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Challenger

Rovereto: Arnaboldi "vede" l'Australian Open

Arnaboldi (Federico) vince il derby con Jacopo Berrettini e “punta” a Melbourne. Avanti anche Nardi. Illude Vincent Ruggeri contro Coric. Il personaggio: mamma ucraina, padre nigeriano, passaporto irlandese e formazione tedesca. Questo è l'affascinante mix di Michael Agwi, uno dei giocatori più migliorati del 2024. A Rovereto sta mostrando un tennis un po' acerbo ma – potenzialmente – dirompente. “Non devo farmi prendere dal panico. Da bambino giocavo a calcio, ma poi...”.

19 novembre 2024

L'esultanza di Federico Arnaboldi (foto Stefano Eccel)

L'esultanza di Federico Arnaboldi (foto Stefano Eccel)

Al  Trofeo Perrel-FAIP di Rovereto (120.950€, Mapei) il primo derby italiano di giornata è andato a Federico Arnaboldi, bravo a superare Jacopo Berrettini in una partita molto combattuta. Il lombardo aveva una motivazione extra, poiché Rovereto rappresenta – molto probabilmente – l'ultima occasione per incamerare punti per giocare le qualificazioni dell'Australian Open. “Con Jacopo avevo già giocato due volte in tornei ITF e di recente in Serie A2, ma sempre sulla terra battuta – racconta Arnaboldi – oggi era tutto diverso, e il suo tipo di gioco poteva darmi fastidio dalla parte del rovescio. Sono contento di come l'ho gestita, perché su questi campi a volte la palla rimbalza e in altre occasioni scivola. Sono abbastanza soddisfatto, ho avuto un piccolo calo a inizio secondo set, ma il terzo l'ho giocato piuttosto bene”. 

Con questi 7 punti, Arnaboldi è virtualmente numero 228 ATP. Il margine per andare a Melbourne (e assicurarsi il relativo prize money) è risicato, quindi sarà molto importante il match serale di mercoledì contro il danese August Holmgren. E sarebbe bello raggiungere l'obiettivo sullo stesso campo laddove, un anno e mezzo fa, perdeva contro il cugino Andrea che oggi è il suo coach (e con il quale si è divertito a giocare in doppio). “Mentre eravamo in viaggio per Rovereto ho pensato a questa coincidenza. Che dire? Lavoro con mio cugino dalla fine dell'anno scorso, per me è sempre stato un sogno lavorare con lui e direi che i risultati sono arrivati”. Con la speranza che possano migliorare ancora, per un ragazzo educatissimo e con un tennis davvero piacevole da guardare.  

Luca Nardi in azione (foto Stefano Eccel)

Luca Nardi in azione (foto Stefano Eccel)

Accede al secondo turno anche Luca Nardi. Proprio come Arnaboldi, anche il pesarese è a caccia di punti preziosi per l'Australian Open, nel suo caso per il tabellone principale. Accreditato della testa di serie numero 2, si è imposto 3-6 6-2 6-2 con un buon Giovanni Fonio, i cui gesti piuttosto ampi sono penalizzati dalla superficie veloce. Dopo un inizio lento, Nardi ha trovato la misura dei suoi colpi, offrendo anche uno spettacolo molto gradevole. Il tabellone gli è amico: a giudicare dai nomi che orbitano nella sua zona di tabellone (impoverita dal forfait di Jan Choinski per un dolore agli adduttori), la semifinale è l'obiettivo minimo. 

