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Campioni next gen

Next Gen Lehecka, il finalista che non ti aspetti

Il n.1 di Repubblica Ceca, unico top 100 del suo Paese in queto momento, in campo è tanto lucido da apparire freddo. Ma ha sempre sognato di vivere le atmosfere del grande tennis vissute da bambino davanti alla tv. I trionfi in Davis di Berdych e Stepanek e quelli di Kvitova a Wimbledon le sue fonti di ispirazione

di | 12 novembre 2022

Jiri Lehacka ha festeggiato i suoi 21 anni a Milano, martedì 8 novembre

Jiri Lehecka ha festeggiato i suoi 21 anni a Milano, martedì 8 novembre

Calmo, anzi, freddo. Solido, anzi, di più. Nel velocissimo tennis video game che delizia i più giovani, li distrae qualche attimo dal cellulare e li tiene seduti al loro posto nel loro frenetico iperattivismo, Jiri Lehecka demolisce le certezze offensive di bum bum Stricker aggredendo lo svizzero che voleva rinverdire le gesta milanesi di Roger Federer e gli soffia l’accesso alla finale delle Next Gen under 21 al Palalido.

Il 21enne senza qualità eclatanti ma anche senza punti deboli evidenti non ha mai avuto dubbi, sin di 3 anni quando la nonna ex tennista nazionale ceca gli ha messo la racchetta in mano puntando sul Dna atletico di mamma (ex stellina dell’atletica leggera) e papà (già buon nuotatore): “Ho fatto tanti sport - sci, ciclismo, nuoto - ma il tennis è sempre stata la mia priorità, poi la passione è diventata amore guardando le finali di coppa Davis e sognando di diventare come il mio primo idolo Tomas Berdych: da bambino vedevo alcune similarità fra di noi, nel gioco, e anche nel fisico forte che abbiamo entrambe e nella tecnica del dritto, oltre al servizio che abbiamo tutti e due piuttosto buono”.

Che magnete, la tv. Un giorno studieremo i benefici effetti che ha avuto quella della FIT, Supertennis, a livello promozionale nel tennis italiano. Sentite Lehecka: “Berdych e gli altri di Davis mi ammaliavano: la coppa, l’atmosfera, l’importanza di quelle partite, i nostri giocatori che vincevano match incredibili… Mi mettevo davanti allo schermo e mi immaginavo di esserci io, in campo, un giorno, davanti a quel pubblico che tifava così tanto e mi dava tanta ispirazione. Erano 20mila, come dimenticarli?”.

Anche Stepanek lo ha stimolato con la personalità e il tennis di fantasia: “I nomi più famosi, come Lendl e Navratilova sono lontani da me, sicuramente sono stati importanti per quelli più anziani, se parliamo di tennis ceco il riferimento è sicuramente Petra Kvitova perché ha vinto due volte Wimbledon, il torneo più famoso”.

Tanto importante, ma sempre dietro nell’hit parade del tifo sportivo ceco: “Al primo posto c’è sempre il calcio, poi magari l’hockey, anche se il tennis è lì, al secondo o terzo posto”. 

CONVINZIONE

Da Mlada Boleslav, Jiri s’è spostato al centro tecnico federale di Prostejov. Dal titolo junior di doppio a Wimbledon 2019 insieme al connazionale Forejtek si allena con Michal Navratil, figlio dell’ottimo doppista Jaroslav. Da sempre adora il tennis sul veloce indoor: “Non è solo questione di superficie, ma anche di condizioni sempre uguali, e poi le palle e l’altitudine. Tutto ha un impatto diverso sul gioco e determina la continuità di rendimento. A Milano è ideale perché riesco a controllare al massimo la situazione”.

Non sorride tanto, non alza la voce, non ha colori sgargianti e non si fa notare poi così tanto. Lehecka, a gennaio era n.141 della classifica, quasi si è nascosto ma ha scalato la classifica lasciando qualche segno qua e là. Chiedere per conferma a Shapovalov che Jiri ha superato a sorpresa nel primo turno di Rotterdam, infilando poi anche Van de Zandschulp e Musetti per poi cedere solo a Tsitsipas in semifinale al terzo set. Anche se per lui la svolta è stata proprio con Musetti: “E’ stata anche quella più significativa perché mi ha permesso di entrare nei top 100. Non sapevo nemmeno che mi aveva permesso di fare quell’importante passo avanti, me l’hanno detto nell’intervista post-partita ed io ho risposto “Wow, davvero? E’ incredibile”.

Poi non ha fatto granché: “Ci sono state tante prime volte, come entrare in tabellone a Montecarlo superando le qualificazioni. Ho anche cercato di affinare il mio gioco. Ho imparato tante cose, da 20enne che sale di livello, ho vinto anche il primo torneo di casa, a Liberec, dove giocavo da giovane, è a due passi da casa, e il tifo della gente è stato fantastico. In Repubblica Ceca siamo fortunati ad avere 5/6 tornei Challenger dove misurarci: sono stadi fondamentali nella crescita di un giocatore, io ho vinto il primo l’anno scorso in Finlandia e non lo potrò mai dimenticare”. Finché a Stoccolma, sul circuito maggiore ATP, non ha beffato Dimitrov, salendo così, da n. 74 del mondo, al numero 1 nazionale. 

PASSEGGIATE

Sempre senza sbavature e strappi troppo violenti, con l’andatura che gli viene dalla seconda grande passione della sua vita. “Adoro l’hiking, faccio lunghe passeggiate, guardare la natura mi apre la mente. Le alterno ai video games, praticare tanti sport mi ha aiutato a essere un atleta più completo. Scalare una collina insegna a insistere con quell’andatura, facendo bene attenzione a dove metti i piedi, oppure rischi di cadere, è un allenamento anche per la vita e per la stagione tennistica. Così come aiuta avere in casa dei genitori che sono stati sportivi e sanno come funziona il corpo e come sostenerti di testa e di fisico”.

La famiglia, gli amici, sono sempre lì ad accoglierlo e a strappargli il sorriso: “Per via del tennis non vedo tanto la gente che amo, gli amici, la fidanzata, che meritano la mia attenzione e mi fanno parlare soprattutto di cose diverse dal mio sport. Appena posso cerco di passare del tempo con loro per restituirgli un po’ di quello che mi hanno dato”.

Equilibrio, allenamento, solidità, freddezza: Jiri Lehecka.


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