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Contro l'amico Hubert Hurkacz, nella prima finale in un Masters 1000 in carriera, Jannik Sinner ha avvertito un po' di emozione. Il progetto di campione continua
di Alessandro Mastroluca | 05 aprile 2021
"Torneremo più forti". Jannik Sinner si è rivolto così verso Andrea Volpini e Dalibor Sirola, coach e fisioterapista del team di Riccardo Piatti che l'hanno accompagnato a Miami, durante la cerimonia di premiazione.
"Oggi non è stata la nostra giornata, ma abbiamo fatto grandi miglioramenti" ha aggiunto, dopo aver mostrato tutto il suo apprezzamento per Hubert Hurkacz, primo polacco a trionfare a Miami.
"Complimenti, in questi dieci giorni hai dimostrato tutto il tuo talento. Sei il mio migliore amico sul circuito, sono orgoglioso della persona che sei. Spero che giocheremo ancora il doppio insieme" ha detto Sinner durante la cerimonia di premiazione.
Inevitabili, ma in questi casi non solo di facciata, i ringraziamenti agli sponsor, al direttore del torneo James Blake, e ai pochi tifosi che hanno avuto la possibilità di assistere al match secondo quanto stabilito dalle restrizioni locali per la pandemia.
Non è evidentemente facile giocare la prima finale Slam in una situazione emotiva così particolare.
Sinner affrontava un grande amico, un giocatore con più anni sul circuito anche con il suo stesso numero di finali giocate e vinte a livello ATP, due su due prima di Miami.
Alla vigilia, si parlava di un match alla pari, di un Sinner quasi favorito. E non è certo facile andare in campo nella finale più prestigiosa della tua ancor giovane carriera sentendo per certi versi di dover vincere.
"Perdere la finale oggi non è facile, oggi non è andata bene. Ma o vinci o impari. A 19 anni, alla prima finale qui, ovviamente vuoi vincere, Ero un po' nervoso, già ieri e poi all'inizio della partita ma è normale. Oggi non era la mia giornata, complimenti a Hubi" ha detto Sinner in conferenza stampa dopo la partita.
"Ho commesso alcuni errori, ne ho fatti almeno un paio nel tiebreak. Non ho servito bene, specialmente all'inizio del secondo set, e non rispondevo abbastanza profondo. Per tutto il torneo, ho deciso io come giocare contro ogni avversario, ero io a comandare il gioco. E di questo sono felice. Ma se avessi tenuto dentro la palla sul 30-30 quando serviva sul 4-3 e sul 5-4, magari staremmo ancora giocando".
Jannik all’arma bianca
Da questa finale, ha detto in conferenza stampa, Sinner ha una lezione importante da imparare. "Sono venuto qui con la mentalità di vincere. Sapevamo che Rafa, Roger, Novak, Thiem non avrebbero giocato. Penso che fosse una grande opportunità per tanti giocatori. Siamo venuti qui cercando di vincere ogni partita nel modo giusto. Venire a rete, cercare di far gioco, di muovere il mio avversario. Dalla sconfitta di oggi posso imparare molte cose, anche se è difficile per me parlare subito dopo il match perché nella testa sono ancora dentro la partita. Comunque credo che da fondo anche oggi comandavo io il gioco. Di questo sono felice, anche se ho commesso un paio di errori in momenti importanti".
Ma l'elemento principale, dice, è un altro. "Per me la cosa più importante è aver dimostrato che sono migliorato rispetto all'ultimo torneo. Il miglioramento conta più di tutto per me. Devo ancora parlare con il team della partita - spiega -. Mi piace sentire la loro opinione, poi decideremo su quale parte del mio gioco lavorare per migliorare. Anche se credo di dover migliorare tutto, dal punto di vista anche fisico e mentale".
Le emozioni, più del gioco hanno fatto la differenza. E hanno smentito Bublik, verrebbe da dire. In fondo, anche Sinner "è umano". Eppure ha provato a stare attaccato alla partita, anche in un primo set in cui il rovescio non entrava e col servizio non riusciva a incidere.
Ed è anche riuscito a riprenderlo, andando anche a servire per chiudere sul 6-5. Ma a quel punto ha giocato il game di peggiore probabilmente di tutto il torneo. Hurkacz ha vinto il tiebreak e preso un vantaggio decisivo nel secondo.
Da sotto 0-4, Sinner si è comunque un po' sciolto, ha rifiutato l'idea di perdere così senza lottare, con un punteggio troppo severo che avrebbe lasciato un retrogusto amaro a una settimana abbondante di festa per tutto il tennis italiano.
Con meno responsabilità, ha rimesso a lucido i colpi. E sotto 6-7 0-4, ha dato ancora l'impressione di essere lui a fare la partita.
Non è bastato per la rimonta, ma è servito a non chiudere un grande torneo con un rimpianto finale. Con il rammarico di non aver provato proprio tutto.
Hurkacz aveva il suo stesso identico umore, ma la divisa di un altro colore. Anche per il ventiquattrenne di Wroclaw giocare la prima finale di un Masters 1000 contro Sinner e non contro Rublev, Tsitsipas o Shapovalov non è usuale. Non è casuale il riferimento a loro tre, perché Hurkacz li ha battuti in questo torneo in cui ha eliminato anche Milos Raonic.
Nemmeno lui ha giocato in finale come nei turni precedenti, perché la responsabilità cambia se sei alla prima grande finale in carriera e non parti completamente contro-pronostico. La tensione e l'emozione, il modo di contenerle e di incanalarle fa la differenza. E in questo oggi Hurkacz non è inferiore a Sinner, e sarebbe stato sorprendente il contrario. I numeri non mentono: Hurkacz ha giocato 122 partite nel circuito ATP, Sinner 70.
Il ragazzo si farà, come cantava De Gregori che di anni ne compie proprio 70. L'impressione è che questa sia solo la prima di una serie di grandi partite e di prestigiose occasioni nel futuro del giovane azzurro.
C'è tempo, dunque, e non potrebbe essere altrimenti. "Penso che la prossima generazione di giocatori sia divertente da guardare. Ma deve ancora dimostrare di poter battere i tre grandi. Magari i big perdono una partita o due, ma i più giovani, da quello che vedo, non sono ancora pronti a vincere sistematicamente contro di loro. Prima o poi, il momento [del cambio generazionale] arriverà, magari fra due o cinque anni, non lo so. Ma ci sarà, e poi verranno altri giocatori. Staremo a vedere" ha dichiarato Sinner ai giornalisti dopo la partita.
Intanto l'azzurro chiude questo spicchio di stagione sul duro aggiungendo 600 punti al suo bottino in classifica e avvicinando la top-20. Alla vigilia dei mesi sulla terra battuta, da qui agli Internazionali BNL d'Italia e al Roland Garros, si può solo essere d'accordo col suo giudizio sempre lucido anche a caldo dopo le partite. Sinner tornerà ancora più forte.