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Musetti brucia le tappe con un exploit dietro l’altro: ottavi a Roma eliminando Wawrinka e Nishikori, primo titolo Challenger a Forlì e prima semifinale ATP nel “Sardegna Open”. L’esplosione del 18enne di Carrara è stata il tema di "2020 Reloaded" su SuperTennis
di Gianluca Strocchi | 11 dicembre 2020
"Il rovescio di questo ragazzo è qualcosa di incredibile!". Sono le parole, con un misto di stupore e ammirazione, pronunciate da Jim Courier nel commentare live su ‘Tennis Channel’ il match sul Centrale del Foro Italico, a metà settembre. Il ragazzo in questione, a cui faceva riferimento l’ex numero uno del mondo, è Lorenzo Musetti, che in quella serata di fine estate al primo turno degli Internazionali BNL d’Italia eliminò in due set – rifilandogli un clamoroso “bagel” nel primo parziale – un certo Stan Wawrinka.
Con il primo “scalpo” ai danni di un top 20 è diventato il primo classe 2002 a vincere un match nel circuito ATP, ma non si è fermato lì il talento di Carrara perché nei successivi due mesi ha inanellato una serie di exploit da applausi. I numeri parlano chiaro: chiudendo l’anno al 128esimo posto del ranking mondiale (dodici mesi prima era n. 360), è l’under 18 – carta d’identità alla mano, potrebbe ancora disputare i tornei junior... – con la miglior classifica mondiale.
In un 2020 da incorniciare, almeno sportivamente parlando, l’Italtennis si gode un’altra stella destinata a brillare nel firmamento mondiale. E in tanti, giocando sul nome e su quello che riesce a fare in campo, lo hanno subito ribattezzato Lorenzo il Magnifico. Proprio questo è il tema a cui è dedicata la dodicesima puntata di “2020 Reloaded” su SuperTennis.
Chissà, magari un giorno si dirà che da quella partita da incorniciare in riva al Tevere è iniziata la favola di Musetti. Un posto nel tabellone principale a Roma – prima volta per lui in un Masters 1000 – il Next Gen azzurro, in quel momento n.249 ATP, se l’è comunque guadagnato vincendo tre partite nelle qualificazioni, tutt’altro che banali. Ha messo in fila lo spagnolo Bernabe Zapata Miralles, l’argentino Leonardo Mayer e poi, in un derby dalle particolari implicazioni psicologiche, l’amico e compagno di tante avventure Giulio Zeppieri, testa a testa in cui la capacità di gestire l’aspetto emozionale fa la differenza.
Il sorteggio abbina il carrarino a un campione Slam come Wawrinka, n.17 del ranking e decima testa di serie (finalista a Roma nel 2008), eppure Lorenzo non ha alcun timore reverenziale nella sfida tra due splendidi rovesci ad una mano, purtroppo giocata davanti a pochi intimi, in un Centrale del Foro Italico vuoto e silenzioso, con centinaia di migliaia di appassionati (non solo italiani) incollati alle tv. Impressionano i progressi al servizio e la sua capacità di reggere sulla diagonale sinistra contro probabilmente il miglior interprete del rovescio del circuito, ma soprattutto la personalità con cui fronteggia il tentativo di ritorno del campione di Losanna, punto nell’orgoglio dopo il parziale negativo di 8 game a zero. Supera i momenti di difficoltà, Musetti, e torna persino spavaldo nel tie-break, dominato anche con soluzioni di classe, che costringono “Stan the man” ad uscire a testa bassa dal campo.
Super Musetti illumina la notte del Foro - Le foto
“Non c’è stata partita fino all’inizio del secondo set, e sinceramente credo che lui non se lo aspettasse”, le prime parole, a caldo, di Lorenzo nel commentare il suo capolavoro. Che non rimane però un qualcosa di isolato, visto che al secondo turno mette sotto anche un altro ex top five come il giapponese Kei Nishikori, n.35 ATP, regalandosi i primi ottavi di finale in un palcoscenico prestigioso come un “1000”. Lì si ferma la sua cavalcata, di fronte al solido tedesco Dominik Koepfer (pure lui partito dalle qualificazioni), pagando dazio anche a stanchezza e a un affaticamento alla spalla dopo le sei partite in rapida successione.
"Se due settimane fa mi avessero detto che avrei giocato fino al terzo turno non ci avrei creduto. Da Roma mi porterò dietro tantissime emozioni e notti insonni perché avevo tanti pensieri in testa", riconosce il 18enne nel congedarsi dalla Capitale.
Un’esperienza forte, che il giovane toscano sa comunque metabolizzare nel migliore dei modi. Saggiamente insieme al suo coach Simone Tartarini decidono di non andare a Parigi per le qualificazioni del Roland Garros preferendo disputare il challenger di Forlì.
La scelta si rivela quanto mai azzeccata, visto che sui campi di Villa Carpena è percorso netto per Musetti, subito beniamino del pubblico romagnolo, contingentato (nel pieno rispetto del distanziamento sociale) ma entusiasta nel poter essere testimone diretto del trampolino di lancio di questo talento tricolore. Sotto i suoi colpi cadono, uno dopo l’altro, l’esperto russo Teymuraz Gabashvili (ex top 30) e soprattutto quattro top 100 del ranking quali lo statunitense Frances Tiafoe (n. 67 ATP e primo favorito del seeding), il veterano azzurro Andreas Seppi (n.97 ATP e settima testa di serie), il sudafricano Lloyd Harris (n.96 ATP e sesta forza del tabellone) e in finale il brasiliano Thiago Monteiro (n.89 ATP), così da conquistare il suo primo titolo Challenger a 18 anni e sei mesi.
