuna paura e anzi, mettendoci dentro una buona dose di divertimento.

Come del resto è giusto che sia a questa età. “Quando ho colpito quel tweener – ha detto Arthur – non ho pensato assolutamente a niente, solo a mandare la palla di là. Ma quando ho visto che avevo fatto il punto, non stavo in me dalla gioia”. 

Grande fan del basket, in particolare di quello NBA e di Stephen Curry, Cazaux avrà tempo per trovare quella continuità che non si può pretendere così presto. “Il mio sogno? Vincere a Parigi. È questo l'obiettivo che mi spinge ad allenarmi duramente ogni giorno, è quello che immagino da quando sono bambino. Ma un altro obiettivo è difendere i colori del mio Paese, la Francia. Tanto in Davis, quanto alle Olimpiadi, e spero che il 2024 possa essere l'anno buono, visto che per noi francesi saranno i Giochi di casa. Negli anni scorsi ho già avuto il privilegio di indossare la maglia della Nazionale, e ho potuto capire che si provano emozioni profondamente diverse da quelle del Tour. È qualcosa che mi ha dato molto e che vorrei ripetere”.

Guardiamo in faccia il futuro di Francia - Le foto


Non ci sono commenti
Loading...