Chiudi
Abedallah Shelbayh è diventato a Manama il primo giordano e il più giovane arabo finalista in un Challenger. Mancino nel tennis, destro nella vita come il suo modello Rafa Nadal, debutta a Doha grazie a una wild card.
21 febbraio 2023
Abedallah Shelbayh continua a collezionare primati. A Manama, la scorsa settimana, è diventato il primo giordano e il più giovane tennista arabo in finale in un Challenger. Salito al numero 276 del mondo grazie a questo risultato, il 19enne ha ottenuto una wild card per il main draw del Qatar Exxon Mobil Open, l'ATP 250 di Doha trasmesso in diretta su SuperTennis e SuperTenniX. E' il primo giordano in tabellone in un torneo del circuito maggiore, Coppa Davis a parte. Shelbayh è stato sconfitto al primo turno dal coreano Soonwoo Kwon. Vi riproponiamo la sua storia attraverso un articolo originariamente pubblicato su SuperTennis a settembre del 2022.
A ogni vittoria il suo smartphone si riempie di centinaia di messaggi di congratulazioni. È quello che succede quando si fa la storia per conto di un'intera nazione. Abedallah Shelbayh, che di anni ne ha appena 18, già da un paio di stagioni è il miglior giocatore della Giordania. Ma mica della sua generazione: di sempre.
Certo, stiamo parlando di una Paese tennisticamente acerbo, dove mancano le strutture di base e soprattutto quella tranquillità che altrove garantisce ai ragazzi di poter fare sport senza preoccuparsi del contorno. Questo malgrado la Giordania, paese noto ai più per il celebre sito archeologico di Petra, sia uno degli stati più pacifici dell’Asia occidentale, un’oasi di stabilità e pace nella turbolenta regione del Medio Oriente.
Shelbayh si è avvicinato per la prima volta al tennis a 4 anni quando suo padre, Khaled, stava guardando in televisione Rafael Nadal al Roland Garros e lui, curioso, ha iniziato a fare domande su quel gioco. Il padre decise allora di regalargli una racchetta e, dopo qualche colpo imbarazzato con la mano destra, il piccolo volle passare ad impugnare l’attrezzo con la sinistra, proprio come aveva visto fare a Nadal in tv. “Mangia e scrive con la mano destra - racconta Khaled - ma dopo quelle immagini di Parigi, ha iniziato a giocare con la sinistra”.
“Mio padre - ricorda Abedallah - giocava a tennis al college con i suoi amici e mi disse: ‘Se vuoi posso insegnarti’. Ho iniziato ad apprezzare il gioco e a guardarlo ogni giorno e da quel momento ho amato follemente il tennis. Mi allenavo dopo la scuola e alcuni coach hanno detto ai miei genitori che avevo talento e che avrei dovuto prenderlo sul serio. Da allora, giocare a tennis, è quello che faccio quotidianamente”.
Quello di Nadal è un nome ricorrente nella storia del ragazzo visto che, allora quindicenne, decise di iscriversi alla Rafa Nadal Academy di Manacor, dove si è allenato fino all’estate del 2021. Vedere Rafa così affamato di successi, nonostante i 22 Slam in bacheca, ha ispirato le gesta del piccolo Shelbayh e non sorprende che Nadal, in più occasioni, abbia avuto parole di incoraggiamento per il suo studente, a cui non ha lesinato consigli preziosi.
Tornando agli esordi, interessante la testimonianza di Amir Borghei, responsabile dello sviluppo dell'Itf per l'Asia Occidentale e Centrale, che ha accompagnato la sua crescita sportiva fin dalla giovane età: “Ho incontrato Abedallah per la prima volta quando ha giocato gli Itf “Development Championship” dell'Asia Occidentale a 13 anni in Libano. In quel torneo arrivò in finale nel singolare maschile e, grazie a lui, la Giordania raggiunse il terzo posto. L’anno dopo - continua Borghei - nello stesso torneo ma questa volta nel suo Paese, impressionò tutti vincendo. Venne così selezionato per l'Itf West Asia Team. Nel gennaio 2017 a Bangkok, vincemmo, soprattutto grazie al suo apporto, i Campionati under 14 Itf dell’Asia”.
