Per tenere il passo, almeno come modernità, oltre ad aumentare il montepremi coinvolgendo Oceania e anche Asia, acquisendo l’etichetta Grande Slam Asia/Pacific, l’Australia ha fatto di tutto, attirando 796,435 mila spettatori nell’edizione 2019. All’inizio, si chiamavano Australasian Championships, dal 1927 sono diventati Australian Championships, dal 1969 sono stati Australian Open. Dal 1905, si sono disputati in cinque città australiane e due neozelandesi, Melbourne (55 volte), Sydney (17), Adelaide (14), Brisbane (7), Perth (3), Christcurch (1906) ed Hastings (1912). Dal 1905 al 1924, non hanno avuto lo status di Major da parte della Federazione mondiale (ITF). Dal 1972, la sede è passata stabilmente a Melbourne, poi è traslocata ancora a Sydney, ma dal 1972 è tornata a Melbourne, prima a Kooyong, sull’erba, e dal 1988 si disputa a Melbourne Park, sul cemento, con un evidente incremento di spettatori, dai 140mila di Kooyong ai 266,436 di Flinders Park, il mega complesso poi denominato Melbourne Park. La data è cambiata: nel 1919 il torneo si è disputato a gennaio, nel 1920 a marzo, nel 1923 in agosto, nel 1976 si è spostato a dicembre come ultima prova stagionale dello Slam, dall’82 all’85 si è giocato a metà dicembre, dall’87 è tornato a metà gennaio (l’edizione 1986 saltò). E da allora la sua collocazione nel calendario è rimasta la stessa.
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