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Il focus di Francesco, ex coach della tarantina, è ormai sul figlio Federico, attuale n. 29 del mondo juniores, cresciuto con la passione per la racchetta accompagnando il papà sui campi più prestigiosi del tour: “Mi seguiva in giro per il mondo e, sin da piccolo, mi chiedeva sempre di giocare, anche a casa”
18 giugno 2023
La bella storia di Federico Cinà - 16 anni, figlio dello storico allenatore di Roberta Vinci - si sta scrivendo in un percorso di esempio, passione e saggezza. A raccontarla è proprio il padre Francesco, a margine del Trofeo Bonfiglio, dove Federico ha raggiunto il secondo turno. Il coach siciliano gestisce da anni il Cinà Tennis Institute presso il Country Time Club di Palermo (che ospita il WTA 250 Palermo Ladies Open) e continua ad allenarvi tanti giovani, tra cui il proprio figlio. Il centro attira atleti talentuosi, nonché tennisti già affermati: “In questi anni sono transitati tanti ragazzi dall’ottima classifica, da Annika Beck a Filippo Baldi e Roberto Marcora - spiega Francesco - mentre oggi abbiamo Camilla Rosatello, Dalila Spiteri e tanti ragazzi junior promettenti. Mi piace stare in campo con tutti, però amo pure viaggiare con mio figlio”.
Il focus, ora, è appunto su Federico, attuale n. 29 del mondo juniores, cresciuto con la passione per la racchetta accompagnando il papà sui campi più prestigiosi del tour: “Mi seguiva in giro per il mondo e, sin da piccolo, mi chiedeva sempre di giocare, anche a casa. Poi ha vinto qualche partita e si è appassionato sempre di più. Ora seguo solo lui nei tornei, è una bella esperienza umana, oltre che lavorativa”.
Evocando la presenza al Bonfiglio di Apostolos Tsitsipas (ma al seguito del figlio Pavlos), Cinà ammette le difficoltà di essere genitore e coach al tempo stesso: “È molto complicato. Lavorando con i figli ci si porta il lavoro a casa. Tuttavia, cerco di non parlare sempre di tennis. In campo sono l’allenatore, poi, in macchina verso casa, ritorno ad essere il papà e parlo d’altro. In questo modo separo i due ruoli. Finiti gli allenamenti, stop con il tennis, si fa il papà”.
La stagione 2023 di Federico è iniziata con la vittoria al J300 di Traralgon (finora il suo terzo trofeo), tra gli ultimi eventi prima degli Australian Open Junior. Poi un periodo di alti e bassi dovuto a diversi infortuni: “Al Bonfiglio aveva aspettative abbastanza alte ma, pur non essendo in condizione (per un infortunio al polso, sebbene non di grave entità, ndr), è stato in campo e ha dato il massimo, come gli avevo chiesto”.
Federico ha giocato pure al Foro Italico durante gli Internazionali BNL d’Italia, in qualità di sparring partner di alcuni campioni in gara, esperienza che aveva già maturato alla fine del 2022 al “Mubadala World Tennis Championships” di Abu Dhabi, incrociando la racchetta con tennisti del calibro di Alcaraz, Tsitsipas e Ruud: “Ci teneva molto a fare lo sparring a Roma, anche se sarebbe stato meglio fermarsi e recuperare. Ha visto come si allenano e quello che fanno prima delle partite. A Roma sono stati molto gentili con lui sia Musetti che coach Tartarini, gli hanno dato consigli, lo hanno fatto giocare più volte”.
In merito al gioco, appunto, Francesco sottolinea come “Federico, fisicamente, sia ancora un bambino in fase di crescita. È già alto ma lo diventerà ancora di più, perciò dovrà avere un gran servizio. Ha un rovescio naturale e si lavorerà sul dritto. Dovrà essere completo ma intanto, da fondo, mette molta pressione e gioca già in spinta. Gli piace essere propositivo e cercarsi il punto. Siamo sulla strada giusta”. Così come lo è anche il movimeno giovanile italiano perché, sottolinea Cinà: “Da tempo la Federazione ha messo a disposizione di allenatori e ragazzi molti mezzi: fondi, strutture, coach mentali e fisici, per cui il movimento junior ha grandi prospettive, e stanno già arrivando bei risultati”.
Da grande esperto del circuito femminile, Cinà riconosce che “fare il coach di una campionessa WTA e del proprio figlio sono due lavori totalmente diversi; con lo junior, si cerca di fargli realizzare i propri sogni nella giusta direzione, mentre con la giocatrice già affermata si tenta di farla vincere, il prima possibile. Faccio questo lavoro con estrema passione, basta ci sia un campo da tennis: Wimbledon o Bonfiglio, le misure del campo sono uguali. Alla fine, c’è sempre l’adrenalina della competizione, si soffre a qualsiasi livello”.
Ma il figlio, anche in questo caso, supererà il padre? “È il minimo che Federico mi superi!” scherza Francesco che, da ex n. 427 ATP, non ha dubbi: “Oggi Federico ha molte più armi, più testa e maggiore supporto rispetto a quello che potevo avere io alla sua età. Spero per lui che possa arrivare più in alto possibile e togliersi grosse soddisfazioni. Però gli dico sempre che deve star bene ed essere felice, è lui il padrone della sua vita”.
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