Talento e spirito combattivo erano sotto gli occhi di tutti. Da lì, come detto, la decisione di trasferirsi a Manacor. “Quando ho iniziato ad allenarmi davvero ogni giorno - ricorda Abedallah - era complicato conciliare il tennis e lo studio. Con l'aiuto della principessa Lara Faisal e della sua fondazione ‘Rise for Good Sports Fund’, abbiamo deciso che la cosa migliore era andare alla Rafa Nadal Academy. Lì ho potuto continuare a studiare pur allenandomi duramente. Non è stato facile lasciare la mia famiglia ma i miei genitori sapevano che ero un ragazzo responsabile. Già da tempo ero abituato a viaggiare da solo perché mio padre lavorava e mia madre doveva badare a mia sorella”.
“Vedere un figlio partire a 14 anni - confessa papà Khaled - per andare a scuola e allenarsi in un Paese lontano non è facile. Lo incontravamo solo un paio di volte all'anno, il che dimostra la sua maturità a quel tempo e la sua capacità di dipendere sempre di più da se stesso, dentro e fuori dal campo”.
Alla Rafa Nadal Academy, il tennista giordano rimane per tre anni. “Il mio sogno - ricorda Abedallah - era di allenarmi con il mio idolo d’infanzia. Lo volevo dal primo giorno in cui ho messo piede in accademia. Poi quel giorno è arrivato: Rafa e Carlos (Moya, ndr) hanno sentito parlare di me da Toni (Nadal, ndr) e Rafa ha voluto giocare con me. Da allora mi sono allenato spesso con lui e credo che anche a lui piaccia farlo con me. Sono molto legato a loro, sono persone splendide. Rafa è gentile e mai arrogante. Quando lo si vede in giro per l'accademia e lo si conosce, si capisce quanto sia serio e, cosa più importante, riesce davvero a trasmetterti la sua motivazione”.
In campo Shelbayh è un giocatore completo, aggressivo. Colpisce con forza il diritto e ha un bel rovescio piatto, una discreta volée e un servizio incisivo. Combina l’intelligenza tattica con un eccellente gioco di gambe. Fuori dal campo è un ragazzo gentile, a tratti timido. “Mi piace passare il tempo con gli amici - dice di sé Abedallah - ma anche stare un po’ da solo lontano dal tennis. Adoro giocare a calcio e tifo Barcellona, mentre quando posso mi diverto ai videogiochi”.
Diplomatosi a giugno 2021 alla Rafa Nadal International School, Shelbayh ha vinto una borsa di studio per iniziare gli studi all'Università della Florida, dove ha potuto continuare a sviluppare la sua carriera tennistica nella squadra dei Gators, quella che ha appena lasciato (per diventare professionista) l'americano Ben Shelton.
Abedallah arriva in Florida, alla corte dell’head coach Bryan, padre di Ben, con statistiche importanti. Ha terminato la stagione junior al numero 27 della classifica Itf, con un record di 22 vittorie e 5 sconfitte in singolare. Nel 2021 ha raggiunto la finale di doppio di Wimbledon Junior in coppia con Daniel Rincon, con il quale aveva già sollevato il trofeo all'Orange Bowl nel 2020.
La sua carriera universitaria è cominciata nel migliore dei modi. Nel settembre 2021 a Cambridge, Abedallah - in squadra con Ben Shelton e Nate Bonetto - ha concluso l’importante 'Crimson Chowderfest' da imbattuto, dopo aver vinto i suoi tre incontri di singolare e pure i due doppi. La squadra di tennis maschile dell'Università della Florida ha vinto i campionati 2021 della National Collegiate Athletic Association (Ncaa), concludendo la stagione con 26 vittorie e due sole sconfitte.
Con i suoi 180 centimetri per 77 chili il ragazzo nativo di Amman, che ha spento a novembre 19 candeline, ha raggiunto ai primi di settembre 2022 la semifinale nel Challenger di Maiorca. Dove, battendo al 1° turno lo svizzero Dominic Stricker, (un altro predestinato, su cui ha speso parole d’elogio anche il divino Roger), Shelbayh ha scritto la storia conquistando il primo match Atp di un tennista giordano. Precedentemente, in luglio, aveva vinto i due tornei Itf giocati a Monastir, in Tunisia, sul cemento.
Lui, comunque, non si mette fretta: “So che non sarà facile - conclude Abedallah - ma voglio continuare a inseguire il sogno di quel bambino che a quattro anni vide Nadal sul Centrale del Roland Garros. Mi alleno duramente ogni giorno per alimentare quel sogno. Per il resto, spero che molti giocatori giordani arrivino nel prossimo futuro e che io possa continuare a ispirarli”.