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Campioni next gen

Il primo titolo di Dhamne, dall’India a Bordighera per diventare un big

Domenica, in Tunisia, il 17enne allievo di Riccardo Piatti è diventato uno dei soli quattro giocatori nati nel 2007 a conquistare un titolo fra i professionisti. Partito dalle qualificazioni, ha sbaragliato la concorrenza e ribadito qualità di prim’ordine. La sua crescita è in buone mani e l’India intera lo aspetta

11 febbraio 2025

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Da una parte c’è la mano saggia e vincente di coach Riccardo Piatti, così come di uno staff che a Bordighera conta su tecnici dal recente passato di alto livello, su tutti gli ex top-100 Thomas Fabbiano e Luca Vanni, più Gianluigi Quinzi. Dall’altra, un colosso come IMG che ne ha sposato il percorso anni fa e ne sta accompagnando la crescita, sempre più dirompente. Per questo, il baby indiano Manas Dhamne sembra uno di quei giovani sui quali scommettere, per un futuro di altissimo livello.

Lo dicono anche i risultati, in primis un avvio di stagione che ha visto il talento nativo di Satara (nello stato federato del Maharastra, a un centinaio di chilometri da quella Pune dove due anni fa ha debuttato a livello ATP ad appena 15 anni) diventare solamente il quarto giocatore nato nel 2007 a conquistare un titolo fra i professionisti, domenica nella tappa da 15.000 dollari di Monastir (Tunisia) dell’ITF World Tennis Tour.

Un torneo, per Dhamne, iniziato addirittura dalle qualificazioni: ha vinto tre partite in tre giorni per prendersi il main draw, e poi altre cinque nei cinque giorni successivi per conquistare il primo titolo alla prima finale, battendo in rimonta il compagno di allenamenti Lorenzo Carboni ed entrando così in un club di campioncini classe 2007 che annovera solo il tedesco Justin Engel, il nostro Federico Cinà e il ceco Maxim Mrva. Fra i quattro, Dhamne è il più giovane, visto che per spegnere le tanto agognate 18 candeline dovrà attendere fino al prossimo 27 dicembre. Poco male: vuol dire che oggi non c’è tennista al mondo più giovane di lui ad aver già in tasca un titolo ”pro”.

La premiazione a Monastir, con Dhamne, il compagno d'allenamenti Lorenzo Carboni e Michele Ferella, il coach che li ha accompagnati in Tunisia

La premiazione a Monastir, con Dhamne, il compagno d'allenamenti Lorenzo Carboni e Michele Ferella, il coach che li ha accompagnati in Tunisia

Fra gli indiani, solo Yuki Bhambri ha saputo battere Dhamne sul tempo, quando nel 2009, a 16 anni e 10 mesi (contro i 17 anni e 1 mese del suo successore), vinse un Futures a Nuova Delhi. Proprio Bhambri, poi anche numero 1 al mondo da juniores ma mai oltre la posizione numero 83 in singolare e oggi dedito al doppio, è stata l’ultima grande speranza di un’India che a oggi si trova con un solo giocatore nei primi 400 del ranking, Sumit Nagal (129). Naturale, quindi, che il percorso e i risultati di Dhamne siano seguiti con grandissima attenzione, in un paese dalla buona tradizione tennistica e dal bacino potenzialmente enorme, che cerca il suo futuro campione.

E pazienza se Manas l’India l’ha lasciata da giovanissimo – su spinta di IMG – per inseguire il suo sogno a 7.000 chilometri di distanza, in cerca di una struttura in grado di offrirgli uno staff e dei servizi difficili da trovare nel suo paese. A loro interessa solo che riesca a esaudire i propri sogni, tanto che è già entrato nel giro della nazionale di Coppa Davis (aggregato al team nella trasferta del 2024 in Svezia) e ne hanno supportato da subito la scelta di trasferirsi in Italia, per continuare il percorso iniziato a Pune con la moglie di Gaurav Natekar, membro del team che nel 1993 regalò all’India l’ultima semifinale in Coppa Davis.

Dhamne aveva già optato per il Piatti Tennis Center nel 2020 ad appena 12 anni, quando a gennaio transitò da Bordighera per un paio di settimane d’allenamento, poi la pandemia ha stravolto il mondo e gli ha imposto una lunga attesa. Ma il progetto Piatti si è concretizzato a metà 2021 e da allora è stato un crescendo di risultati e soddisfazioni, ultima la vittoria a Monastir.

Manas Dhamne al lavoro a Bordighera con coach Riccardo Piatti

Manas Dhamne al lavoro a Bordighera con coach Riccardo Piatti

Grazie ai 15 punti ATP del successo in Tunisia, il prossimo lunedì Dhamne entrerà per la prima volta fra i primi 800 giocatori del ranking mondiale, quinto fra gli under 18 dopo Engel, Cinà, l’altro tedesco Diego Dodura Romero e lo statunitense Darwin Blanch. E salirà già al numero 8 fra gli indiani, a conferma di quanto possa dare a un movimento un chiara difficoltà.

Tuttavia, volendo ragionare alla Piatti (o come farebbe qualsiasi buon coach), il dato più interessante dell’avvio di stagione del 17enne indiano è un altro: nei quattro tornei sin qui disputati a livello ITF, fra qualificazioni e tabellone principale, Dhamne ha giocato la bellezza di 24 incontri, vincendone 21. Segno che il titolo in Tunisia non è figlio di un exploit, ma la punta – momentanea – di una piramide che ha basi solide, fatte di una continuità che a nemmeno 18 anni profuma di garanzia per un ottimo futuro.

Il tutto in una fase della sua tabella di marcia nella quale i risultati vengono ancora visti come un dettaglio o poco più: a Bordighera guardano soprattutto alla formazione, allo sviluppo tecnico, mentale e fisico di un ragazzo che viaggia verso il metro e 90, gioca alla grande col rovescio e lavora per migliorare l’accoppiata servizio-diritto. Perché vincere oggi conta, ma è vincere domani il vero obiettivo.

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