Samuel Vincent Ruggeri colpisce di rovescio (foto Stefano Eccel)

Samuel Vincent Ruggeri colpisce di rovescio (foto Stefano Eccel)

Borna Coric in azione (foto Stefano Eccel)

Borna Coric in azione (foto Stefano Eccel)

VINCENT RUGGERI SI SPEGNE DOPO DUE SET, CORIC RINGRAZIA - C'è stata l'illusione che Samuel Vincent Ruggeri potesse azzeccare l'impresa, eliminando la testa di serie numero 1 Borna Coric. Invece, dopo due set giocati alla pari, si è sciolto in avvio di terzo e ha lasciato strada al suo avversario. C'erano le premesse per un match equilibrato, viste le recenti difficoltà del croato, e in effetti è stato così. Tuttavia, il bergamasco ha ancora troppi alti e bassi nella stessa partita. I miglioramenti rispetto a un anno fa sono evidenti, ma la classifica attuale non è troppo bugiarda. Il servizio è da primo della classe, i colpi hanno trovato una certa pesantezza, ma non riesce ancora a fare il salto di qualità che forse ci si attendeva. È finita 6-4 5-7 6-2: reduce dalla peggior stagione in carriera, fatta di troppe sconfitte e la necessità di cercare fiducia nei tornei minori, Coric mantiene un atteggiamento iper-professionale e gioca ogni punto con grande attenzione. 
 
Col suo tennis basato su una condizione fisica eccezionale, tuttavia, basta poco per risultare vulnerabile. Avanti 6-4 2-0, si è fatto coinvolgere nella bagarre e ha perso il secondo set per l'incapacità di fare gioco. Nei suoi migliori momenti, Vincent Ruggeri è parso addirittura leggermente superiore, ma Coric non è mai calato e alla fine è stato premiato in un terzo set pieno di errori gratuiti dell'azzurro. Negli ottavi avrà un derby contro il rampante Dino Prizmic, le cui condizioni sono parse decisamente più brillanti. Ma i derby, si sa, possono essere match particolari. Mercoledì ci sarà l'esordio dell'idolo di casa, quel Giovanni Oradini che dalle sue parti gioca sempre molto bene, poiché tra Trento, Bolzano e Selva Gardena ha spesso colto buoni risultati nei tornei ITF. Contro l'ostico Alexey Vatutin proverà a fare altrettanto nella sua città natale. Dopo Agwi-Maestrelli, nel pomeriggio ci sarà l'esordio di Raphael Collignon (reduce dal successo a Lione), poi Martin Landaluce andrà a caccia di punti importanti per l'accesso alle Next Gen Finals contro Kyrian Jacquet. In chiusura di giornata, Federico Arnaboldi si giocherà tanto contro August Holmgren. I primi due singolari e il doppio Pavel-Virgili vs. Karol-Sachko saranno a ingresso gratuito, poi dalle 15 sarà necessario avere il biglietto.
Michael Agwi in azione (foto Eccel)

Michael Agwi in azione (foto Eccel)

Il personaggio

Ci sono scommesse sicure, predestinati la cui strada verso il successo sembra segnata. Per esempio, Martin Landaluce. Ma ci sono altre storie, ancora più affascinanti, perché arrivano dal nulla o giù di lì. Chi ha visto giocare per la prima volta Michael Agwi a Rovereto avrà strabuzzato gli occhi. Potente, brillante, completo... Com'è possibile che sia soltanto numero 423 ATP e abbia dovuto giocare le qualificazioni? Le risposte si trovano tra le pieghe della partita contro Enrico Dalla Valle, gestita con una certa comodità per un set e mezzo, ma che poi si è complicata maledettamente, tra matchpoint annullati ed errori grossolani. Alla fine l'irlandese l'ha spuntata col punteggio di 6-1 6-7 6-3 e sarà l'avversario di Francesco Maestrelli al secondo turno (match inaugurale di mercoledì, alle 10).

Per lui è soltanto la seconda apparizione nel main draw di un ATP Challenger: anche se il 2024 è stata la stagione della svolta si vedono alcune scorie dell'anno scorso, quando si era prefissato di entrare tra i primi mille e aveva fallito l'obiettivo. Quest'anno ha vinto quattro titoli ITF e ha scalato settecento posizioni. “Ho giocato molto bene nei primi due set, ma al momento di chiudere ho iniziato a pensare troppo, e ho improvvisamente perso la prima di servizio – racconta Agwi – la concretezza al momento di chiudere le partite è qualcosa su cui devo lavorare. Ho avuto problemi di questo tipo anche la scorsa estate, quando ho giocato in Bundesliga con il mio club di Berlino. Però, nel complesso, ho giocato molto bene”. Vero. Alto, slanciato, potente, ha tutto per diventare un grande giocatore. Davvero.

