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Challenger

La maturità di Francesco Passaro: "Oggi mi sento un giocatore migliore"

“Sono un giocatore migliore”. Con questa consapevolezza, il 22enne di Perugia archivia un 2023 un po' al di sotto delle aspettative, ma con un bagaglio d'esperienza per rilanciarsi alla grande.

03 novembre 2023

Francesco Passaro esulta (foto Milesi)

Dodici mesi fa era il leader della Next Gen azzurra, oggi è cento posizioni più in giù. Messa così, sembrerebbe che il 2023 di Francesco Passaro sia stato una delusione. Avrebbe potuto fare di più – ed è il primo ad ammetterlo – ma la qualità di un giocatore non si misura solo dai risultati. Il perugino è convinto di essere un giocatore migliore rispetto all'anno scorso, e tanti piccoli dettagli evidenziano un bel processo di maturazione. Quest'anno si è parlato di altri, a partire dal suo amico Matteo Arnaldi, mentre lui è passato in secondo piano. Ma ha continuato a mettere un mattoncino dopo l'altro per una carriera che è ancora all'inizio. “Potevo fare un po' meglio, soprattutto a inizio anno – racconta – ma ormai è andata così. E comunque ho appena 22 anni. Se tre anni fa mi avessero detto che oggi mi sarei trovato in questa situazione, avrei subito firmato”. Frase piena di saggezza, che però non ridimensiona le ambizioni di un giocatore che è stato numero 108 ATP.

Si tratta del secondo infortunio di questo tipo dopo quello patito a marzo a Indian Wells. “Allora mi impedì di giocare a Phoenix e Miami, mentre stavolta ho dovuto saltare un paio di tornei sul cemento. Però in questo periodo abbiamo lavorato duramente a livello atletico, restando attivi e trovando soluzioni anche senza affaticare la caviglia”. Tutta benzina da mettere nel serbatoio in vista della stagione del rilancio. Prima di proiettarsi nel 2024, tuttavia, Passaro riflette con serenità sulla stagione che volge al termine. “All'inizio avevo grandi aspettative, ma non sapevo a cosa andavo incontro. I top-100 erano vicini e mi mettevo tanta pressione. Non avevo preventivato certe difficoltà, però mi hanno fatto crescere e oggi mi sento più maturo. Sì, sono un giocatore migliore”.

Francesco Passaro in azione (foto Milesi)

ISPIRAZIONE ARNALDI
Quando gli chiediamo quale sia stata la principale difficoltà, non ha dubbi. “La pressione legata al ranking. Pensavo troppo ai punti, giocavo un torneo con l'idea di essere ammesso a un altro... questo ti distoglie dall'obiettivo principale: migliorare”. E allora, dopo gli ultimi tornei del 2023 inizierà la preparazione per l'anno nuovo. “In cui proverò a entrare tra i top-100. Poi vorrei giocare con continuità nel circuito ATP: è il modo migliore per alzare il proprio livello, mettere un mattoncino dopo l'altro e migliorare quello che sto già facendo. E poi vorrei giocare di più sul duro: per frequentare il circuito maggiore devi essere completo su tutte le superfici e avere più opzioni di gioco”. Per riuscirci, a volte, una mentalità coraggiosa può essere decisiva.

Passaro ha una visione lucidissima sui tanti Challenger italiani, soprattutto su terra battuta, che offrono ghiotte possibilità ai giovani ma rischiano di diventare un circolo vizioso da cui è difficile uscire. “Ci sono dei pro e dei contro. L'anno scorso, grazie alle wild card della federazione ne ho giocati parecchi e ho effettuato un grande salto. Un altro vantaggio è la comodità, perché si può giocare senza viaggiare né spendere troppo. Però la comodità può portare all'eccesso opposto: a volte bisogna andare in giro a farsi le ossa, uscire dalla zona di comfort, lottare. Troppa comodità può portare a essere “viziatini”. Prendi gli argentini: passando mesi fuori da casa, lottano fino alla morte. Hanno più garra”.

La stessa che Francesco vuole dimostrare di avere, magari come il suo amico Matteo Arnaldi, autore di una stagione spettacolare. “Me l'aspettavo – dice Passaro – quel che mi stupisce di lui è la fiducia nelle proprie qualità. Secondo me, la capacità di ritenersi più forte di quanto realmente sia lo ha aiutato a salire così in alto. Ha un'enorme fiducia nei suoi mezzi, ovviamente alimentata dai risultati, un po' come era successo a me – sia pure in piccolo - l'anno scorso. Sono contento per lui, se lo merita e mi fa capire che raggiungere certi traguardi non è impossibile”. 

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