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Lo svizzero domina la scena, vince 64 63 e raggiunge la semifinale al Masters da secondo nel girone. Djokovic eliminato, Nadal ora è sicuro di chiudere la quinta stagione al primo posto della classifica mondiale
di Alessandro Mastroluca | 14 novembre 2019
Ha un sorriso raggiante Roger Federer quando si concede per l'intervista a caldo dopo la partita. Ha appena dominato Novak Djokovic 6-4 6-3 in meno di un'ora e un quarto. La velocità tradisce la prestazione, e probabilmente anche la condizione, non brillante del serbo. E insieme racconta la feroce applicazione dello svizzero che commette appena cinque gratuiti in tutta la partita e vince quasi il doppio dei punti, 48 a 25, negli scambi sotto i 25 colpi.
Impassibile, Federer indossa una maschera di freddezza, di dedizione, di precisione. Si assicura la 59ma vittoria e la sedicesima semifinale al Masters. Non concede sorrisi o esultanze al pubblico, nascosto nel buio del tipico gioco di luci che concentra ogni attenzione sul campo. Non c'è spazio per il fuori scena, tutto avviene sul palcoscenico dipinto di blu, dove si fermano gli occhi del mondo. Compresi quelli di Nadal, sicuro di finire la stagione da numero 1 del mondo per la quinta volta in carriera, proprio come Federer e Djokovic.
Lo svizzero si qualifica come secondo nel Gruppo Borg dietro Dominic Thiem. Non conoscono ancora gli avversari in semifinale, perché il gruppo Agassi è molto più indecifrabile. Tsitsipas con due vittorie non è ancora sicuro del primo posto, Daniil Medvedev nonostante due sconfitte nelle prime due partite può ancora centrare la semifinale.
Sale Djokovic nel secondo set, Federer inventa un capolavoro di reattività con un dritto lungolinea cadendo indietro sulla palla break, si salva rischiando anche con la 'seconda' poi sorprende il serbo con la risposta. Gioca sul terreno migliore dell'avversario, gli aumenta i dubbi, gli toglie il servizio.
Il serbo, nonostante un'alta percentuale di prime, non comanda gli scambi. Perde convinzione, si lascia trascinare da una partita senza occasioni per invertire il destino. Chiude con un dritto rassegnato e un serve and volley sul match point, l'ultimo azzardo. Ma è sembrato più un bluff presto scoperto. "La differenza rispetto alla sfida di Wimbledon?" commenta Federer nell'intervista a caldo. "Semplice: stavolta il match point l'ho vinto io".
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