Con il trionfo agli Internazionali di Tennis Città di Forlì “Memorial Piero Contavalli” Musetti è il terzo tennista italiano più giovane a vincere un Challenger: solo i tre trofei di Jannik Sinner del 2019 e il successo di Stefano Pescosolido al Parioli nel 1989 sono arrivati a un'età inferiore.
"E' straordinario vincere qui in Italia e mi piace che il pubblico tifi per me, è una bella sensazione. In cuor mio speravo davvero che potesse essere il challenger buono per rompere il ghiaccio: ho giocato contro tanti top 100, ma la chiave è stata l'aver costruito questo successo sulla settimana di Roma. E anche quando mi sono sentito nervoso sono riuscito a gestire bene la pressione, concentrandomi su ogni punto e sul singolo dettaglio che fa la differenza", il commento con cui Lorenzo fotografa un’affermazione che lo proietta per la prima volta fra i primi 150 della classifica mondiale. Un altro esame superato nel suo percorso di crescita.
Ma non è certo finita qui, anzi il Next Gen azzurro non finisce di stupire. E al “Forte Village Sardegna Open”, a metà ottobre, ripaga la fiducia di Federazione e organizzatori che gli concedono una wild card per il tabellone principale e si conferma uno dei giocatori più caldi del 2020 raggiungendo la sua prima semifinale a livello ATP, primo 2002 a spingersi così avanti nel circuito maggiore.
Si presenta al nuovissimo torneo ATP 250, sui campi in terra battuta del resort di Santa Margherita di Pula, con un nuovo look (“Cos’è successo? Le vittorie mi hanno fatto tagliare i capelli”, spiega con ironia in riferimento alla scommessa mantenuta dopo il primo titolo challenger) ma con rafforzata consapevolezza. E così, dopo le apprensioni per la positività al covid di Fabio Fognini (suo compagno di doppio in Sardegna), all’esordio elimina l’uruguaiano Pablo Cuevas (n.64 ATP), settimo top 100 sconfitto nel giro di un mese - prima dell’exploit agli Internazionali BNL d’Italia a Roma non ne aveva ancora battuto uno -, per poi imporsi nel derby tricolore con Andrea Pellegrino e superare nei quarti il tedesco Yannick Hanffman – si tratta del 14esimo successo nelle ultime 16 partite disputate - prima di essere costretto al ritiro al terzo set contro il serbo Laslo Djere per un infortunio al gomito. Un cammino che al teen ager di Carrara vale il best ranking, al 123esimo posto ATP.
“Lorenzo è sempre stato un bambino precoce, dotato di una manualità importante. Non a caso, è arrivato in finale agli Europei under 14 nel 2016, sconfitto dal ceco Svrcina – afferma coach Tartarini, che seguendolo ormai da dieci anni lo conosce meglio di chiunque altro – poi subito dopo ci siamo approcciati al circuito ITF Junior. Appena due stagioni più tardi è stato capace di raggiungere la finale agli US Open junior, dove dodici mesi prima era uscito al primo turno delle qualificazioni.
Non dimentichiamoci che nel 2018 Musetti aveva 16 anni e fisicamente era ancora un ragazzino, mentre dall’altra parte della rete si è trovato il 18enne brasiliano Seyboth Wild, ben più formato come atleta. Una conferma importante delle sue qualità e del potenziale in prospettiva è venuta ovviamente dal titolo agli Australian Open junior a inizio 2019, anche se il tennis rimane uno sport davvero complicato, in cui ci sono poche certezze. Ancora all’inizio di questa stagione certi alti e bassi di rendimento mi facevano venire dubbi, però il salto di qualità e la continuità di livello che ha mantenuto alla ripresa del circuito, onestamente pazzesca, sono dei punti fermi non da poco”.
Così come non è certo da poco la nomination per il premio ATP di ‘Newcomer of the Year’ destinato al Next Gen entrato per la prima volta fra i migliori 150 della classifica in questa stagione con un impatto significativo nel tour.
“Era un sogno da ragazzino e pian piano sta diventando realtà, anche se siamo ancora agli inizi...”, ammette il diretto interessato nel guardare alla sua escalation e al ruolo che si sta ritagliando nel tennis professionistico, iconicamente sintetizzato da quel pugno alzato verso il cielo con lo sguardo rivolto al suo allenatore, situazione che si è ripetuta spesso in un anno, il 2020, sconvolto dalla pandemia. E la sensazione, facendo gli scongiuri del caso, è che si ripeterà ancora tante volte in futuro.
Intanto tutta l’Italia sportiva si gode sicurezza, freschezza e tecnica di questo 18enne, già finito sulle copertine anche di riviste non del settore. “Quant’è bella giovinezza…” scriveva qualche secolo fa un certo… Lorenzo il Magnifico.
2020 RELOADED - GUARDA LA DODICESIMA PUNTATA: Lorenzo il Magnifico (Musetti)
IL TEMA DEL GIORNO
"2020 Reloaded" vi consentirà di ripercorrere con cadenza quotidiana i momenti chiave della stagione appena conclusa,: dalle imprese azzurre ai record di Djokovic e Nadal, dal ritorno di Azarenka alle sfide di Osaka, dall’assenza di Federer alla crescita di Sinner.
Trentadue racconti testuali al mattino sul nostro sito, trentadue appuntamenti televisivi, ogni sera alle 21 a partire da lunedì 30 novembre per approfondire, riflettere, rivivere con SuperTennis le grandi emozioni di questo anno unico e, a suo modo, indimenticabile.