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Campioni next gen

Hugo Gaston, il genio della palla corta con Milano nel mirino

Fra i giovani della Next Gen è impossibile non restare colpiti dalla creatività del 20enne francese. Sopperisce ai limiti fisici ubriacando gli avversari a suon di smorzate, e con classe, tocco e centinaia di variazioni riesce a entrare nella testa dei rivali. Ha già firmato qualche bell’exploit e sta salendo in classifica, con un posto a Milano nel mirino

26 agosto 2021

Data di nascita: 26 settembre 2000. Altezza: 173 cm. Peso: 78 kg. Segni particolari: malato di pallacortite. È l’identikit di Hugo Gaston, il mancino di Tolosa che ha trasformato la smorzata in una religione, nonché nel suo pass per aprire le porte dei grandi tornei a un fisico ben lontano dai canoni del tennis moderno. Fortunatamente, madre natura gli si è fatta perdonare regalandogli anche un talento sopraffino, ed è grazie a quello che il francese è oggi uno dei giovani di punta della Next Gen mondiale che a fine anno farà rotta sull’Allianz Cloud di Milano, per la quarta edizione delle Finals under 21.

Al momento Gaston non sarebbe fra gli otto eletti, perché è numero 127 del ranking Atp e decimo nella Race dei baby, ma il “cut off” dista appena una novantina di punti ed è sua portata. Specie se il rendimento rimarrà quello dell’ultimo periodo, impreziosito dalla finale all’Atp 250 di Gstaad dove l’allievo di Marc Barbier si è portato a casa 150 punti ma soprattutto la consapevolezza di potersela già giocare nel Tour anche sulla superficie più “fisica” e quindi per lui più complessa, con vittorie contro degli ottimi terraioli quali Garin, Djere e Delbonis.

Dovesse conquistare un posto a Milano, Gaston farebbe un bel regalo al pubblico italiano, che da sempre adora i giocatori tecnici. Vedere il francese è divertentissimo: non colpisce mai due palle di fila nello stesso modo, alterna cambi di ritmo, smorzate e accelerazioni, con una ricetta che ha già spedito al manicomio più di un avversario illustre. Per informazioni citofonare a Stan Wawrinka, mandato ai matti nel 2020 al Roland Garros, in un duello di cinque set nel quale più che il fisioterapista lo svizzero avrebbe chiamato volentieri lo psicologo.

La capacità di fare grandi cose Gaston l’aveva mostrata già da juniores, arrivando al numero 2 del mondo e vincendo sia le Olimpiadi dei giovani sia l’Australian Open in doppio, ma non era scontato che il suo tennis funzionasse anche fra i grandi, dove la palla viaggia il doppio e il fisico conta molto di più. Invece funziona e bene, perché a compensare la mancanza di potenza ci sono classe, cervello e creatività, ma soprattutto quella palla corta mortifera giocata a ripetizione, quasi in maniera patologica, da ogni angolo del campo, in ogni modo possibile e immaginabile.

Un’arma, la smorzata, che sempre al Roland Garros del 2020 (dove Gaston arrivò agli ottavi al debutto, diventando il giocatore dal ranking più basso a riuscirci dal lontano 2002) divenne pericolosissima anche per Dominic Thiem, costretto a cinque set di sudore e imprecazioni per togliersi di mezzo quel ragazzino apparentemente innocuo, e invece in grado di ubriacare chiunque a suon di variazioni.

Addirittura, alle sue infinite palle corte è stato dedicato un video dal tennista-youtuber Illya Marchenko, che lo scorso anno nella semifinale del Challenger di Bergamo di smorzate se ne prese 34 in tre set, sul veloce indoor. Vinse comunque lui, ma quel match fu talmente strano da rimanergli nella testa per settimane. Un po’ come succedeva una quindicina d’anni fa a chi si trovava dall’altra parte della rete l’altro francese Fabrice Santoro, che a suon di variazioni sbriciolava una dopo l’altra tutte le certezze degli avversari. Non a caso, Gaston ha raccontato più volte di ispirarsi a “Le Magicien”, oltre che – da buon mancino – a Rafael Nadal.

E pensare che da ragazzino Gaston, che ha iniziato a giocare a tennis perché il padre era (ed è ancora) presidente del Tc Fonsorbes a una ventina di chilometri da Tolosa, era stato scartato dall’INSEP, il centro statale di eccellenza per le attività sportive in Francia, perché non ritenuto all’altezza (per ragioni fisiche) degli standard necessari per diventare un tennista di livello. Sbagliavano, visto che di lì a poco avrebbe iniziato a ottenere grandissimi risultati fra gli juniores e oggi a curare i suoi interessi c’è addirittura il colosso IMG, segno che loro di dubbi sulle sue possibilità non ne hanno affatto.

Gaston non potrà dunque essere considerato un prodotto del sistema francese, ma della sua scuola sì, che continua a sfornare giovani che quanto a qualità tecniche sono sempre fra i migliori al mondo. Poi vincere è un’altra storia, ma a sopperire a un presente tutt’altro che brillante per gli standard francesi (il migliore è Monfils, numero 20 del mondo) c’è una lista lunghissima di giovani di qualità, pronti a diventare i protagonisti del futuro. Gaston è uno dei leader del gruppo, e con potenzialità tutte da scoprire.

Magari non diventerà un fenomeno, perché per uno col suo fisico la difficoltà sono maggiori che per gli altri, ma i mezzi per arrivare fra i grandi li ha. Di certo sarà sempre un giocatore che si farà guardare, in grado di tenere incollati gli appassionati alla tv e di piazzare l’exploit contro chiunque. Quelli che il pubblico adora, ma gli avversari decisamente meno.

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