BASTA PANICO - E poi è aiutato da un affascinante incrocio di razze, svelato direttamente da lui. “Mia madre è ucraina, mio padre è nigeriano. Lui studiava in Ucraina e si sono conosciuti lì. Poi si sono trasferiti in Irlanda per lavoro, io sono nato a Dublino ma quando avevo un anno si sono spostati in Germania, a Berlino. Questa è la storia”. In effetti Michael parla con un accento tedesco abbastanza marcato e afferma di parlare bene il russo, oltre a provare a imparare l'ucraino. Un mix affascinante, che potrebbe anche attirare parecchi sponsor. Michael è accompagnato a Rovereto dalla madre Olga, a cui è legatissimo (“Ha lavorato di notte negli hotel per permettermi di giocare”), e sta provando a metterci del suo.

L'esultanza di Michael Agwi (foto Eccel)

L'esultanza di Michael Agwi (foto Eccel)

Quest'anno ha compiuto un salto di qualità impressionante: “Credevo di poter giocare bene già due anni fa, ma adesso è cambiato qualcosa nella mia mente – racconta deciso – adesso ho più fame di vincere, sono più concentrato e aggressivo: questo non significa che riuscirò a giocare tutti i punti al 100%, ma che lotterò su ogni palla. Inoltre voglio imparare a gestire le sconfitte. Faccio tutto meglio rispetto al passato, ma c'è ancora tanto da migliorare. Lo vedo a ogni partita, oggi sono andato nel panico quando era il momento di chiudere, anche nel terzo set. Devo migliorare ancora”. I tornei Challenger sono la linea di passaggio ideale per capire come funziona il tennis “vero”. Agwi se ne sta accorgendo, perché ha le idee chiare sulle differenze con il circuito ITF: “A questo livello tutti sfruttano le loro chance – racconta – se arriva una palla lenta o corta, tutti attaccano senza esitazione. Non c'è spazio per errori, come si è visto nel secondo set. Sicuramente è più dura, anche perché c'è un enorme livellamento: non c'è molto gap tra le teste di serie e tutti gli altri”.

TENNISTA GRAZIE... A UN DENTE ROTTO - Nonostante abbia appena 21 anni, ha già imparato ad ascoltare il suo corpo ed evita di andare in overtraining. Quando si allena presso il suo club, il Blau Weiss Berlino, segue ritmi non maniacali: “Cerco di lavorare dalle 2 alle 4 ore al giorno, mi dedico alla preparazione atletica tre volte alla settimana e mi tengo sempre un giorno di riposo. Più in generale, cerco di adattare l'allenamento al mio fisico. Provo ad assecondare le mie sensazioni”. Idoli veri e propri non ne ha avuti, anche se ha ammesso di amare allo stesso modo i Big Three: “Quando ero piccolo guardavo soprattutto Federer, amo la mentalità di Nadal e adoro le capacità e le abilità di Djokovic”. E pensare che da ragazzino poteva diventare un calciatore. “All'età di 7 anni mi sono dedicato al calcio, ma poi per colpa di qualcun altro mi sono rotto un dente, così mia madre mi ha detto di concentrarmi sul tennis”. La passione per il calcio gli è rimasta nel tifo, poiché sostiene il Barcellona (“Grazie a Lionel Messi”) e il Borussia Dortmund (“Per via di Marco Reus”). Ma il calcio ha lasciato spazio a un'avventura molto affascinante, che potrebbe vivere pagine molto, molto intriganti. E Rovereto potrebbe essere il luogo dei primi capitoli, delle prime storie dell'avventura di Michael Agwi.

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